Cenni storici
Delia è un piccolo comune della Sicilia in Provincia di Caltanissetta. Il suo nome deriva dall’arabo Deliyah che significa vigneto; infatti il clima mite e il suo territorio, reso poroso da alcune falde acquifere, favoriscono la crescite di viti, ulivi, cereali, ortaggi e frutta (come il pesco). Il paese sorge a 447 metri sul livello del mare e si espande sul pendio di una delle colline da cui domina l’omonimo fiume detto anche Gibbesi. Conta circa 5000 abitanti e, toccata dal fenomeno migratorio, oggi è meta di approdo per numerose famiglie provenienti dal Marocco e dai paesi dell’Est asiatico. Le sue origini sono antiche, infatti, i primi documenti sul feudo e il casale di Delia, risalgono al 1270. Prima di questa epoca, il castello di Delia fu una fortezza di importanza militare. Durante la guerra del Vespro, che durò dal 1282 al 1302, Delia fu al centro di diversi episodi che dimostrano la sua importanza strategica nell’ambito della guerra tra Angioini da una parte e Siciliani dall’altra, sotto la guida del Re Pietro d’Aragona. Molti storici hanno riconosciuto nell’odierna Delia, l’antica Petiliana e che le sue origini possono essere fatte risalire al tempo dei romani, infatti su una locanda del borgo di Delia, vi era la scritta “Hospitatoria taverna petiliana”. La denominazione di Petiliana sarebbe stata in seguito mutata in Petilia, da cui si sarebbe giunti all’odierno nome di Delia. Uno dei primi signori della terra e dei castelli di Delia, fu il francese Rainaldo de Plujia, mentre l’origine della sua fondazione risale a Gaspare Lucchese che , il 23 Marzo 1956, chiese al vicerè di Sicilia, Giovanni Ventimiglia, di fare del feudo di Delia un centro abitato. Il 22 febbraio 1597 il Re Filippo II di Spagna, concesse il diritto a don Gaspare Lucchese di fondare “la terra de la Delia”.
Attrattiva principale
Il castello dei Normanni
“Il castelazzo” o “torre del castellaccio”, Castrum Deliae, sulla S.S. 190 ad 1 km circa dall’abitato, si staglia da una collina rocciosa il Castello di Delia, fortificazione per la difesa delle coste meridionali dell’isola dell’alta valle del Gibbesi. Sulla roccia gli arabi edificarono una poderosa rocca che, espugnata dai Normanni, fu ulteriormente ampliata e fortificata. Durante la guerra del Vespro 1228-1302 fu al centro di fati di passioni e di sangue. Con alternative vicende passò nelle mani di numerosi nobili feudatari fino al 1581, quando fu ereditato dal barone Gaspare Lucchese, fondatore di Delia. Dopo la fondazione di Delia è probabile che il castello, non essendo più stato frequentato, sia caduto in abbandono e alla fine del XVI secolo era quasi dirupo. Nel 1878 il castello fu inserito tra i monumenti del regno e usufruì del primo restauro.
Da visitare
Chiesa S. Maria di Loreto: eretta nel 1500 sui ruderi della Chiesa di San Nicola di Mira e conserva la facciata di stile neo-classico con portale e campanile barocco, mentre il rosone centrale è arricchito da una vetrata artistica raffigurante il logo del Giubileo 2000. Al suo interno vi sono opere di grande valore artistico come ad esempio la Tela di Pietro D’ Asaro il “Monocolo” dedicato alla patrona Santa Rosalia.
Chiesa S. Maria dellri’Ita: Itra dal termine etimologico Odigitria deriva dal bizantino e significa “ guida condottiera”, era l’immagine della Madonna venerata del quinto secolo a Costantinopoli. Questa chiesa è stata ricostruita sul preesistente edificio e fu aperta al culto nel 1769, custodisce ancora oggi al suo interno opere di grande valore come la statua lignea della Madonna dell’ Itria. Il campanile che svetta accanto alla chiesa dal 1988 è stato realizzato conciliando uno stile architettonico dal “ gusto”arabo e uno moderno.
Chiesa la Croce: Fu eretta nel 1765 sui ruderi di una preesistente chiesa del XXIII secolo che sorgeva nel quartiere vecchio denominato “ Degli Ebrei”; costruita in pietra intagliata con imponente abside a semicerchio e il suo interno è arricchito da stucchi con cinque cappelle barocche ornate da colonne tortili e altari di legno intagliato.
Chiesa il Carmelo: Le sue origini derivano al 1602 ed è stata costruita da Don Gaspare Lucchese, Barone della “ terra de la Delia”. La facciata è arricchita da un superbo portale e da un campani ledi stile neoclassico conciliato con uno stile gotico. Al suo interno risultano di pregevole valore gli affreschi della Scuola del Serpotta e le tele di famosi artisti. La lunga scalinta che rende caratteristico l’ ingresso è stato costruito acanto un pittoresco giardino.
