Continua il viaggio di Typical Sicily alla scoperta dei borghi. Questa settimana ci fermeremo a San Marco D’Alunzio, un borgo medievale immerso nel verde del Parco dei Nebrodi.
San Marco D’Alunzio, un museo a cielo aperto.
Situato sulla sommità del Monte Castro, San Marco D’Alunzio conta quasi 2.000 abitanti. La sua fondazione risale al IV secolo a.C. Le prime fonti storiche sono da attribuire a Dionigi di Alicarnasso che racconta della fondazione di Alontion ad opera di Patron da Thuri, seguace di Enea.
Durante l’Impero Romano, la città di Haluntium diventa Municipium Aluntinorum, batte moneta e si sviluppa come centro fiorente, tant’è che la sua importanza è narrata anche da Cicerone nelle Verrine. Con l’arrivo dei Bizantini, viene chiamata Demenna e diventa la città principale del Val Demone. Nel 1061 i Normanni, guidati da Roberto il Guiscardo, edificano il primo castello in Sicilia e si insediano attribuendo alla città il nome di San Marco. Nel 1867 la città prende il nome definitivo di San Marco D’Alunzio.
San Marco D’Alunzio custodisce ancora oggi le tracce di duemilacinquecento anni di cultura. L’incontro di storie e di civiltà differenti ha contribuito a plasmare l’identità del piccolo borgo, che sin dalla sua fondazione, si è distinto come città di sviluppo culturale ed economico.
Nella parte più alta dell’abitato si scorgono i ruderi del castello di San Marco, edificato da Roberto il Guiscardo nel 1061, sui resti di una fortificazione preesistente. Al di fuori delle mura, prima di entrare nel centro storico, si nota in posizione isolata la chiesa di San Marco, edificata sopra il tempio di Ercole, del quale non restano che pochi blocchi in pietra tufacea.
Tra le ventidue chiese ancora presenti, sono particolarmente interessanti quelle di: San Teodoro, detta anche Badia piccola, decorata con magnifici stucchi; il monastero delle Benedettine, recentemente ristrutturato per accogliere il Museo bizantino-normanno; la chiesa della Madonna Annunziata, situata all’inizio del paese come a guardia dell’abitato. Percorrendo il centro storico lungo la centrale via Aluntina, s’incontra la chiesa Madre di San Nicolò, dalla sobria facciata arricchita soltanto da tre portali in marmo rosso locale, utilizzato a profusione anche all’interno.
Più avanti, in piazza Sant’Agostino, si trova Santa Maria delle Grazie, che custodisce il monumento funerario dei Filangieri, opera di Domenico Gagini, con una bella statua dall’espressione dolce e serena. Ci si lascia sulla destra la chiesa di San Basilio, di cui si conservano i resti di un loggiato ad archi acuti, e si arriva alla chiesa dell’Ara Coeli, che presenta un portale affiancato da colonne scanalate e arricchito da volute e decorazioni floreali. La chiesa di San Salvatore, detta Badia Grande poiché vi era annesso un importante monastero di suore benedettine fondato dalla regina Margherita di Navarra, ora diroccato, sorge isolata in direzione del campo sportivo. Il borgo è compreso nel Parco dei Nebrodi: è, dunque, caratterizzato da aria pura e vedute mozzafiato, con le isole Eolie all’orizzonte e, per gli amanti del mare, le acque cristalline di Torrenova, Sant’Agata Militello e Capo d’Orlando che distano rispettivamente 7, 15 e 20 km.
Tra le feste celebrate a San Marco D’Alunzio, una delle più caratteristiche è senza dubbio quella dei Santi Patroni San Marco Evangelista, San Nicola di Bari e San Basilio Magno, che si svolge dal 30 luglio al 2 agosto. È una festa folkloristica alla quale partecipano i ragazzi del luogo che addobbano i cosiddetti rami (alberelli di alloro) con nastri colorati, soldi e foulard. Il corteo, preceduto da questi ragazzi che portano i “rami” si snoda per le vie del paese, accompagnato dalla banda musicale e da una gran folla, e prosegue per le vie del paese fino alla piazzola antistante l’antico Monastero dove, a suon di musica, tutti scalano i “rami”, per mettersi in mostra e divertire il pubblico. Al termine dello spettacolo c’è la premiazione del ramo più bello e la distribuzione delle “Collure Benedette” (ciambelline realizzate con pasta azzima).
Tra le specialità gastronomiche del borgo, i maccheroni al tegamino, pasta fatta in casa, le “lattupitte” (frittelle di pasta di pane poco lievitata) e grigliate di carne e di pesce.