Geraci Siculo – viaggio in Sicilia alla scoperta dei borghi

Tempo di lettura 5 minuti • 5 Gennaio 2023 • Pubblicato da silvia geraci siculo - panorama

Typical Sicily vi accompagna alla scoperta di Geraci Siculo, un paese dalle antiche origini e prezioso gioiello medievale delle Madonie.

Geraci Siculo, Santi e Madonne sulle Madonie

Geraci Siculo sorge sulla cresta di un rilievo aggrappato tra rocce e vegetazione e conta poco più di 1900 abitanti. Il nome dell’abitato è di origine greca, da Jerax, “avvoltoio”, e allude alla sua antica origine come impervia rocca sorvolata da uccelli rapaci. Le sue origini risalgono al 550 a.C., con l’arrivo dei Greci, anche se il suo destino è strettamente legato alla famiglia Ventimiglia: nel 1430, infatti, Alfonso d’Aragona diede alla famiglia il diritto di piena giurisdizione sul borgo.

La visita può iniziare dal Bevaio della Santissima Trinità. Da lì si percorre l’acciottolata via Biscucco per arrivare ai ruderi del Castello, di probabile origine bizantina, che sotto i Ventimiglia divenne una fortezza militare. Domina sulle rovine, sugli angoli mozzati delle torri e gli squarci nelle feritoie, la chiesa di Sant’Anna, presso la quale si dice che fosse custodito il teschio della Santa, poi trasferito a Castelbuono. Subito più in basso, si trova la chiesa di San Giacomo, dove si conservano un prezioso crocifisso ligneo trecentesco, un affresco in stile bizantino e la statua lignea del santo. Percorrendo le viuzze medievali, si arriva alla Falconiera in Largo Greci e in piazza del Popolo, il salotto di Geraci, su cui si affacciano la chiesa del Collegio di Maria e la chiesa Madre.

Quest’ultima, dedicata a Santa Maria Maggiore, è ricca di opere di grande interesse, come il fonte battesimale in marmo alabastrino della bottega dei Gagini e altre splendide statue di marmo della stessa bottega. Da visitare, inoltre, il tesoro esposto nella cripta, che raduna importanti suppellettili liturgiche d’oro e d’argento.

Continuando per corso Vittorio Emanuele, si incontra la chiesa di Santo Stefano, caratterizzata dal suo caratteristico campanile a conci policromi. Un altro itinerario per gli amanti dell’arte può partire dalla chiesa di San Bartolomeo, alla periferia del paese, dove il solito anonimo ma esperto intagliatore ha scolpito, nel legno policromo, il santo cui è dedicata la chiesa. Superbo, qui, è il polittico marmoreo posto sull’altare maggiore, attribuito ad Antonello Gagini. La sua bottega offre un altro capolavoro, in marmo policromo, nel trittico dell’altare maggiore della chiesa di Santa Maria La Porta, posizionata sulla via San Bartolo. Al suo interno è custodita un’altra eccellente scultura in marmo: la Madonna con il Bambino.

Salendo ancora, si trova il vicolo Archi, la chiesa di San Giuliano con il monastero delle Benedettine, e, ancora oltre, la piazza Sant’Antonino, con la chiesa dedicata a San Francesco. Nei pressi di piazza Municipio, è collocata invece l’antica chiesa di San Rocco.

Fuori dal borgo, infine, sono da vedere la chiesa di Santa Maria della Cava, che sembra emergere dal fondo del bosco come una visione d’altri tempi, col suo portale ogivale e i resti di affreschi bizantini, e la piccola cappella dei Santi Cosma e Damiano, caratterizzata dal portale gotico.

Geraci Siculo, eventi e specialità gastronomiche

Fra le diverse manifestazioni che caratterizzano il calendario di Geraci Siculo, la più particolare è la Cavalcata dei Pastori, ‘A Carvaccata’: iniziata nel 1643, si svolge ogni sette anni durante la terza domenica di luglio e costituisce il terzo grande evento folcloristico delle Madonie. La manifestazione consiste in una sfilata a cavallo che parte dall’abitazione del “cassiere” , il più anziano e autorevole tra i pastori, un tempo il capo della comunità, terminando nella chiesa Madre, dopo aver percorso le vie del paese. Montando cavalli riccamente bardati e indossando i costumi tradizionali, i cavalieri richiamano l’antico mondo pastorale portando in offerta alla chiesa cera, fiori e animaletti di caciocavallo. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si svolge il 24 agosto.

Tra le specialità gastronomiche del borgo, degni di nota sono i piatti a base di carne: costolette di castrato, salsiccia di maiale alla brace e gli squisiti ‘sasizunedda ca addauro’ ovvero dei salsicciotti di carne tritata avvolti in foglie d’alloro. Il ragù di castrato va a condire anche il più tipico dei primi piatti, i ‘maccarruna di casa’, una pasta fresca che assomiglia a grossi bucatini. Tra i dolci, troviamo quelli di miele e mandorle, chiamati serafineddi, i bocconcini ‘vuccunetta’ e la ‘cassatina antica’.

Fotografie a cura di Giacomo Salmeri (https://www.hyeracijproject.it/)