La chiesa dello Spirito Santo a Enna è parte di un antico complesso bizantino che comprende le grotte sparse tutto intorno all’area omonima in cui abitarono alcuni dei monaci eremiti brasiliani.
La chiesa dello Spirito Santo: origini e riproduzione della Santa Casa
Proprio la parte posteriore della chiesa (oggi sacrestia e sede della confraternita) fu inizialmente una torretta di avvistamento nota come “castello del conte Ruggero”, costituente frazione del complesso di fortificazioni che correva lungo quel versante roccioso, atto a proteggere anche le zone sottostanti osservate dalle tante feritoie un tempo presenti.
Federico III d’Aragona agli inizi del XIV secolo concesse ai frati francescani un appezzamento di terreno a ovest della città, dove – adattando la struttura preesistente – edificarono chiesa e convento dedicati allo Spirito Santo (rappresentante inoltre il primo stemma di San Francesco) che divenne un punto di riferimento all’interno della città. Essi vi risedettero fino al 1393, quando si videro affidati, ai fini assistenziali e spirituali, i più centrali palazzi confiscati ai signori Andrea Chiaramonte e Scaloro degli Uberti, oggi chiesa e convento di San Francesco d’Assisi. Negli anni immediatamente successivi l’area vide l’arrivo dei deportati abitanti del borgo Fundrò, il cui feudatario si era ribellato al Re Martino, e che dette il nome al quartiere Fundrisi, dai cui agricoltori, massari e possidenti nacque anche la Confraternita dello Spirito Santo.
Su una roccia vicino alla chiesa dello Spirito Santo si trova il suo campanile a vela, nella cui parte superiore finemente decorata con cornici sul lato est sono scolpite due teste di regnanti, coinvolti nelle vicende francescane e del quartiere Fundrisi, mentre lungo il viale che porta all’ingresso originario del complesso delimitato da un cancelletto, si intravedono i ruderi del vecchio convento e della casa del custode della chiesa.
La configurazione interna della chiesa dello Spirito Santo prevede un ingresso esagonale voltato, con degli altari ospitanti le statue di Maria SS. Addolorata e della Trinità, “Spirito Santo” portato in processione dai confrati, originariamente occupato da una statua di S. Orsola; al centro si venera la Madonna Assunta ritratta nel momento della Dormizione, che in occasione della festività del 15 agosto e nei quindici giorni precedenti è dalle donne della parrocchia riccamente ornata di preziosissime vesti e gioielli. Due corridoi laterali consentono di entrare nel sacello interno voltato a botte, che insieme alla finestra e all’apparato decorativo di affreschi sulle pareti rimembranti una devozione popolare verso la Santa Casa di Loreto – trasportata dagli Angeli nel 1294 – risalgono al XIX secolo quando l’intero complesso fu restaurato dal devotissimo canonico Giovanni Grimaldi. La costruzione, che si rifà anche nelle dimensioni al modello originale, accoglie nell’altare una statua della Madonna nera di Loreto, donata da una famiglia ennese, e sotto di esso si trovava una riproduzione del “Sacro camino”, focolare domestico della casa di Nazareth, ambiente familiare come ricordano anche gli spazi nelle pareti laterali, destinati a custodire le “sacre scodelle e ampolle”. Negli affreschi sono riconoscibili in particolare un crocifisso in stile medioevale, Madonne con Bambino, Santi (tra gli altri San Giuseppe, S. Antonio Abate, Santa Caterina, San Giovanni) e raffigurazioni di apparizioni, miracoli e utensili domestici. Nella fascia inferiore la parete affrescata ricorda i veri mattoni della Santa Casa mentre tre piccole aree sotto il pavimento, scavate nella roccia, erano state in precedenza destinate a cripte per la sepoltura. L’antica cappella del corridoio destro, anch’essa affrescata, è occupata dal 2012 dalla statua del “Cristo alla colonna”, realizzata dall’ennese Russo.
Passata nella disponibilità del Comune di Enna a seguito della donazione fatta dai proprietari, eredi della famiglia Potenza, dopo restauri e controversie, la chiesa dello Spirito Santo fu riaperta al culto nel 2008 in seguito alle forti richieste dei devoti ed all’ingente intervento economico della Venerabile Confraternita dello Spirito Santo, della quale torna ad essere sede come in origine.
(testo e foto di Stefano Milano)