Cenni storici
Alimena, sita al termine della provincia di Palermo nella regione delle Madonie tra il Salso e l’Imera Meridionale, confinante con le province di Enna e Caltanissetta, è facilmente raggiungibile tramite l’uscita Resuttano della A19 Palermo-Catania. Situata a 750 metri s.l.m., è dominata dalla Balza Edera (1007 metri s.l.m.), un’ampia terrazza naturale, abitata un tempo dai Sicani. Le origini di Alimena sono legate alle intense attività agricole in quell’area, durante il XVII sec. Fondata nel 1603, il centro si estese quando nel 1628 il Marchese Antonio Alimena ottenne la licentia populandi.
Attrattiva principale
La festa di S. Maria Maddalena, tra le più sentite e frequentate del centro Sicilia, è vissuta con pathos dalla comunità e soprattutto dagli alimenesi emigrati. La mattina di giorno 1 si realizza l’ormai simbolica fera, che in tempi passati rappresentava un’importante occasione di mostra-mercato di bestiame proveniente da tutta la Sicilia. Oggi rimane il fascino della fiera di bancarelle che si snoda lungo le vie principali. E’ tutto un crescendo: dallo scoppio dei mortaretti, al concerto della banda musicale del paese, alla solenne processione della Santa Patrona. I festeggiamenti proseguono fino a tarda notte con il concertone del 1° settembre e lo spettacolo di giochi pirotecnici.
Da visitare
Balza Areddula: Da sempre l’emblema di Alimena, la Balza Edera o Areddula è un costone di roccia, che raggiunge i 1007 metri, sormontato da una croce. E’ raggiungibile dal paese attraverso la strada comunale Via Destri. La cresta rocciosa digrada fino a spezzarsi in corrispondenza del fiume Salso che scorre per un breve tratto incassato tra la Balza Edera appunto e la Balza Solletta, formando il cosiddetto Strittu. Un tempo abitata dai Sicani, in seguito ellenizzata e romanizzata, ha anche un interesse d’ordine storico-archeologico, oltre che naturalistico.
U Strittu: Raggiungibile con una passeggiata a piedi di circa 4 Km, si trova u strittu, una gola, in cui il fiume Salso, dopo un lungo percorso sinuoso, si restringe incastonato tra le la Balza Areddula a ovest e la Balza Solletta a est, offrendo un paesaggio inaspettato caratterizzato da massi calcarei, salti d’acqua, pareti con affioramenti solfiferi e piccole piscine naturali, la più ampia delle quali è posta in corrispondenza di una suggestiva sorgente di acque sulfuree.
Chiesa di Sant’Alfonso: Questa singolare chiesetta a forma ottagonale si eleva sul colle Quisisana, da dove la vista spazia sul sottostante paese, di cui è emblema inconfondibile, verso le Madonie e in lontananza Resuttano, Calascibetta e Enna. Costruita nel 1600 come torre di avvistamento, con l’aggiunta del cupolone fu trasformata in chiesa nel 1837 per volere del popolo. In occasione di periodi di siccità ci si rivolgeva e ci si rivolge al Santo per implorare la pioggia.
Chiesa Madre: Edificata nel 1725 dalle maestranze alimenesi per volere del principe Vincenzo Fatta del Bosco; questa chiesa in stile barocco ha un impianto a croce latina semplice, senza cappelle alle estremità del transetto. Le tre navate sono separate da imponenti colonne. Di pregiata fattura il piccolo pulpito di legno, appoggiato ad una colonna e l’organo settecentesco, collocato su una piccola balconata sovrastante il portale. Attiguo alla facciata posteriore si erge il campanile a tre orologi ultimato nel 1924 con la realizzazione dell’ultimo livello.
Chiesa del Convento: La Chiesa ad una sola navata in stile baroccheggiante fu realizzata tra il 1731 e il 1738, per volere del principe Vincenzo Fatta Del Bosco. La Chiesa, assieme alla sacrestia, è ciò che rimane di un monumentale complesso comprendente un giardino, un chiostro e quello che l’abate di Saint-Non, alloggiandovi, descrisse come «… convento, uno dei più belli della Sicilia», poi fatto insensatamente demolire nel 1961, allo scopo di costruire in quell’area un nuovo collegio. Attualmente è in attesa di restauro.
Chiesa del Calvario: La Chiesa sorge su un pendio, cui si accede attraverso 33 gradini. Un cancelletto, sito nel fianco sinistro della chiesetta, apre lo spazio che rappresenta simbolicamente il Monte Golgota, in cui si trova una severa croce di legno. La mattina del Venerdì Santo è possibile visitare il sepolcro allestito dentro la Chiesa, e nel pomeriggio dopo aver recitato i 33 credi, uno per ogni gradino, alle ore 15 dello stesso giorno il Cristo viene posto in croce in adorazione.
Chiesa della Madonna del Burgarito: La splendida chiesetta settecentesca, situata fuori dall’abitato nelle vicine campagne della contrada Burgarito, ha probabilmente origini molto più antiche, trovandosi in un sito archeologico. Caratteristica che la rende unica è la particolare abside che poggia sulla roccia a strapiombo. Questo piccolo santuario consacrato alla Madonna è meta di sentito culto e pellegrinaggi.
