Comune di Vallelunga Pratameno

Vallelunga Pratameno, CL, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Vallelunga Pratameno - Antichi vasi

Cenni storici


Vallelunga Pratameno è un pittoresco Comune della Sicilia, situato in provincia di Caltanissetta. La nascita del feudo “Vallislonge” si può far risalire alla prima metà del 300, come riportato in un atto notarile del 3 aprile 1349. Durante la signoria dei Notarbartolo, verso la fine del 1500, sorsero nel feudo le prime case dei coloni venuti dai paesi vicini a coltivare le terre dei nuovi signori. Fu Don Pietro Marino ( nobile di Termini Imerese), attratto dalla fertilità delle terre e dall’amenità del luogo, a ottenere il 3 settembre 1633 dal viceré Duca di Ayala la “ licentia populandi”. Il nome Pratameno fu aggiunto per la presenza dell’ameno giardino nel feudo Magasenaccio. Il paese prosperò e si ingrandì sotto la baronia dei Papè, che vi realizzarono alcune opere per renderlo più accogliente. Nel 1777 venne creato dalle famiglie più ricche del paese un deposito di frumento destinato al prestito in favore dei poveri. Il frumento depositato ogni anno cresceva oltre misura, segno che la fertilità del terreno assicurava alla popolazione condizioni di vita decenti e accettabili. Nel 1652, pochi anni dopo la fondazione, Vallelunga contava 500 abitanti. Nel 1798 gli abitanti raggiunsero i 3897 che però decrebbero in concomitanza con la nascita del comune di Villalba. Nel 1951 Vallelunga raggiunse 7289 abitanti.

Attrattiva principale


“Lu Palazzu di li scoli” (Perez)

Il palazzo fu costruito nel 1886 grazie al ministro dell’Istruzione, di quegli anni, Paolo Perez. Durante il suo incarico venne firmato il decreto che stanziava il denaro per la costruzione di un “Casamento scolastico”, uno dei pochi di quell’epoca e nella provincia di Caltanissetta. Infatti, il plesso è stato il primo edificio realizzato appositamente per istruire ed ha permesso al popolo di Vallelunga di accedere alla cultura nonostante la scarsità di mezzi. Ultimati i lavori (estate 1886), gli studenti hanno avuto le loro rispettive aule e non più stanze di civile abitazione o addirittura stalle. Per 118 anni il popolo vallelunghese si istruì dentro quelle mura; solo da un decennio vi è stato collocato il museo etnoantropologico che viene chiamato “Museo della Civiltà Contadina”. Di fronte l’entrata del palazzo è stato collocato un libro di pietra, ricavato da un grosso blocco di pietra di Comiso realizzato dallo scultore Valenza; esso è stato presentato ai cittadini di Vallelunga con una manifestazione tenutasi giorno 27 Settembre 2008. Oggi il museo offre una panoramica della civiltà contadina.

Da visitare


La Chiesa Madre

La Chiesa è dedicata al culto di Maria Santissima di Loreto, Patrona di Vallelunga. La facciata attuale in stile neogotico e restaurata intorno al 1840-50, originariamente era in stile tardo-romantico. L’interno a forma di croce latina, sovrastato da una cupola a base ottagonale, è suddiviso in tre navate decorate con rosoni, rombi in stucco e oro risalenti al 1838. La navata centrale è più ampia e le due laterali sono ripartite da quattro arcate per parte, sostenute da pilastri con capitelli decorativi.

Piazza Umbero I

La Chiesa madre si affaccia sulla piazza principale del paese dedicata a Umberto I, decorata con gli oleandri. Nella pavimentazione della parte alta della piazza risalta una mattonella raffigurante lo stemma del comune di Vallelunga. Al centro svetta la fontana dei Tritoni, ovvero una vasca circolare nella quale mostri marini immettono acqua dalle fauci spalancate e al di sopra dei quali è collocato un putto di marmo bianco, opera dello scultore vallelunghese Giovanni Vara. Alla sinistra della piazza sorge l’oratorio della Madonna del SS. Rosario.

L’oratorio della “Madonna del SS. Rosario ”

E’ stato fondato nel 1770 per opera della confraternita dei “Masci” o del Rosario. La facciata è in stile neogotico con un grande portale d’ingresso culminante con un’arcata a sesto acuto. L’interno ha un’unica navata coperta con volte a botte e una cupola a base ottagonale, affrescata con scene raffiguranti la battaglia di Lepanto ed eseguiti tra il 1872-76. Pregevole è l’altare in legno realizzato nel 1865 con decorazioni in oro dall’artista Cicchetti di Mussomeli. Particolare è la vetrata all’ingresso, decorata con splendide immagini dipinte a mano da un certo Annaloro.

