Cenni storici
Santa Caterina di Villarmosa è un Comune della Sicilia in provincia di Caltanissetta sorto probabilmente tra la seconda metà del ‘500 e gli inizi del ‘600 nel cuore del vecchio feudo di Risigallo. Il paesaggio collinare che caratterizza la zona è più vicino all’asprezza delle montagne che alle ondulazioni delle colline. Le vicende storiche che hanno portato alla nascita del paese risalgono al 1400, più di un secolo prima dalla presunta data della sua fondazione, quando le terre che facevano parte del feudo di Risigallo entrarono in possesso di Don Giulio Grimaldi, i cui contadini o servi della gleba presero a costruire le prime case del borgo, chiamato Grimaldo, dal quale in seguito si sarebbe sviluppata Santa Caterina. Il comune nisseno conobbe però un periodo d’oro, caratterizzato da un forte sviluppo economico e sociale, non sotto la Signoria dei Grimaldi bensì sotto quella dei Cottone, presenti a Santa Caterina intorno alla seconda metà del ‘600. Non a caso, infatti, al nome della Martire alessandrina, a cui i Grimaldi erano devoti per i tanti miracoli che a quanto si dice avrebbe compiuto, si volle aggiungere nel 1862 il titolo nobiliare di Villarmosa in onore dell’ ultimo dei Cottone, Carlo Principe di Villarmosa, fautore di diverse disposizioni testamentarie in favore del comune nisseno. Nonostante le epidemie di colera del 1837 e del 1854 e la partecipazione attiva ai vari moti rivoluzionari del Risorgimento Nazionale, che le costarono parecchio in termini di vite umane, Santa Caterina Villarmosa ha subìto un progressivo e costante incremento demografico, passando dai 610 abitanti del 1614 ai 9586 del 1936. Attualmente i residenti in paese sono un numero di molto inferiore a quello degli anni trenta, ma giustificabile se si considera l’ emigrazione degli anni ’50, il generale calo demografico di cui non poteva non risentire anche il comune nisseno e l’ attuale disoccupazione giovanile che ha portato molti giovani a cercare lavoro altrove. Santa Caterina Villarmosa deve in gran parte la sua notorietà all’aver dato i natali a due illustri personaggi: Antonio Guastaferro, il bravo ma sfortunato pittore, morto a soli 35 anni per una dose di veleno somministratagli da amici e colleghi artisti gelosi della sua fama, e Monsignor Pasquale Panvini, divenuto famoso per i suoi studi nell’ambito delle scienze mediche e in particolare per essersi occupato del colera, che nell’ ‘800 mieteva migliaia di vittime. A conclusione di questo breve excursus storico di Santa Caterina Villarmosa, non si può non far cenno al notevole interesse archeologico che riveste il suo territorio circostante; in particolare sono stati ritrovati vasetti d’ argilla, lucerne e monete su un alto colle a circa due chilometri dal centro abitato, detto Cozzo Scavo, la cui leggenda vuole che dentro le sue viscere si trovino nascoste sette vasche piene di monete d’ oro.
Attrattiva principale
La principale festa religiosa celebrata a Santa Caterina Villarmosa è dedicata alla patrona, Santa Caterina d’ Alessandria, i cui festeggiamenti sono mutati temporalmente negli anni, passando dal 25 novembre al 25 settembre. Nonostante ciò nel paese, alla vigilia della Festa liturgica della Vergine e Martire d’ Alessandria del 25 novembre, cui ricorre appunto il suo Martirio, si ripete l’ antica tradizione delle “Vampe”. Il 24 sera i giovani catrinari, divisi per quartiere, si prodigano per realizzare altissimi falò nei più importanti crocevia, accumulando il materiale raccolto nelle settimane precedenti. Proprio i ragazzi rimangono i veri protagonisti di questo momento: se un tempo si spendevano per recuperare paglia dalle “paglialore” delle case dei contadini, oggi si prodigano per giorni a racimolare legna, rami secchi, cartoni e scarti di lavorazione. Il materiale adibito ai focolai viene spesso rubato, ma tale gesto viene comunque tollerato dalla comunità in quanto considerato un’ azione che scaturisce dall’innocenza giovanile e per compiacimento verso la Santa. Nell’ora stabilita, in genere intorno alle 20:30, i giovani, disposti in cerchio attorno al cumulo di materiale, danno origine al falò grazie a delle torce individuali precedentemente accese da un piccolo focolaio, posto accanto alla vampa. Il rito è accompagnato dagli applausi dei presenti che incitano ripetutamente e a gran voce: “Viva li vampi di Santa Caterina!”. L’ accensione di questi grandi cumuli di materiali, alla presenza degli abitanti del quartiere, prevede anche momenti di esaltazione della fisicità e virilità dei giovani in quanto in molti si cimentano nel pericoloso salto del falò. Anticamente attorno ai falò veniva recitata l’ orazione a Santa Caterina d’ Alessandria e in prossimità delle fiamme veniva posto il bestiame, al fine di purificarlo dalle malattie e preservarlo dalle epidemie.
