Se state sognando una vacanza in Sicilia, raggiungete l’isola passando per lo stretto di Messina. Godetevi la traversata e trascorrete del tempo in questa splendida città. Noi, oggi, vi consigliamo 5 cose da non perdere a Messina.
La Torre dell’Orologio
Il meccanismo astronomico di misurazione del tempo più complesso e grande di tutto il mondo accompagna e scandisce la giornata dei messinesi. A mezzogiorno l’Orologio del Campanile del Duomo di Messina ricorda agli abitanti che è ora di preparare il pranzo. Non aspettatevi, però, il classico rintocco: il compito di annunciare l’ora spetta al ruggito di un leone e al canto di un gallo. I suoi particolari meccanismi e quadranti mostrano informazioni relative alla posizione del Sole e della Luna rispetto allo Zodiaco. Non è solo utile ma anche ricco di allegorie. Figure simboliche greche rappresentano i giorni della settimana: Apollo ad esempio indica la domenica, Diana il lunedì. Gli dei si danno il cambio quotidianamente. Più in alto, poi, è riprodotta anche la scena della Madonna della Lettera, patrona del territorio. Insomma, uno spettacolo da non perdere. A tutte le ore.
Schiacciata e pignolata: street food per tutti i gusti
Due sfoglie sottili e dorate di pasta di pane farcite con un ripieno di formaggio, acciughe, scarola riccia e pomodoro fresco: sfornata calda la schiacciata è una vera specialità di Messina. L’ingrediente che fa la differenza in questa focaccia è la tuma. Il pomodoro, invece, è stato aggiunto alla ricetta in tempi recenti (dal secondo dopoguerra), dona freschezza e bilancia i sapori. Qualcuno usa anche l’uvetta e i pinoli, un retaggio della dominazione araba in Sicilia.
Gli amanti del dolce, invece, possono godersi la pignolata. Nata come piatto tipico del periodo carnevalesco, oggi, è venduta tutto l’anno. Sembra che sia nata nell’isola ai tempi della dominazione spagnola, quando su commissione di alcune nobili famiglie si rielaborò la ricetta precedente: la copertura al miele fu sostituita dalla dolcissima glassa aromatizzata al limone e al cacao.
La Vara del giorno di Ferragosto
Ogni anno, il 15 agosto, la “Vara” sfila per le strade di Messina. 14 metri di altezza, 8 tonnellate di peso, senza sterzo e senza freni. Queste le caratteristiche del carro dedicato alla Madonna Assunta. Viene portato in processione da centinaia di fedeli che, per mezzo di corde lunghe circa 100 metri, lo trainano. Secondo un’antichissima tradizione popolare queste corde, dette gomene, posseggono proprietà magiche. È per questa ragione che, quando il carro arriva in Piazza Duomo, tutti cercano di portare a casa un pezzo di fune. Un appuntamento da non perdere per un Ferragosto all’insegna della tradizione.
Lo stretto di Messina
Largo circa 3 km e lungo 16, lo stretto di Messina regala un panorama mozzafiato a chi raggiunge, o lascia, l’isola per nave. Qui si incontrano due correnti opposte e si formano dei vortici chiamati garofali: Scilla e Cariddi, le due Ninfe trasformate in mostri marini, secondo quanto narrato dalla mitologia greca. Mare, miti e leggende. Sapevate ad esempio che si può ammirare, in alcune condizioni meteo, il miraggio detto “Fata Morgana”? La costa siciliana appare ravvicinata e riflessa sulla superficie del mare. Un effetto ottico davvero particolare che inganna l’occhio di chi osserva: sembra di essere quasi arrivati dall’altra parte dello stretto.
La chiesa dei Catalani
La Chiesa SS. Annunziata dei Catalani è uno dei monumenti più suggestivi e interessanti di Messina. Un piacevole intreccio di stili diversi: gioiello d’arte arabo-normanna, bizantina e romana. È uno dei pochi grandi monumenti che hanno resistito alle devastazioni dei terremoti, ma anche l’esempio della reale altezza della città di Messina prima del sisma del 1908. I detriti e le stratificazioni dei materiali accumulatisi durante le scosse, infatti, ci presentano la Chiesa dei Catalani ad un livello più basso rispetto a quello della strada attuale, quello cioè della vecchia città. Eretta intorno al XII e al XIII secolo, probabilmente sui resti in un tempio pagano dedicato a Nettuno, verso la fine del XV secolo, divenne sede della Confraternita dei mercanti catalani, dalla quale prese il nome attuale.
Una città da scoprire e da ammirare prima, durante e dopo il viaggio, sia sulla terraferma che in mare.