Lapide Garibaldi

La lapide è posta nel prospetto della prima sede del comune, in via Garibaldi 106, oggi assegnata alla Pro Loco; il 4 luglio 1907 ricorrente il 1° centenario della venuta di Garibaldi qui a Vallelunga, la giunta comunale ne deliberava la commemorazione facendo collocare la suddetta lapide.

L’Oratorio del Divinissimo Sacramento

L’oratorio risale al 1797-98 circa, per opera della confraternita omonima. L’attuale facciata è in stile neogotico restaurata nel 1930.L’interno ha un’unica navata quadrata e sovrastata da una copertura con volta a botte, divisa in tre parti e riccamente affrescata con scene bibliche risalenti al secolo XIX. Ai lati sono disposte simmetricamente statue in legno, altarini e oggetti sacri. L’altare maggiore è dominato da una tela ad olio raffigurante l’ultima cena, restaurata intorno al 1950 da un certo Costanza. L’edificio viene aperto durante la Settimana Santa per la tavola imbandita che viene preparata dai confratelli, soprattutto, per la presenza della “vara” di cristallo in cui il venerdì Santo i fedeli depongono Gesù Crocefisso, e ogni primo giovedì di tutti i mesi per l’adorazione del Signore.

La Chiesa “Maria SS. del Carmelo”

La chiesa è stata dedicata al culto della Madonna del Carmelo ma per tutti i vallelunghesi è “Lu chianu di l’Armi santi o “Anime Sante”. Essa fu costruita nel 1759, in Piazza Vittorio Emanuele III, per opera del Dott. Don Giacinto Papè, barone facoltoso del tempo. Alla facciata in stile settecentesco è stato aggiunto il campanile in un successivo restauro. La parte esteriore della chiesa è stata recentemente soggetta a restauro per riportarla al suo aspetto originario, falsato con il passare degli anni.

Il Palazzo Audino

Il palazzo, costruito nella prima metà del secolo XIX per opera di Don Niccolò Audino, è stato restaurato e oggi è proprietà della chiesa. Il palazzo si sviluppa in altezza in due piani di stile tardo- ottocentesco, tipica della classe borghese del tempo. Il tetto è a falde mentre l’interno è diviso da porte comunicanti fra loro, caratteristico delle abitazioni civili del tempo. Nelle sale del primo piano, la volta è affrescata da scene naturalistiche con una parete che presenta una lapide commemorativa datata ottobre 1981 per Mons. Guttadauro.

La Tomba di Vallelunga

Casuali ritrovamenti di strutture archeologiche fanno ipotizzare che il territorio di Vallelunga sia stato abitato sin dall’età del bronzo, come dimostra il rinvenimento di una monumentale Tomba scoperta intorno al 1915, durante il rimboscamento di una parte di terreno sulle “Tanarizzi” di proprietà del dott.Tommaso Luigi Moscati (dutturi Giggiu) che denunciò il ritrovamento alle autorità. Il corredo della tomba era composto da ampi bacili e fruttiere su alti piedi e una serie di tazze con alte pareti corredate da altissime anse, il tutto sopraelevato all’orlo con appendici sia ad ascia che biforcate ad orecchie equine. Attualmente il territorio dove è stata rinvenuta la famosa “Tomba di Vallelunga” appartiene alla Sig.ra Rosemarie Tasca D’Almerita.

Il Palazzo Pratameno

Il palazzo fu costruito nella prima metà del secolo XVII dal barone Don Pietro Marino. Esternamente presenta una struttura a falde con altezze disuguali fra le varie abitazioni; il prospetto costruito in pietra ha subìto degli interventi di consolidamento negli anni. Il palazzo si sviluppa attorno ad una corte così come vuole lo schema classico dei fabbricati di campagna; di fatti, la pianta presenta una forma ad “U” con due file di stanze comunicanti per mezzo di grandi porte allineate.

Il Museo etnoantropologico“Salvatore Lo Re”

Il museo della civiltà contadina contiene affascinanti frammenti che giungono dal passato e che sono oggi testimoni di una storia che va avanti nel tempo. Il museo,uno dei più ricchi di ricordi e di storia della Sicilia, offre una panoramica esauriente e attenta del mondo agreste che da secoli è alla base dell’economia del paese. La collezione etnografica documenta le antiche tecniche lavorative in uso in Sicilia, sino alla seconda metà del secolo scorso e legati alla vita domestica; la collezione è costituita da 353 oggetti di cultura materiale e strumenti di lavoro raccolti nel territorio del vallone. All’interno vi sono ricreati interi ambienti rurali con attrezzi caratteristici “lu Trappitu” (il frantoio), “l’aratru” (l’aratro), “lu zappuni” (la zappa), “lu cardu” (l’erpice), “la visazza” (grande sacco di olona), “la tradenta” (la forca a tre denti), “lu crivu” (vaglio a seta larga)….. e altri attrezzi che richiamano alla memoria le nostre origini.

