Caltagirone, la Scala Illuminata

Tempo di lettura 3 minuti • 23 Luglio 2015 • Pubblicato da silvia scala caltagirone

scala caltagironeLa Scala Santa Maria del Monte, monumento emblematico di Caltagirone, che con i suoi 142 gradini in maiolica è uno dei monumenti protetti dall’Unesco, la sera del 24 e del 25 luglio di ogni anno, offre uno spettacolo unico al mondo in onore al Santo Patrono San Giacomo, quando viene illuminata, seguendo una tradizione secolare che ha origine nel ‘600, creando un meraviglioso disegno di impareggiabile suggestione.

All’inizio, la cosiddetta “Luminaria” era solo un tappeto di luci uniformi.
Un primo tentativo di sfruttare l’effetto scenografico fu dell’architetto siracusano Natale Bonajuto che nel 1785 progettò delle colorate strutture piramidali di varie dimensioni che contenevano grandi lucerne in terracotta, che avrebbero illuminato tutta la scala, ma l’idea di un disegno come quello che si è tramandato fino ai giorni nostri fu di Padre Benedetto Papale, artista locale, insuperabile realizzatore di presepi, che sul finire del 1860 pensò realizzare l’illuminazione con un’immagine artistica rappresentativa, ispirandosi al ricamo “filet” con cui le donne del tempo ornavano gli arredi sacri. Padre Benedetto Papale disegnò motivi soprattutto ornamentali e floreali di grande effetto, poi gli artisti che continuarono la tradizione fecero appello al grande patrimonio di decori della maiolica calatina fino alla rappresentazioni di figure simboliche e animali, per culminare nella rappresentazione della figura umana.

La realizzazione della ‘Luminaria’ è un’esclusiva della famiglia Russo che da oltre 150 anni tramanda l’antica maestria da padre in figlio e vede nelle diverse tappe di lavoro l’uso di vecchie tecniche e di materiali dell’epoca. Generalmente i disegni che vengono realizzati sono ispirati a temi riguardanti la Città e il Santo Patrono.

Il lavoro è organizzato in fasi: per prima cosa, i fogli di carta bianca che serviranno a realizzare i coppi, vengono incollati in modo da formare un cilindro cavo, poi una parte di essi verrà colorata in verde o in rosso.
Dopo aver chiuso il foglio cilindrico ad un’estremità, viene appesantito con della sabbia e ridefinito alla base perché stia dritto una volta poggiato a terra. La scalinata verrà interamente segnata gradino per gradino, in modo da realizzare il disegno stabilito.

La notte del 23 luglio il capomastro con i suoi collaboratori posizioneranno i coppi ai quali verranno aggiunte al centro della base del coppo le lucerne di terracotta, dette “lumere”, dotandole di uno stoppino in cotone e, un paio d’ore prima dell’accensione, le lucerne vengono riempite d’olio di oliva mediante la stagnata (recipiente di latta con un lungo becco).

Puntuali, al fischio del capomastro, calatini e turisti accendono gli stoppini per mezzo di bastoncini stretti e lunghi al posto dell’antico buceddu (fuscello secco di pianta selvatica) e, in pochi minuti, l’effetto sarà quello di un drappo colorato e infuocato che emerge dal fondo buio della scala.

Nella stessa notte tra il 24 e 25 luglio, gli addetti ai lavori provvedono con grande destrezza a riposizionare i coppi per allestire un nuovo disegno per il giorno dopo.