Enna festeggia la Patrona, la Madonna della Visitazione

Tempo di lettura 4 minuti • 25 Giugno 2015 • Pubblicato da silvia Madonna Visitazione Enna

La festa in onore della Madonna della Visitazione, Santa Patrona della città di Enna è, assieme ai riti della Settimana Santa, l’evento religioso più importante del capoluogo siciliano.

Liturgicamente viene ricordata il 31 maggio, ad Enna, invece, i festeggiamenti si svolgono nell’antica data del 2 luglio, periodo probabilmente mutuato dagli antichi rituali pagani in onore della Dea Cerere durante il periodo delle messi. Dagli stessi rituali, infatti, deriverebbe anche l’uso di vesti bianche per coloro che hanno l’onore di portare l’effige in processione.

I festeggiamenti cominciano il 29 giugno, creando un clima d’attesa nella cittadinanza e nei turisti, per culminare appunto il secondo giorno di luglio caratterizzato dal trasferimento in pompa magna dell’immagine della Madonna della Visitazione dal Duomo alla Chiesa di Montesalvo. Il 3 luglio è dedicato al compatrono San Primo mentre i riti si concludono la seconda domenica di luglio, con il rientro in Duomo della Vergine Maria.

Nel pomeriggio del 29 giugno, dalla Chiesa di San Pietro, parte la processione diretta al Duomo per la consegna delle chiavi con le quali aprire la statua della Patrona. Alle ore 19,30 si provvede all’apertura della nicchia, nella cappella destra del Duomo, in cui è custodita la statua della Madonna.La statua viene tenuta nascosta tutto l’anno fino a questo giorno, quando la si scopre in presenza della folla di fedeli.Per prima viene aperta la porta della nicchia, costituita da un quadro di Domenico Basile raffigurante la Patrona con Santa Elisabetta, oltre cui si cela un’altra porta detta “delle sette chiavi” perché sette sono le chiavi necessarie ad aprirla.
Al suono della banda municipale, i confrati portano a spalla il simulacro, collocato su un piccolo fercolo issato sull’altare maggiore per consentire la venerazione da parte dei fedeli.
L’arrivo della sacra immagine della Madonna della Visitazione è legato ad una leggenda: la preziosa statua, intagliata a mano, fu acquistata a Venezia e spedita su un veliero che fece naufragio a Capo Spartivento. La cassa che la conteneva, venne sospinta dalle onde fino al porto di Messina e furono i messinesi a rendere per primi omaggio alla Madonna che veniva dal mare. A malincuore essi la cedettero agli ennesi che, su un carro trainato da quattro bianche giovenche, la portarono sino alle pendici della città. Quando però si trattò di posare la effige sul fercolo per trasferirla al Duomo, nella cappella a lei dedicata, il suo peso diventò tale che né il clero né i nobili riuscirono a sollevarla.Diventò invece leggero nelle mani dei contadini che, abbandonato il lavoro e accorsi dai campi vicini, potevano assolvere il delicato compito; è questo il motivo per cui, ancora fino a qualche anno fa, spettava ai contadini l’onore di portare in processione il simulacro della Vergine, tramandandolo di padre in figlio, uso che, però, ormai si è perso.Poiché questo avvenimento accadde il 29 giugno 1412, in questa data, ogni anno, con una solenne cerimonia si ricorda l’avvenimento.
Il 2 luglio in città si riversano migliaia di fedeli e di turisti che affollano le vie principali del centro storico per assistere alla processione della statua della Madonna ricoperta interamente di ori e pietre preziose facenti parte del tesoro del Duomo custodito presso il Museo Alessi di Enna.
Nel corso delle celebrazioni, il fercolo viene portato a spalla da oltre cento uomini scalzi, noti come gli “ignudi”. La processione parte dal Duomo, che si trova nella parte orientale della città, fino alla Chiesa di Montesalvo, che si trova dalla parte opposta. Durante il faticoso percorso la processione fa tappa in numerose piazze, dove vengono esplose salve di cannone, le cosiddette “sarbiate”, che sono offerte dalla cittadinanza. All’arrivo a Montesalvo dall’omonima chiesa escono correndo le statue di San Zaccaria e di Santa Elisabetta, che vanno incontro alla Madonna. Subito si sparano fragorosi colpi di cannone e subito dopo l’entrata in chiesa del fercolo partono i fuochi d’artificio in una suggestiva cornice.
Anche il percorso che la processione segue è legato ad un curioso avvenimento: i Dignitari della chiesa maggiore ed i Senatori dell’Università, il 30 giugno 1413 affidarono al volo di 25 bianche colombe, poste prima in una gabbia davanti l’altare della Madonna e poi lasciate libere, la scelta del tragitto che il sacro corteo doveva percorrere per andare dal Duomo a Monte Salvo e per tornare a distanza di 15 giorni di nuovo al Duomo.
I festeggiamenti proseguono fino a tarda serata con concerti e intrattenimenti di vario tipo.