La cuccìa di Santa Lucia

Tempo di lettura 2 minuti • 11 Dicembre 2015 • Pubblicato da silvia

Il 13 dicembre, giorno dedicato al culto di Santa Lucia, la Santa siracusana protettrice della vista, in tutta la Sicilia è sinonimo di cuccìa: si tratta di una ricetta a base di grano bollito, le cui versioni, a seconda delle zone dell’isola, praticamente non si contano.

Le origini della consuetudine di consumare la cuccìa proprio il 13 dicembre si perdono nella notte dei tempi: leggenda vuole che attorno al 1600 il popolo vessato da una povertà persistente e dalla carestia, non aveva più nulla di cui sfamarsi e, proprio quando giunse all’estremo, vide ormeggiare al porto una nave colma di grano proprio in occasione della giornata dei festeggiamenti di Santa Lucia. Questi, affamati, consumarono frettolosamente il grano bollito condendolo solo con olio e sale. Avendo attribuito il miracolo all’intercessione della Santa, per mantenere vivo il ricordo di quel giorno, il 13 dicembre si continua a consumare la cuccìa evitando scrupolosamente pane e pasta.

Se il miracolo accadde a Siracusa – città natale della Santa – o a Palermo, non saremo probabilmente mai in grado di stabilirlo con certezza, fatto sta che le due città siciliane rinnovano ogni anno con sempre più fervente devozione, questa antica tradizione che è viva in tutta la Sicilia.

Anticamente, la cuccìa era un piatto esclusivamente salato e veniva condita semplicemente con sale e olio o accompagnata da altri legumi come i ceci, ma si sa, le tradizioni nel tempo mutano, si trasformano e oggi la cuccìa è un dolce molto gustoso e ricco, che fa gola a molti.

Come preparare la cuccìa

La base è sempre il grano cotto che poi viene condito secondo i propri gusti, con la cioccolata, con un budino preparato con latte, zucchero e zuccata – il biancomangiare – con la ricotta, oppure, nella versione trapanese, con il vino cotto.

Per preparare questo squisito dolce, occorre mettere a bagno il grano in acqua fredda per due giorni, cambiando di frequente l’acqua.

La sera prima della festa, lavare il grano in acqua corrente e cuocerlo in una pentola con acqua e un po’ di sale. Fate cuocere per circa due ore, scolate l’acqua in eccesso, coprite e lasciate raffreddare.

Come avrete già immaginato, la rinuncia a mangiare pane e pasta il 13 dicembre non è assolutamente una penitenza anche perchè risotti, panelle, timballi e arancini – o arancine che dir si voglia – sono i protagonisti di una giornata all’insegna della golosità.