Comune di Aci Castello

Aci Castello, CT, Italia
Comune della Sicilia - Aci Foto del Castello - Giardino interno del Castello Normanno

Cenni storici


Attraverso un affascinante e frastagliato paesaggio segnato dalle scure stratificazioni laviche e dalla ricchezza della vegetazione, troviamo Aci Castello, un piccolo borgo marinaro che sorge su un tratto di litorale ricco di limoni, agavi e palme. Situato all’inizio della Riviera dei Ciclopi, Aci Castello dista appena 9 Km dal centro di Catania. In questa nota località è presente il prefisso “Aci”: esso indica un fiume oggi scomparso nonché la città, Akis, che probabilmente riuniva gran parte del territorio delle cittadine limitrofe.

Il centro, secondo le cronache dell’epoca, assunse una notevole importanza durante la seconda guerra punica e si pensa che possa corrispondere alla mitica Xiphonia, misteriosa città greca citata dal celebre storico Diodoro Siculo. Alla nascita del fiume Aci è legato un mito greco citato da Teocrito nel III secolo a.C. e ripreso da Ovidio nelle sue Metamorfosi, che ha poi ispirato nei secoli musicisti come Handel e pittori quali Raffaello e Annibale Caracci.

Si tratta della tragica storia d’amore tra il pastore Aci e la ninfa Galatea, una delle cinquanta figlie del dio marino Nereo. Il ciclope Polifemo, innamorato non corrisposto dalla ninfa, in un impeto di gelosia scagliò un masso contro il pastore colpendolo a morte. Gli dei, impietositi dai pianti disperati di Galatea, trasformarono il sangue di Aci in un fiume, in modo che i due innamorati potessero ricongiungersi in mare. Scomparso sotto terra, oggi il fiume riaffiora unicamente nei pressi della frazione di Santa Maria la Scala in una sorgente ferruginosa chiamata, a causa del suo colore roccioso, “ U Sangu di Jaci” (il sangue di Aci).

Attrattiva principale


A parte il sole e il mare, la principale attrazione della città di Aci Castello è, appunto, il Castello che sorge in cima a una grande roccia nera in pietra lavica che si staglia sul mare blu cobalto, alle porte di Catania. Costruito su un faraglione in mezzo ala mare e destinato alla difesa degli attacchi dal mare, fu ricongiunto alla terraferma grazie ad una colata lavica del 1.169, a testimonianza di come la pietra lavica sia sempre stata parte integrante della storia e del paesaggio di questa località. La Rocca di Aci Castello, così come viene chiamata la roccia, è infatti una vera rarità vulcanologica poiché è emersa da una fenditura sott’acqua.

Per la sua importanza strategica, il luogo è fortificato fin dai tempi dei Romani, quando sorgeva la Rocca Saturnia. Fu conquistato nel 1.072 dai Normanni di Ruggero d’Altavilla dopo la vittoria sugli Arabi. Il Castello, infatti, è di origine normanna e fu costruito al di sopra di una precedente fortificazione araba. Più volte distrutto, venne riedificato da Re Tancredi nel 1.189 e, in seguito, fu concesso ai vescovi di Catania che vi ricevettero le reliquie di S. Agata riportate in patria da Costantinopoli. Qualche anno dopo, Federico II lo sottrasse ai vescovi, cui ritornò dopo il breve dominio angioino, concluso con la rivolta dei vespri siciliani del 1.282.

Da allora il Castello fu al centro di una lunghissima disputa tra Aragonesi di Sicilia e Angioini di Napoli, finchè, dal XV secolo in poi, fu amministrato dai vicerè spagnoli. Fortezza privata, prigione tra le più dure, deposito di masserizie, rifugio antiaereo: questa la “tormentata” storia del Castello, fino al recupero negli anni Sessanta del ‘900. Attualmente del Castello si possono ammirare una torre, buona parte del corpo centrale, e, soprattutto, la posizione dominante sul mare. Dalla cima si gode di una bella vista sui Faraglioni dei Ciclopi e sull’Isola Lachea.

