Week-end intenso per i catanesi! In questi giorni, a Catania, si festeggia la patrona della città: Sant’Agata.
Dal 3 al 5 febbraio si terrà una delle più importanti feste religiose al mondo, dichiarata patrimonio dell’Unesco in quanto bene Etno-antropologico della Città di Catania nel 2002.
Tre giorni ricchi di culto, devozione, folklore e tradizione.
Ogni anno i devoti indossano un camice votivo bianco, il tradizionale “sacco”, un berretto nero, guanti bianchi e un fazzoletto anch’esso bianco. Milioni di persone e turisti affollano le strade, seguono le “candelore”, la processione e i giochi pirotecnici che si svolgono in Piazza Duomo.
Tutto intorno si respira un’atmosfera magica, che unisce armoniosamente l’aspetto meditativo a quello sociale.
Le origini della venerazione della patrona sono antichissime; esistono svariate storie e leggende popolari, che rendono ancora più suggestivo l’evento.
La leggenda di Sant’Agata
Una di queste narra che, tra il 250 e il 251 d.C., la giovane Agata, appartenente a una nobile famiglia catanese di religione cristiana, colpì per la sua bellezza e purezza il proconsole Quirino. Quest’ultimo, invaghitosi follemente, provò a sedurla, chiedendole di rinnegare la sua fede e di adorare le divinità pagane.
Ma Agata, che aveva consacrato la sua vita a Dio, resistette con tutte le sue forze. Quirino decise allora di affidarla alla cortigiana Afrodisia, in modo tale che ella potesse influenzare la fanciulla con le lusinghe materiali. Tuttavia, anche in questo caso, Sant’Agata non dubitò mai della sua fede cristiana.
Pertanto, Quirino avviò un terribile processo al palazzo pretorio (ancora oggi si conservano alcuni dialoghi tra il proconsole e la Santa), che si concluse con l’arresto di Agata. Dopo parecchi giorni di digiuno e torture, Quirino ordinò che le venissero strappate le mammelle, ma queste ricrebbero prodigiosamente durante la notte grazie all’aiuto di San Pietro.
Un altro episodio miracoloso ci racconta che il corpo di Agata fu martoriato dal fuoco, ma il velo rosso che portava, simbolo della consacrazione a Dio, non bruciò. A seguito del martirio, il suo corpo venne imbalsamato e avvolto in un velo rosso. Agata fu proclamata Santa.
Le sue reliquie sono oggi custodite nella Duomo di Catania, in un prezioso mezzobusto in argento (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni) e dentro uno scrigno, anch’esso d’argento (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo). Nei secoli, sono stati raccolti molti altri doni preziosi, un tesoro inestimabile.
Anche la tradizione enogastronomica rende il suo omaggio alla Santa patrona: in queste giornate, le pasticcerie e le bancarelle propongono tante specialità locali, ad esempio il torrone siciliano, le “minnette” e le “olivette” di Sant’Agata.
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