Comune di Sant’Angelo Muxaro

Sant'Angelo Muxaro, AG, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Sant'Angelo Muxaro - veduta panoramica

Cenni storici


Sant’Angelo Muxaro, piccolo Comune della Sicilia nella provincia di Agrigento, è posizionato su una collina a 335 metri sul livello del mare, alla sinistra del fiume Platani. Nel 1506 fu agevolata la colonizzazione di profughi albanesi che caratterizzarono la vita del paese, poiché emigrarono intorno al XV secolo per l’invasione turca dei Balcani. Intorno al XIII secolo a.C. sorse un villaggio di età del ferro da popolazioni indigene. Nel 1511 iniziarono le prime costruzioni del centro abitato che assunsero nell’800 una certa rilevanza nel contesto archeologico siciliano.

Attrattiva principale


Sulla collina di Sant’Angelo Muxaro si trovano tante tombe rinvenute, scavate nella roccia e che prendono una forma rotonda, la quale richiama le costruzioni funebri principesche della Grecia. Tali tombe contenevano un elevato numero di cadaveri; ciò fa pensare ad un uso domestico o dinastico delle stesse. La più grande tomba protostorica è la “Grotta del Principe” (dal diametro di 9 metri e da 3,5 metri di altezza) formata da due grandi camere circolari comunicanti. Mentre le altre sono più piccole e formate da un’unica grotticella.

Da visitare


La Chiesa Madre: Edificio religioso dalla forma retta e squadrata, appartenente alla tradizione cinquecentesca; esso rappresenta anche una sobria espressione del tardo barocco di metà secolo XVIII.

La Chiesa del Carmelo: L’esistenza di questa chiesa risale al 1604. Al giorno d’oggi si trova senza tetto sul lato est e alcune arcate sono mancanti. Si possono notare, invece, i resti delle mura, dei cornicioni e una finestra con inferriata.

La Necropoli: Costituisce un insieme di piccole grotte (tombe antiche) che si trovano lungo i fianchi del colle del paese.

Il Monte Castello: Questo monte è situato ad ovest del paese, ed è raggiungibile attraverso una lunga passeggiata tra la natura. Dalla sua sommità è possibile ammirare uno splendido panorama.

La Grotta Ciavuli: Rilevante attrazione naturalistica situata alle pendici del colle, al cui interno si possono notare delle splendide cristallizzazioni. Essa è caratterizzata da una vegetazione molto rigogliosa, tipica della macchia mediterranea, e da una fauna che comprende la martora, il corvo imperiale e l’aquila del Bonelli. Insieme alle tombe, essa denota una delle più importanti testimonianze di un’esistente necropoli greca.

Tipicità


Le coltivazioni maggiori sono le olive e le mandorle: dalle olive si produce l’olio e con le mandorle si creano diverse ricette di dolci, come ad esempio la “cubaita” che è un torrone croccante e rientra tra le specialità culinarie siciliane, tipiche del periodo natalizio. Molte persone del paese sono solite praticare ancora antiche e tradizionali attività, quali pascolare le pecore, produrre la ricotta, e allevare le galline per rifornirsi di uova fresche. Proprio con le uova fresche viene fatto un dolce tipico del periodo di Pasqua, ossia i “cannileri”.

Appuntamenti


La Festa del Patrono Sant’Angelo Martire

La festa è il 5 maggio e ha inizio con la celebrazione della Santa Messa e, in seguito, avviene la processione del simulacro del Santo per le vie del paese. A fine giornata, i festeggiamenti del Santo patrono vengono conclusi con uno bellissimo spettacolo di fuochi d’artificio.

La Sagra della Ricotta

Al mattino il paese si riempie di pecore che girano per le strade, intanto in piazza si inizia a preparare la ricotta proprio come si faceva una volta: su tre grossi blocchi di pietra viene appoggiata una grande pentola che bolle sopra della legna accesa e sotto l’occhio vigile del pastore che mescola ininterrottamente. Quando la ricotta è pronta, visitatori possono avvicinarsi per assaggiarla. In seguito fanno ingresso in paese i cavalli per la tradizionale sfilata. Per la gente del posto ormai avere un cavallo da addobbare a festa e cavalcare in questo giorno e qualcosa di unico, di irrinunciabile, qualcosa di cui andar fieri tutto l’anno in attesa della manifestazione prossima. Nel primo pomeriggio giungono in paese “Nardu e Ribberiu”, due pastori in costume tradizionale che portando in giro per il paese il loro asino e il loro gregge, danno vita ad una farsa comica: un susseguirsi di, insulti, cadute, scenette grottesche, liti sotto gli occhi infastiditi del loro padrone,”U Camperi”. Dopo aver girato le vie del paese si ritorna in piazza, dove i due pastori, finiti i mestieri della giornata, provano ad andare a letto, ma sono svegliati dall’angelo del Signore per annunciare loro che in una povera capanna è nato il Bambin Gesù. Più tardi, la rappresentazione sul palco dell’Erodiade, con il Tiranno Erode che vorrebbe uccidere il Bambino Gesù, con i Re magi che dall’Oriente vengono in cerca del Messia seguendo la stella cometa e con tanti altri personaggi. La serata si conclude passeggiando tra bancarelle assaggiando prodotti tipici, grigliate di carne e con spettacoli musicali.

La Festa di San Giuseppe

La manifestazione è anche identificata come festa dei cosiddetti “Cannistri”, costruzioni di legno ricoperte di fiori e doni (pane, pasta, arance, vino e tante altre cose ancora). Il giorno della festa le famiglie che hanno fatto voto a San Giuseppe o che hanno chiesto una grazia, invitano presso le loro case i così detti “mmitati”, vale a dire gli invitati, scelti tra la gente più bisognosa del paese offrendo loro un gran pranzo fatto d’ogni ben di Dio: pasta fatta in tantissimi modi, frittate, dolci, tra cui la tipica “Pignolata”.
Alla fine del pranzo, gli invitati ricevono in dono dalle famiglie confezioni di pasta, caffè, farina, uova, frutta dolci e tutto ciò che è rimasto del pranzo dato che le innumerevoli portate non vengono del tutto esaurite.

Nello stesso giorno tre famiglie che hanno preparato i “Cannistri” offrono a tre persone, un uomo, una donna e un bambino, il pranzo che sarà consumato nella Piazza Umberto I°, su di un palchetto e sotto gli occhi di tutta la cittadinanza. A fine pranzo si snoda per le vie del paese la processione col Santo. Durante il percorso la gente fa delle offerte in denaro e le banconote vengono attaccate con spilli all’abito dello stesso Santo al grido di “Viva il Patriarca San Giuseppe”.

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