Da visitare
Chiesa Madre Immacolata Concezione
Aperta al culto nel 1779, il tempio sorse prima ad una navata a croce latina e solo in seguito, nel 1788, si fabbricarono le navate laterali. Degna di ricordo è la Cappella del SS. Sacramento ricca di decorazioni e tele di grande valore artistico. Nel 1879 si completò il prospetto maestoso e imponente che dà sulla meravigliosa Piazza Garibaldi; fu scolpito su viva pietra di Siracusa. In alto vi domina l’ orologio. All’interno della Chiesa vi è un ricco patrimonio artistico-culturale; di grande rilievo i pregevoli affreschi che abbelliscono l’edificio.
Chiesa Maria Santissima delle Grazie,
Prima Chiesa del Comune, già esistente fin dagli inizi del 1600. Raggiungibile procedendo in direzione nord-est su Piazza Garibaldi e girando su via Roma. In diverse riprese la Chiesa primitiva fu sottoposta a frequenti restauri; il lavoro degli stucchi adornati di oro zecchino venne affidato all’artista Vincenzo Sesta.
Parrocchia Santa Maria del Suffragio
Detta anche del Purgatorio o delle Anime Sante, posta quasi alla sommità del paese, in via Ruggero Settimo. Cimeli di secoli di storia danno testimonianza della operosa fede dei parrocchiani e dello zelo dei sacerdoti succedutisi nella custodia e nella direzione della Chiesa. In essa, tra le feste e ricorrenze religiose, si solennizza in particolare il mese di novembre dedicato ai suffragi per le Anime del Purgatorio.
Riserva naturale geologica di Contrada Scaleri
Ubicata a circa 2 Km ad oriente dall’abitato di Santa Caterina Villarmosa, lungo il leggero pendio che da sud scende verso il fondo valle attraversato dal Torrente Vaccarizzo ed a circa 27 Km dal capoluogo di provincia. L’ area della riserva si estende su 11,9 ha e comprende due zone: la zona A, area destinata solo a scopi scientifici vasta 3,3 ha e la zona B, area destinata a pre-riserva comprensiva di 8,6 ha. La riserva è di natura argillosa con affioramenti di rocce gessose presentanti una fitta stratificazione. La zona è sottoposta a frequenti frane. La fauna è caratterizzata dalla presenza di insetti quali mantidi religiose, grilli e farfalle; la flora è rappresentata da una vegetazione tipica siciliana comprendente ulivo selvatico, mandorlo, macchie di capperi, cardi selvatici, finocchio selvatico.
Area archeologica Cozzo Scavo
A poca distanza a sud del paese. È un roccione piramidale di arenaria friabile che si innalza tra i profondi fossi scavati dai due torrenti che lo stringono. Il territorio compreso tra Caltanissetta e Santa Caterina Villarmosa registra una notevole concentrazione di siti umani antichi, che attestano una frequentazione della zona a partire dall’età preistorica fino ad età tardo imperiale.
Biblioteca Comunale Pasquale Panvini
Localizzata nelle vicinanze della Chiesa Madre. Si tratta di un edificio dei primi del ‘900 adibito a sede della biblioteca, che custodisce un ricco e vario patrimonio letterario antico e moderno di circa 20.000 volumi.Tra le opere che fanno di questa biblioteca un tesoro e un vanto per l’intera popolazione è da ricordare la preziosa Enciclopedia di Diderot e D’Alembert, donata alla biblioteca dagli eredi di Monsignor Panvini, sacerdote e studioso di medicina. L’opera rappresenta la terza edizione della traduzione del Dizionario Universale delle Arti e delle Scienze, dall’inglese al francese. La biblioteca è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 08:00 alle 14:00 e dalle 16:00 alle 19:00; i servizi offerti comprendono prestito in sede, consultazione, informazioni bibliografiche, fotocopiatura e accesso ad Internet.
Piazza Guglielmo Marconi
Procedendo in direzione nord su via Roma, caratterizzata dalla principale fontana del paese e dalla presenza del Giardino Margherita, da poco restaurato.
Abbeveratoio e Fiumara
Rappresentati da due grandi vasche rettangolari in pietra: una con bordo più alto che serviva per abbeverare gli animali, mentre l’altra più bassa, costituita da bordi realizzati con larghe lastre di pietra lavica, poste leggermente inclinate e scanalate a formare dei lavatoi.