La Santa Croce

Nel 1904 un comitato presieduto dall’Avv. F. Bonasera, presentava istanza al comune per ottenere la concessione di una porzione di terreno comunale, nella parte sud del paese, per la costruzione di un obelisco commemorativo con una croce di ferro in ricordo della missione dei Padri Redentoristi; il consiglio ne deliberava nello stesso anno la costruzione. L’obelisco con la croce di ferro ha un incavo nel quale è deposta l’effigie della Madonna del Perpetuo Soccorso. Da quel momento, i luoghi con i terreni circostanti vennero denominati “S. Croce”.

La Casa dei Fanciulli “S. Pio X”

Ubicata nella parte sud del paese, fu costruita intorno al 1960. All’inizio si propose che la casa fosse diretta dai Missionari Servi dei Poveri del Boccone del Povero di Palermo; ma il Rev. Padre F. Spoto, superiore della congregazione, accolse l’insistente richiesta dell’Arc. Don Calcedonio Ognibene che costituiva così la prima Comunità religiosa composta da Padre Gulino, Padre Giorgio e Fra’ Gerardo. L’istituto doveva accogliere l’infanzia bisognosa di assistenza spirituale e materiale.

Tipicità del Comune


All’interno del Comune il duro e antico lavoro di artigianato è stato tramandato da padre in figlio, fino ad oggi dal ciabattino alle sartorie. I materiali utilizzati nelle lavorazioni, vanno dal ferro e alluminio, al legno, dal cuoio all’argilla presente ampiamente nel territorio; di pregevole fattura sono anche i ricami artistici per arredamento, insieme alle preziose arti del macramè e del tombolo. Per quanto concerne l’aspetto culinario, distinguiamo diverse specialità tipiche: i “guasteddi a facci di vecchia” (focacce condite con olio, sale, origano, pepe, acciughe e formaggio), “u baccalaru iotta” (baccalà in umido), la “cuccia” (pietanza tipica cucinata per S. Lucia, a base di grano duro cotto e condito con olio, sale e pepe), il “savoia” (dolcetto fatto con strati di pandispagna e cioccolato nocciolato) e le “sfinci” (bignè tipico fritto, solitamente ripieno di ricotta, cosparso di zucchero e cannella).

Appuntamenti


MARZO

La Festa di S. Giuseppe

E’ una festa molto sentita dai Vallelunghesi che hanno sempre nutrito devozione per questo Santo e per la Sacra Famiglia. La tradizione vuole che le pie donne, per “purmisioni” (promesse) o grazia ricevuta, imbandiscano delle tavole curate al massimo con ornamenti e benedette dal sacerdote, in onore del Santo, la ”Tavulata di li Virginiaddri”, ricca di primizie di frutta (grosse arance, cedri, finocchi e lattughe), pane di diversa forma ricordante i simboli della Sacra Famiglia, la barba e il bastone di San Giuseppe, dolci e fritture tipiche. Ogni cibo che si trova sulla tavola assume un ben preciso significato intrinseco: l’acqua rappresenta la grazia purificatrice; il vino è segno della benedizione di Dio al lavoro umano; il pane assume un particolare valore perché, riproducendo il bastone, simboleggia l’autorità del Pater Familias.

La Festa dell’albero

Viene celebrata il 21 marzo di ogni anno, presso la Villa Comunale “S. Pertini” in occasione della primavera. Durante la festa vengono piantati dei piccoli alberi per ogni bambino nato nell’anno e residente nel comune; ad ogni madre viene consegnata una foto ricordo con l’essenza dell’albero piantato. Alla manifestazione partecipano tante autorità illustri, tutte le famiglie dei bambini e i ragazzi delle scuole di Vallelunga che animano la mattinata con delle poesie e dei canti preparati a scuola e inerenti con il tema della celebrazione.

APRILE

La Settimana Santa

I Riti della Settimana Santa iniziano la domenica delle Palme con le funzioni che si svolgono nella chiesa Madre, la benedizione delle Palme e dei ramoscelli d’ulivi. Ma è con il Giovedì Santo che si entra nel vivo del Triduo Pasquale con la lavanda dei piedi. La mattina del Venerdì Santo i devoti si recano nelle chiese dove viene esposto il Signore per l’adorazione. A mezzogiorno i fedeli si recano nella chiesa del SS. Crocefisso e accompagnano in processione, con la Via Crucis, il Cristo morto e l’Addolorata al Calvario; dopo una commossa e partecipata veglia, alle 21:00, una tristissima processione accompagna il Cristo nell’urna riportando i simulacri nella chiesa. Il sabato è un giorno di preghiera e di digiuno e la sera viene celebrata la Veglia Pasquale. Le celebrazioni della Settima Santa si concludono la Domenica di Pasqua con la solenne messa della Risurrezione. Durante quella settimana si mette anche in scena una rappresentazione piena di atmosfera e quasi reale della Passione di Cristo, con personaggi viventi.

