C’è poco da fare, nonostante gli sforzi dei colossi del marketing, noi siciliani non cediamo alla tentazione del “dolcetto o scherzetto” e preferiamo i nostri vecchi e cari “morti” a streghe, zucche e fantasmi made in USA.
Nessuno si meravigli se, la notte del 31 ottobre – la famigerata notte di Halloween – nessuno verrà a bussare alla porta alla ricerca di caramelle e dolciumi, ma stupitevi, invece, se la mattina del 2 novembre i piccoli di casa non vengano da voi alla ricerca dei doni dei “Morti”.
Come ogni festa che si rispetti, in Sicilia, anche questa ha il suo risvolto gastronomico e, come sempre, ogni zona dell’isola ha le sue peculiarità.
Nell’attesa che i nostri cari defunti vengano a trovarci, ecco una carrellata delle principali prelibatezze tipiche di questo periodo.
La Frutta Martorana
Ovviamente, non potevamo non iniziare dalla “frutta martorana”, una specialità che ci invidiano praticamente in tutto il mondo, conosciuta non solo per la sua bontà ma, soprattutto, per la sua bellezza frutto della maestria dei pasticceri siciliani.
La frutta martorana è riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale siciliano, nonché come prodotto agroalimentare tradizionale italiano e ha come base per la ricetta solo zucchero e farina di mandorla.
Sulla creazione di questi dolci esistono diverse teorie e leggende: la più accreditata è quella secondo la quale sono stati creati dalle monache del convento di Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana a Palermo.
Si narra che nel monastero le suore avessero creato uno degli orti e giardini più belli della città. Il Vescovo, incuriosito, volle andare a visitarlo, ma la visita coincise in novembre, quando gli alberi erano spogli e l’orto non dava molti ortaggi. Le monache, allora, crearono dei frutti e degli ortaggi colorati con la pasta di mandorla per addobbare gli alberi spogli e abbellire l’orto.
Il vescovo apprezzò molto questi frutti e il successo della loro iniziativa fu tale che ne arrivò voce anche alla corte del Re che volle in dono un cesto di frutta proveniente dalla Martorana.
Pare che sia proprio per questo motivo che viene chiamata anche “pasta reale”.
La ricetta di questo impasto rimase segreta almeno fino al 1886, anno in cui vennero abolite le corporazioni religiose e l’attività pasticciera delle suore della Martorana si diffuse tra i pasticceri della città di Palermo per poi conquistare in poco tempo tutta la Sicilia.