Tipicità
Molte sono le peculiarità tipiche del Comune, in ambito enogastronomico e non. Le varia festività e ricorrenze sono infatti accompagnate dalla preparazione, che spesso avviene in ambito familiare, e degustazione di ricette tipiche. Dai “muffulitti”, panetti conditi con ragù, consumati durante il mese di novembre per i festeggiamenti di San Martino, ai “buccellati”, biscotti con ripieno di mandorle o fichi, preparati in genere durante le festività natalizie; ed ancora torrone, arancini, limoncello, il tutto preparato artigianalmente. Degno di nota è lo zelo dei contadini per la cura delle campagne, da cui traggono prodotti naturali come l’ olio, per consumo proprio e non. Oltre alle tipicità enogastronomiche, il paese viene ricordato per la dedizione all’arte del ricamo e della ceramica.
Appuntamenti
Gennaio:
Epifania, Concorso per il miglior presepe.
Febbraio:
Carnevale, Sfilata di carri allegorici;
Festa di San Biagio.
Marzo:
Festa di San Giuseppe.
Aprile:
Riti della Settimana Santa.
Maggio:
Festa del “Trionfo” di Maria Santissima delle Grazie o “Madonna Povera”.
Giugno:
Corpus Domini.
Luglio:
Festa della Madonna dell’ Abbondanza;
Festa di Sant’ Anna.
Agosto:
Festa di Maria Santissima delle Grazie;
Estate caterinese.
Settembre:
Festa della Madonna della Provvidenza;
Festa di Santa Caterina d’ Alessandria.
Ottobre:
Festa di San Francesco;
Festa della Madonna della Zotta.
Novembre:
Commemorazione dei defunti;
Festa di San Martino;
Vampe di Santa Caterina.
La più importante Festa Religiosa a Santa Caterina Villarmosa è quella in onore alla patrona, Santa Caterina d’Alessandria. Questa festa ha subito una modifica calendariale, infatti, da molti anni è celebrata il 25 Settembre (non più il 25 Novembre), però, una tradizione che si è mantenuta nel corso degli anni è di accendere dei fuochi, i cosidetti vampi di Santa Caterina, la sera del 24 Novembre.
L’accensione di questi falò, di questa festa religiosa a Santa Caterina Villarmosa, richiama la presenza degli abitanti del quartiere ove avviene il cerimoniale.
Secondo quanto riferito dagli anziani, al centro dei falò si collocavano: attrezzi agricoli in disuso, paglia, legna e canne, e si recitava l’orazione di Santa Caterina d’Alessandria facendo passare, contemporaneamente, il bestiame per purificarlo dalle malattie e preservarlo dalle epidemie. A quest’usanza se ne aggiungeva un’altra rilevante che prevedeva il salto delle fiamme da parte dei giovani.
Attualmente l’organizzazione e la gestione di questi fuochi rituali è proprio di competenza dei giovani (dai 9 ai 13 anni circa), impegnati, per svariate settimane, nella ricerca dell’occorrente per l’allestimento delle vampe caratteristiche di questa festa religiosa a Santa Caterina Villarmosa. Il materiale adibito per i focolai spesso è “rubato”, ma tale gesto è un’azione assolutamente tollerata da tutta la comunità, giacché, ciò è considerato come un gesto compiuto dall’innocenza giovanile convinti di fare qualcosa per Santa Caterina.
Nell’ora convenuta, da un piccolo fuoco “addumato” accanto alla vampa sono accese tante torce, i ragazzini si dispongono in cerchio attorno all’ammasso di legna e accompagnati dagli applausi dei presenti, appiccano alla vampa mentre la gente grida ripetutamente: “Viva li vampi di Santa Caterina! Viva li vampi di Santa Caterina”. Tale momento rappresenta il più sentito dai fedeli e dai genitori di questa festa religiosa a Santa Caterina Villarmosa.
Parte saliente della serata di questa festa religiosa a Santa Caterina Villarmosa è quando si consuma il salto della vampa da parte degli stessi ragazzi “organizzatori”.
Effettuare il salto equivale ad eguagliare Santa Caterina: così come le fiamme non hanno bruciato lei, non brucieranno neanche i ragazzi. In ogni caso, nel momento più difficile ci si rivolge alla Santa per ricevere il suo aiuto cosi da poter saltare la vampa con tutta sicurezza. La tradizione vuole che si prenda la rincorsa e mentre si salta si gridi “Viva Santa Caterina! o Viva li vampi di Santa Caterina!”.
Da sei anni a questa parte il numero dei fuochi si è relativamente ridotto, e per motivi di sicurezza (legati alla costruzione della rete di distribuzione del gas), non sono più accesi nelle vie del centro abitato, ma in luoghi più periferici.
Questa Festa Religiosa di Santa Caterina Villarmosa rimane una delle feste tipiche e caratteristiche del paese.
Dicembre:
Festa dell’ Immacolata Concezione;
Festa di Santa Lucia;
Festività natalizie comprendenti la Sagra del buccellato.