Il Festino di Santa Rosalia, Patrona di Palermo

Tempo di lettura 4 minuti • 7 Luglio 2015 • Pubblicato da silvia santa rosalia festino

santa rosalia festinoSi svolgerà dal 10 al 15 luglio, il 391° Festino di Santa Rosalia, Patrona di Palermo una delle celebrazioni religiose siciliane ad essere ufficialmente riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto centrale per la demo-etno-antropologia (IDEA).

Il Festino celebra la liberazione della città dalla peste, in seguito al ritrovamento delle reliquie della “Santuzza” sul Monte Pellegrino.

Secondo la leggenda, Santa Rosalia o Rosalia Sinibaldi (1130-1156) appartenente alla nobile famiglia dei Sinibaldi, ma ritiratasi come eremita in una grotta sul Monte Pellegrino, nel 1624 apparve in sogno ad un cacciatore indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati in processione in città fermarono l’epidemia di peste. Nella grotta indicata dalla visione vennero trovate 27 reliquie e il giorno 15 luglio l’arcivescovo seguito da tutto il Clero, dal Senato palermitano e da alcuni cittadini eminenti fece una processione attraverso le strade della città con le reliquie della Santa. In pochi giorni la città venne liberata dalla peste. Così Santa Rosalia salvando Palermo dalla peste ne divenne la Patrona, spodestando Santa Cristina, Santa Oliva, Santa Ninfa e Sant’Agata. Dal 1625 la Chiesa autorizzò il culto, anche se Rosalia venne proclamata santa soltanto il 26 gennaio 1630.

Il primo festino fu voluto dal Cardinale Giannettino Doria nel 1625 e nel corso dei secoli la festa ha saputo rinnovarsi mantenendo però inalterato tutto il suo fascino e la sua tradizione.

“U Fistinu” inizia il 10 di luglio e si protrae per cinque giorni: i primi tre sono di preparazione al grande corteo del giorno 14 che precede la sfilata del Carro trionfale e che si conclude alla marina con il celebre spettacolo dei giochi di artificio.

Momenti fondamentali, a rafforzare il rapporto tra la città, i suoi artisti a la Santa Patrona, sono gli appuntamenti che precedono la notte del 14 luglio: spettacoli tradizionali, musiche, racconti della Santa anticipano e danno forza, nella sua tradizione più classica, alla festa della città e dei suoi cittadini. Così, alcuni quartieri simbolo di questa tradizione, addobbati a festa attraverso luminarie, si trasformano in palcoscenici del Festino, in particolare la Kalsa, Monte Pellegrino e Monte di Pietà.

La notte del 14 luglio la festa giunge all’apice, con una solenne processione che parte dal Palazzo dei Normanni lungo l’antico asse viario del Cassaro fino al mare, passando per piazza Bologni, Quattro Canti e porta Felice, secondo un itinerario ideale dalla morte (la peste) alla vita (la luce dei fuochi d’artificio in riva al mare).

La processione, composta da un Carro trionfale a forma di vascello con a poppa una struttura architettonica alla cui sommità è issata la statua di Santa Rosalia nel pieno della sua gloria, trainato da buoi e da carri allegorici, si ferma davanti alla Cattedrale, ai quattro canti e alla Marina, dove ha luogo il grande spettacolo pirotecnico accompagnato da musica sinfonica eseguita dal vivo.

Il giorno 15, conclusi tutti i festeggiamenti – quelli ufficiali e quelli che singoli quartieri o vie organizzano ogni anno – è il giorno del ringraziamento, della preghiera e della invocazione da rivolgere a Santa Rosalia, le cui reliquie, contenute nella preziosa Urna d’argento vengono portate in processione per le vie della città, partendo dalla Cattedrale. Aprono la processione tutte le Confraternite di Palermo, seguono gli ordini religiosi e il Clero. La preziosa “vara” è seguita, tra due ali di folla, dal Cardinale e dalle autorità cittadine. Dopo aver percorso l’antico Cassaro il corteo, a Piazza Marina, si raccoglie intorno al Cardinale per ascoltarne le parole rivolte alla città. Ripreso il cammino ed attraversato buona parte dell’antico Centro storico la vara rientra, a mezzanotte, in Cattedrale, tra le grida dei confrati che glorificano la “Santuzza”.

Durante le celebrazioni si consumano pietanze che fanno parte della tradizione popolare palermitana: la Pasta con le sarde, i babbaluci, il tipico sfincione, calia e simenza, la pannocchia bollita e l’anguria.