Sutera: vacanze in Sicilia alla scoperta dei borghi

Tempo di lettura 2 minuti • 24 Febbraio 2018 • Pubblicato da admin Sutera vacanze in Sicilia alla scoperta dei borghi

Oggi Typical Sicily vi porta a Sutera, alla scoperta dell’antico Borgo Rabato: vacanze in Sicilia tra arte, natura e tradizione.

Le bellezze del Comune di Sutera sono molte ma tra tutte spicca un quartiere davvero caratteristico: Borgo Rabato, entrato a far parte dei “Borghi più belli d’Italia” con l’assegnazione della bandiera arancione.

Il borgo Rabato di Sutera

Sutera vacanze in Sicilia alla scoperta dei borghiUn luogo di origine antica che si è formato nell’860 dopo Cristo. Il suo nome, infatti, proviene dall’arabo “Rabad”: significa sobborgo e indica una serie di mura di gesso attaccate tra loro, stretti vicoli, ripide scalinate e terrazzi. Il tessuto urbano originario è visibile ancora oggi: stradine e viuzze che profumano di passato vi aspettano.

Il centro del quartiere ospitava una moschea. Al suo posto è stata costruita, per volere di Giovanni Chiaramonte, barone di Sutera, la Chiesa di Santa Maria Assunta. L’interno della struttura è ricco di opere artistiche di grande valore. Tra queste la statua di San Calogero, quella della Madonna Addolorata e di Sant’Isidoro, un quadro che raffigura l’Assunzione di Maria al Cielo e un organo artigianale risalente al 1600.
Un borgo ricco di arte, storia, cultura araba e sentieri naturalistici perfetti se volete concedervi una bella passeggiata. Sutera_vacanze in Sicilia alla scoperta dei borghi_panoramaDue collinette, una accanto all’altra, vi regaleranno un’esperienza unica a contatto con la natura. La prima, Collinetta Santa Croce, è famosa per la splendida pineta ricca di alberi e fiori coloratissimi. Rocca Spaccata, invece, è l’ideale se amate il trekking o la corsa. Una curiosità: la sua configurazione è molto particolare. La parte destra della roccia è separata da quella sinistra e, tra le due, esiste un unico punto di congiungimento.

Non dimenticate di assaggiare i “vurciddati”, un dolce tipico della tradizione locale, ripieno di fichi secchi, miele, mandole e pistacchi, preparato ancora oggi con due strumenti davvero antichi: lo “sperone” e il “pizzicarolo”.