Chiesa Madonna di Monserrato: Chiesetta dedicata alla Madonna di Monserrato, fu ristrutturata nel 1990 e si affaccia a ridosso di un gigantesco masso che sormonta Monserrato, meglio conosciuto come la “ petra”.
Monumento agli emigrati: opera scultorea dell’ artista Giuseppe Lucchese rappresentante il dolore provocato dall’immigrazione che colpisce il paese.
Obelisco: Monumento in marmo con pannelli di bronzo situato al centro della Piazza Madrice “ Giovanni Paolo II “. È stato costruito in occasione dei festeggiamenti per il quarto centenario della fondazione di Delia.
Villa Cappellano: Ex “ seminario Arcivescovile” sito in Contrada Cappellano, territorio di Caltanissetta ma appartenente al nostro interland. La villa di Cappellano è un grande edificio a 2 km da Delia costruito alla fine del 1500 a opera di padri Gesuiti che avevano ricevuto in dono il feudo omonimo dai Moncada di Caltanissetta.
Tipicità
La cuddrireddra: prevede una ricetta, delle tecniche e degli strumenti di lavorazione che sono stati tramandati di generazione in generazione divenendo così un dolce tipico ed esclusivo di Delia. Questo ha forma di corona omaggiando le castellane che vivevano nella fortezza medievale durante la guerra dei Vespri Siciliani. Nei secoli passati era prodotto dalle massaie nel periodo di carnevale ogni Giovedì Santo, creando un piatto saporito e di grande effetto. La parte più complicata avviene nel momento della creazione della forma in cui viene utilizzato uno strumento denominato “ pettine”, formato da due asticelle di legno unite da filamenti di canna di bambù levigata. La fase finale del dolce consiste nel friggere l’ impasto in un buon olio di oliva.
Appuntamenti
2 Novembre: li muerti ; In questo giorno è usanza preparare li “canniscia “ ( piccoli vassoi di frutta martorana o pasta reale, taralli,mandorle,arachidi) e la “cuccìa” ( zuppa di cereali a base di frumento).
7-8 Dicembre: la ‘mmaculata; caratteristica di questa festività sono: – “ Li Vampi”, un falò preparato con legna e paglia che danno vita ad un stupefacente spettacolo di luce e di colore nei vicoli del paese.
- “ lu matutinu”, camminata popolare al suon di motivetti tradizionali per le vie del paese fino all’ alba.
- li muffuletti”, pagnotte impastate con farina di frumento e semi di finocchietto che so condiscono appena clade con formaggio pecorino,olio,acciughe, sale e pepe.
- “li guasteddri fritti”, frittelle inzuppate di zucchero o miele.
Dal 16 dicembre alla notte di Natale: li nuveni o clici di preghiera che durano nove giorni e culminano nella Vigilia di Natale e denominano i presepi di quartiere appunto come “ nuveni”,i quali vengono addobbati con sparacogni( asparago selvatico), azzalori(bacche di ginepro), ciuffi di bambogia,aranci e mandarini e lippu di muru o muschio descrivono angoli della suggestiva bellezza e maestrìa.
Notevoli anche le delizie gastronomiche del Natale: “lu purciddratu” ( pane di grano duro addolcito da fichi,cannella, mandorle,cubbaita).
19 Marzo: San Giseppi; durante questa festività si rappresenta il viaggio in Egitto della Sacra Famiglia alla ricerca di un alloggio. Viene allestita,infatti, la “Tavulata” di San Giuseppe, ricca di ogni specie di prelibatezza come ad esempio le Leccornie ovvero dolcetti di pasta dolce ornati con glasse bianca e cumpittura, che vengono presentate agli ospiti dalle massaie in svariate forme rappresentanti oggetti e momenti appartenuti alla vita di Gesù.
Marzo- Aprile: la settimana santa: rappresentata all’ aperto con recite e quadri plastici trattu dalla tragedia,” Il riscatto di Adamo”di F.Orioles; Queste iniziano la mattina della Domenica delle Palme e si concludono la Domenica di Pasqua. Di grande bellezza e fascino sono le “ Cadute del Venerdì Santo. Mentre legata al Savato Santo rimane l’ usanza di fare trovare ai bambini li “cannilera” ovvero dolci di pasta zuccherata e colorata con dentro un uovo, raffiguranti galletti, galline o piccoli canestri. La Domenica di Pasqua viene svolto l’ incontro di Gesù Risorto e la Madonna, momento di grande commozione ed enfasi, arricchito con giocolieri di stendardi al suono di una merce che accompagna a ritmo i movimenti dei portatori della statua del Redentore, e viene portata a fine dell’ incontro nella parte alta del paese.