La festa di San Martino in Sicilia

Tempo di lettura 3 minuti • 5 Novembre 2015 • Pubblicato da silvia San Martino in Sicilia

L’11 novembre è, come tutti sanno, il giorno dedicato a San Martino, Vescovo di Tours, noto per la sua proverbiale umiltà e carità, caratteristiche che hanno dato vita a numerose leggende sulla vita del Santo che nella nostra Sicilia sono ancora vive nella memoria di tutti.

Tra le tante, si narra che un freddo giorno di novembre Martino si trovava alle porte della città di Amiens e al suo cospetto si presentò un mendicante seminudo intirizzito dal freddo. Martino decise, così, di tagliare in due il suo mantello condividendolo con il mendicante e – leggenda vuole – a seguito del generoso gesto il freddo e la neve per quel giorno si attenuarono e al loro posto fece capolino il sole dando vita a quella che ancora oggi viene definita l’estate di San Martino”.

La data coincide, inoltre, con il periodo detto della svinatura, in cui il mosto finisce di fermentare e si può, finalmente, assaggiare il vino, circostanza che ha dato vita a numerosi proverbi quali, per esempio: A San Martino ogni mustu diventa vinu” che ha consacrato il Santo quale protettore degli ubriaconi, oppure S’ammazza lu porcu e si sazza lu vinu, dal momento che in alcune località della Sicilia la data coincide con quella in cui si ammazza il maiale per farne poi prosciutti, salami e salsicce.

Le feste tradizionali legate a questa giornata in Sicilia sono davvero tante, tra cui quella che si svolge a Palazzo Adriano, paesino in provincia di Palermo noto per aver ospitato le riprese di “Nuovo Cinema Paradiso”, il capolavoro di Giuseppe Tornatore e per essere stata definita “la più bella piccola città della Sicilia”.
Qui, il giorno di San Martino si ripete un’antica usanza di origine balcanica che vede i parenti delle coppie che si sono unite in matrimonio durante l’anno, farsi carico delle spese degli sposi novelli per la casa e il cibo per tutto l’anno a venire. Ai genitori dello sposo spetta in questa occasione regalare u quadaruni”, cioè la grossa pentola di rame e a quelli della sposa a brascera, cioè il braciere di rame che serve a riscaldare la casa nei mesi invernali. Anche gli amministratori del Comune donano qualcosa alle coppie per buon augurio.
Inoltre, durante le ore della mattina, alcuni bambini sfilano per le strade del paese, portando ceste piene degli squisiti “pani di San Martino”.

Come abbiamo avuto modo di farvi notare più volte, non c’è festa in Sicilia che non abbia un suo risvolto gastronomico.

Per quanto riguarda San Martino, tra le specialità possiamo annoverare i tradizionali biscotti di San Martino, dolci devozionali che, a seconda delle zone, assumono svariate forme e caratteristiche. Nel palermitano il più diffuso è il tricotto, il cosiddetto viscottu di San Martino abbagnatu, biscotto di forma tondeggiante aromatizzato con semi d’anice che viene gustato con il vino moscato.

Per i più golosi citiamo i sammartinelli imbottiti di ricotta e cioccolata.

Tra le specialità salate è d’obbligo citare “u pani di San Martino” un pane di forma tondeggiante arricchito con semi di finocchio che tradizionalmente viene condito con olio, formaggio, sale e pepe e accompagnato da un bel bicchiere di buon vino novello.