Parco della Mazza: si estende su una superficie totale di circa 7,5 ettari, presenta un’importante biodiversità con numerosi alberi e piante (ca. 12.500). Include un’area pic-nic, un’area parco giochi per bambini e un anfiteatro naturale. Al suo interno anche un antico fondaco, che offriva ristoro ai carrettieri, trovandosi lungo la vecchia trazzera regia che collegava Catania, Enna e Termini.
Tipicità
Fra i piatti tipici vi sono: sucu magru e grassu, carduna frijuti, frittedda di favi, pasta cu maccu. Tradizionali i pani e dolci di San Giuseppe (varvuzze), a Pasqua le accene, a Natale le cucchie.
Tra i prodotti locali del comune: castrato, salsiccia, ricotta, pecorino. Il territorio dispone di verdure spontanee quali: i finocchietti, cicoria, cardi, funghi e asparagi.
Appuntamenti
MARZO – APRILE
Festa di San Giuseppe
Ogni 19 Marzo i Virgineddi, tradizionale pranzo votivo offerto al santo per grazia ricevuta o per devozione, un tempo destinato a povere orfanelle (da cui il nome Virgineddi), oggi viene offerto dalla Confraternita di San Giuseppe all’intera comunità e a chiunque voglia accorrervi. Il banchetto prevede pasta con lenticchie, fagioli e finocchietto selvatico, baccalà fritto, cardi e finocchietti fritti, arancia, panuzzu di San Giuseppe e le varvuzze, vere e proprie sculture di pane dolce che rappresentano simboli e arnesi da lavoro del santo: a Varvuzza, a Manuzza, u Vastuni, u Gillu, u Martièddu, a Tinalla, ecc.
Domenica delle Palme
Benedizione mattutina delle palme e dei ramoscelli d’ulivo portati in processione, mentre nel pomeriggio avviene la sfilata dei lamentatori delle confraternite di San Giuseppe e della Madonna del Rosario.
Settimana Santa
Scandita da una serie di riti e cerimonie che hanno inizio la Domenica delle Palme, la Settimana Santa riveste una forte valenza identitaria per la comunità di Alimena, soprattutto per le suggestive lamentanze, canti polivocali sulla Passione di Cristo, dalla toccante forza evocativa. L’uso dei lamenti intonati dalle Confraternite risale al 1700.
Giovedì Santo
La sera del giovedì Santo nella Chiesa Madre il parroco procede al rito della “lavanda dei piedi” e subito dopo ha inizio la partecipata Fiaccolata o Processione senza Parrini resa ancora più suggestiva dalle lamentanze. Questa tradizione ha radici di natura pratica più che religiosa: infatti prima era la Chiesa del Carmelo a custodire l’urna con Cristo, per cui era necessario accompagnarla fino alla Chiesa del Calvario, sebbene Cristo non fosse ancora ortodossamente morto. Questa tradizione, in passato messa in discussione da alcuni parroci, è stata mantenuta perché molto sentita dalla comunità.
Venerdì Santo
Di mattina avviene la visita ai Sepolcri, allestiti ai piedi degli altari delle Chiese; alle 15:00 presso la chiesa del Calvario, il Cristo viene prelevato dall’urna e fissato alla Croce di legno, ai cui lati vengono poi sistemate la statua dell’Addolorata e quella di Santa Maria Maddalena. Intanto iniziano ad arrivare i fedeli e i confrati, che recitano un “credo” per ogni gradino che porta al Calvario (quindi 33). Alle 17.30 il corteo, da piazza della Matrice, si avvia verso il Calvario e ciascuna Confraternita indossa il proprio costume. Nel frattempo il Cristo viene deposto nell’urna e portato assieme alle statue delle pie donne. Lungo la scalinata del Calvario inizia la scalata dei confrati, e mentre gli altri fedeli continuano a salire, disposti su due file centrali, quelli giunti in cima cominciano a scendere disponendosi ai loro margini. Si formano così quattro file che creano un effetto scenico sorprendente grazie anche alle fiaccole accese.
GIUGNO
Corpus Domini
Ciclo di processioni in cui l’Ostia Consacrata viene portata per le vie del paese secondo itinerari ben precisi; le strade sono adornate da fiori di ginestra e da drappi ricamati esposti nei balconi. I fedeli accompagnano il baldacchino ricamato con fili d’oro e si raccolgono dinnanzi agli altarini, sapientemente allestiti dalle donne, dove si inginocchiano i bambini che hanno appena ricevuto il sacramento della Prima Comunione.
DICEMBRE
Novena
Canto narrativo suddiviso in 9 parti, corrispondenti ai 9 giorni della funzione religiosa, che racconta il viaggio di Maria e Giuseppe fino a Betlemme. I testi cantati, non dissimili da quelli di altre città siciliane, probabilmente sono tratti dall’opera poetica dialettale settecentesca del monaco monrealese Binidittu Annuleri: “Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi”. Ad Alimena la Novena si canta nella Chiesa Madre alle 17:00, nella Chiesa di San Giuseppe alle 21:00, e con la Novena Itinerante alle 18:30 dinnanzi alle edicole votive dedicate alla Sacra Famiglia e ai presepi che vengono allestiti nei quartieri. La tradizione della Novena Itinerante, che per molti anni non si era più fatta, è stata ripresa nel 2004 dalla Pro Loco ed è diventata un appuntamento ormai atteso e partecipato.