Turismo accessibile: Siracusa, un modello da seguire

Tempo di lettura 3 minuti • 19 Novembre 2016 • Pubblicato da silvia turismo accessibile

Quello del turismo accessibile, un tema molto delicato, attuale e complesso.

Partiamo da una definizione condivisa, “Per turismo accessibile si intende l’insieme di servizi e strutture in grado di permettere a persone con esigenze speciali la fruizione della vacanza e del tempo libero senza ostacoli e difficoltà”. Insomma, una questione di civiltà.

Bruno Galvani, presidente della Fondazione Anmil “Sosteniamoli subito”, paralizzato dall’età di 17 anni a causa di un brutto incidente sul lavoro, si muove da allora con la sedia a rotelle. Nel 2016 ha effettuato il suo solito tour per l’Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sui temi della sicurezza sul lavoro e della disabilità. Al rientro, Galvani ha commentato con grande ironia la sua esperienza: “Ho visto cose che voi umani non immaginate. Un’Italia di barriere, maleducazione e disinformazione. Mi sono ritrovato in hotel che dichiaravano di essere accessibili ai disabili, ma dove invece non si riusciva nemmeno ad aprire la porta della doccia. E dove i gestori poi affermavano che secondo la Asl i loro spazi seguivano i criteri di legge”.

Le città accessibili del nuovo millennio sono (o, meglio, dovrebbero essere) quelle in cui la qualità della vita è un diritto di tutti e per tutti. Oggi si parla tanto di “turismo accessibile”, “turismo per tutti”, “turismo inclusivo”, “turismo senza barriere”, una sfilza di etichette per descrivere un fenomeno importantissimo.

Ma si tratta di un concetto ideale? Assolutamente no.

Turismo accessibile, un’esperienza possibile

turismo accessibile

In Italia, esistono luoghi concreti in cui il turismo è un’esperienza possibile – e vivibile – per tutti. L’Amnil, associazione italiana mutilati e invalidi del lavoro, ha stilato una classifica sulle città italiane accessibili, dando i voti a oltre 100 province italiane, con un punteggio da 1 a 10. Ferrara, Cremona e Torino sono in cima alla lista. Queste città primeggiano per la loro capacità di formulare un’offerta turistica basata sulla disponibilità di strutture ricettive adeguate, enti, trasporti e infrastrutture idonei alle necessità delle persone con esigenze speciali.

E in Sicilia? Siamo orgogliosi di menzionare Siracusa tra le migliori città accessibili d’Italia (accanto alle già sopra citate località), che ha ottenuto un fantastico 8: un numero che fa tanto sperare.

L’indagine nazionale verteva sulla presenza o meno di barriere architettoniche, sulla possibilità di visitare luoghi turistici e sulla condizione di negozi, bar e ristoranti.

Bernadette Lo Bianco, presidente di Sicilia Turismo per Tutti, associazione dedicata allo sviluppo del turismo accessibile in Sicilia. “Il turismo accessibile è un’opportunità che deve essere abbracciata da tutto il settore ed attuata dalle politiche nazionali del turismo e dello sviluppo strategico; infatti, i servizi turistici accessibili sono servizi migliori per tutti i viaggiatori e contribuiscono a migliorare la reputazione e la visibilità di una destinazione”.

Garantire l’accessibilità della ricettività, del trasporto e della mobilità, della ristorazione e del tempo libero comporta la creazione di una rete di servizi efficienti e facilmente fruibili, soprattutto per chi possiede specifiche esigenze.

La prospettiva mentale da adottare è quella di una famiglia comune che vuole programmare un viaggio, decidendo in autonomia gli itinerari e qualsiasi altro tipo di tappa, sulla base dei propri interessi culturali, ricreativi ed enogastronomici. Senza difficoltà. Poi, bisognerebbe pure estendere questa filosofia di vita al resto della popolazione. Si capisce bene che non è affatto semplice, ma bisogna comunque guardare avanti. La direzione è questa qui.