LUGLIO

La Sagra del grano

La prima edizione della festa del grano ha avuto luogo nel 2015. La serata viene animata dalla presenza di un gruppo folkoristico “i figli delle robbe” il quale permette ai piccoli di conoscere i canti della tradizione che consentivano di allietare il lavoro nei campi ed aiutavano a percepire meno la fatica; per i grandi, invece, rappresenta l’occasione di rivivere ciò che vedevano fare da bambini ai propri nonni. E’ prevista anche la degustazione di pasta, cuccia, pane e “sfinciuni”, insieme agli stand di ricami ed artigianato locale.

AGOSTO

La Festa dell’emigrante

La festa si articola in due serate durante il primo fine settimana del mese d’agosto, presso la Villa Comunale “S. Pertini”. Durante la manifestazione vengono fatti degustare dei prodotti tipici locali come: pani cunzatu cu l’uagliu (pane condito con olio) e sfinciuni (pizza al taglio), il tutto innaffiato dal buon vino Vallelunghese. Le due serate vengono animate da gruppi folkloristici e da spettacoli musicali.

Il Festival Canoro

Il festival si articola in due serate: i vari cantanti vengono presentati e si esibiscono intervallati da spettacoli di vario genere ed ospiti illustri. La conclusione della seconda serata vede il giudizio della giuria tecnica e la proclamazione del vincitore.

SETTEMBRE

La Sagra dell’uva

La sagra viene organizzata nella Villa Comunale. La manifestazione ha lo scopo di promuovere e incentivare la conoscenza dei prodotti gastronomici locali, con particolare attenzione alla produzione del vino. Sono chiamati a partecipare tutte le aziende commerciali ed agricole della zona alle quali viene assegnato uno spazio gratuito per l’esibizione dei propri prodotti e concesso un contributo pari al valore delle consumazioni della serata. Partecipano alla Sagra anche aziende riconosciute a livello mondiale come Regaleali.

La Festa patronale

Si celebra la quarta settimana di settembre, in onore della Madonna Maria SS. di Loreto; in occasione della festività, il paese è raggiunto da migliaia di persone. Anche molti emigrati ritornano appositamente nel proprio paese per partecipare alla festa. Tradizionale ed emozionante è la Fiaccolata del giovedì sera che inizia dalla chiesa Madre per percorrere le principali vie del paese. Culmine della festa è l’emozionante processione della domenica dopo la solenne messa serale; secondo un ordine dettato dalla tradizione, i fedeli insieme agli organizzatori della Pro Loco, le confraternite, l’amministrazione comunale, il corpo dei Carabinieri e della Polizia Municipale, rigorosamente in alta Uniforme, fanno da corteo alla meravigliosa Patrona di Vallelunga.

NOVEMBRE

La Festa di San Martino

Il santo viene festeggiato nei giorni vicini l’11 novembre, in Piazza Umberto I. Durante la serata i cittadini hanno la possibilità di degustare il vino novello preso per l’occasione e assaggiare vari tipi di dolci, focacce e pizze. Il tutto in un’atmosfera tradizionale e gioiosa, brindando con il vino novello e i tipici biscotti di S. Martino, offerti gratuitamente dai forni locali.

DICEMBRE

La Cicirata

Il 23 dicembre di ogni anno, in diversi angoli del paese, si dà il via a una grande scorpacciata di ceci, messi a mollo il giorno prima e la sera bolliti su grandi fornelli, in capienti pentoloni con verdure locali e peperoncini. Il succulento piatto locale è distribuito fra i presenti e viene accompagnato da focacce, oltre a ceci tostati, con un sottofondo di canti natalizi diffusi dagli altoparlanti.

Novena e concerto di Natale

Dal 2010, il 16 Dicembre l’associazione musicale “V. Bellini” allieta le vie vallelunghesi suonando nenie natalizie e cantando la novena in dialetto (una strofa ogni sera fino al 24) che narra la storia della nascita di Gesù dall’editto di Cesare. Il periodo natalizio si conclude con un concerto bandistico che esegue una miscellanea di brani natalizi e non; è un momento di realizzazione e di confronto che esalta il lavoro svolto durante l’anno.

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