Typical Sicily prosegue il suo viaggio tra i borghi più belli della Sicilia, e oggi si ferma a Petralia Soprana, un borgo situato nel cuore delle Madonie e lontano dal caos cittadino.
Petralia Soprana, pietra tra le pietre.
Ricoperta da boschi, macchia mediterranea e pascoli, Petralia conta poco più di 3.300 abitanti. I normanni la ribattezzarono Petra Heliae, “pietra di Elia”, in onore del profeta Elia, ritenuto il fondatore dell’ordine dei Carmelitani Scalzi.
Le origini di Petralia Soprana risalgono all’antica Petra, città fondata dai Sicani per meglio difendersi dai continui attacchi del nemico. Nel 1062 fu conquistata dai normanni e il conte Ruggero ne fortificò il castello, le torri e i bastioni esistenti. Ancora oggi il paese conserva la struttura urbanistica di tipo medievale con le tipiche stradine che si snodano tra palazzi nobiliari e chiese, con le piazze circondate da suggestive costruzioni che si affacciano a meravigliosi belvedere.
È proprio da questi che inizia la visita: quello di Loreto, “u castru” in siciliano, che comprende nello sguardo l’Etna e, in senso orario, Enna, Caltanissetta e la vallata del fiume Imera; quello del Carmine che offre il panorama della Sicilia occidentale verso Palermo; e quello di piazza Duomo che volge a est verso Gangi abbracciando l’Etna sullo sfondo.
Piazza Loreto, sede della fortificazione sicana e poi romana, originale spazio architettonico su cui si protende la chiesa di Santa Maria di Loreto, dalle forme tardo barocche e con pianta a croce greca si apre nella parte più alta del borgo. Dalla piazza San Michele si arriva in piazza del Popolo, dove si affaccia il neogotico palazzo municipale e il palazzo Pottino dei marchesi di Echifaldo. Proseguendo appare la chiesa del Collegio a navata unica e di gusto barocchetto-monastico.
Nell’adiacente piazzetta Ruggero VII si trova l’oratorio delle Anime Purganti, dal prospetto con campanile a vela. Nella vicina piazza Fontana dei Quattro Cannoli, la fontana barocca in marmo di Billiemi fino al Settecento era l’unica fonte dell’abitato. Percorrendo una stradina si arriva nella scenografica piazza Duomo, su cui si affaccia la chiesa Madre dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. Tornati alla fontana, imbocchiamo un vicolo per raggiungere la chiesa del Salvatore dalla pianta ellittica, unica nelle Madonie. In prossimità della normanna porta Servi si trova la chiesa di San Teodoro sull’omonima piazzetta, dalla forma irregolare. Con una breve passeggiata si arriva al convento dei Frati Minori Riformati, eretto con l’annessa chiesa nel 1611 per volontà di alcune nobildonne. Lì vicino, la settecentesca villa Sgadari, una delle più belle ville barocche delle Madonie.
La festa principale del paese è quella dei santi patroni San Pietro e Paolo, e si articola nei cinque giorni precedenti al 29 giugno. In questo periodo il paese ospita un gran numero di fedeli e turisti. La tradizione prevede una processione che svolge la sera con i simulacri dei santi in misura ridotta e accompagnata dal suono dei tamburi magistralmente suonati dal gruppo “tamburinari e stinnardiri supranisi”. Il giorno della festa la processione avviene in modo diverso, in quanto si svolge con la partecipazione delle due confraternite religiose del paese che portano in processione fino a 15 statue.
Tra le specialità gastronomiche del borgo si apprezzano in particolare le minestre: le lenticchie aromatizzate con i finocchietti selvatici, i ceci, le verdure selvatiche come la cicoria e la borragine, che acquistano gusto grazie all’altitudine. Quando queste verdure sono cucinate insieme si ottiene la “virdura maritata”.