Da visitare


Museo Civico: inaugurato nel 1985, a carattere didattico, che ospita le sezioni di mineralogia, paleontologia, archeologia e interessanti reperti rinvenuti in varie zone della Sicilia. Tra gli altri, sono qui conservati i resti dell’Elephas Falconeri, l’elefante nano siciliano, che si incontrerà ancora nel liotro di Catania come simbolo e portafortuna di quest’area etnea. Nella sezione archeologica si trovano non solo oggetti preistorici, ma anche armi e anse di vasetti di età greca, anfore e alcune notevoli ceramiche romane. Inoltre, nel giardino pensile, trova posto un bellissimo orto botamico dedicato principalmente alle piante grasse di notevole valore: bouganville rosa chiaro, begonie, gerani ecc.

Chiesa di San Mauro Abate: ad Acicastello, non si hanno notizie documentate sulla prima Chiesa dedicata a San Mauro però, è possibile supporre che il culto di questo Santo risalga al medioevo normanno visto che la cittadina, con le sue pertinenze, era stata data in feudo ai vescovi Benedettini di Catania nel 1.092. Dopo la dominazione Araba, l’unica chiesa del paese fu la cappella del Castello ricostruita dai Normanni subito dopo la conquista.

La chiesetta, ora destinata a deposito, è in stile medievale con archi acuti impostati su dei pilastri in conci di basalto e conserva ancora un affresco nel quale si intravede una Madonna in trono con un bambino e due santi ai lati, secondo lo schema bizantino della “Deesis” (la preghiera), mentre in passato il piccolo presbiterio ospitava un trittico rinascimentale con la Madonna delle Grazie. Nel XVI secolo la cittadina si era quasi spopolata a causa violente scorrerie piratesche del Barbarossa e la chiesa, come risulta dai documenti della visita pastorale di Mons. Faraone, era fatiscente, piccola e senza fonte battesimale. La Parrocchia dedicata a San Mauro dovette, quindi, sorgere nei primi decenni del XVII secolo. Questa fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1.693 e restaurata dal vicario Tropea e dal vicario Paolo Romeo che, a conclusione dei lavori, nel 1.718 fece erigere un grande portale.

Nel 1.767, con la costruzione del campanile, a spese del barone Cannizzaro, ha inizio un trentennio di ristrutturazione della Chiesa sotto la supervisione del nuovo vicario Don Mauro Nicolosi. A questo periodo risalgono, infatti, i lavori di ampliamento del presbiterio e del transetto che venne allungato in direzione nord e sud fino ad eguagliare la lunghezza della navata, facendo così assumere all’edificio la forma di una croce greca.

Chiesa di San Giuseppe: risale al XVIII secolo ed è stata costruita nel sito occupato in precedenza da un altro edificio religioso. La Chiesa venne dedicata al Patriarca San Giuseppe, ma veniva venerato anche il patrono dei pescatori, San Francesco di Paola, al quale era stato dedicato l’altare della parete sud e la cui statua risulta ora scomparsa. Molto noti e conosciuti sono gli affreschi dipinti da un illustre concittadino – Jean Calogero – artista del novecento formatosi a Parigi e acclamato come uno dei più importanti artisti europei del suo tempo.

Icona di Sant’Agata: in pieno centro storico di Aci Castello, via Re Martino angolo via Savoia, è ubicata questa Icona, risalente al 1.947, che rappresenta la traslazione delle reliquie di Sant’Agata avvenute nel 1.126, provenienti da Costantinopoli e transitate sul Castello normanno per essere riconsegnate a Catania.

Icona Dell’Ecce Homo: risalente al 1.800 e situata in via Guglielmo Marconi in corrispondenza della scalinata che conduce al porto, rappresenta una delle più vecchie Icone del paese. E’ considerata un vero punto di riferimento per tutti i marinai “castellesi” poiché sorge proprio sopra il porticciolo.

Icona della Madonna di Valverde: rappresenta una importante testimonianza della fede della comunità di Aci Castello per la Madonna di Valverde, risale alla fine del 1.700 e viene venerata e celebrata nel vicino comune di Valverde. In stile neoclassico, ha i capitelli, il frontone ed è abbellito da due angeli di gusto barocco, aggiunti in seguito ai vari restauri. L’Altarino si trova nell’omonima via Valverde.

Tipicità


Aci Castello vanta una ricca produzione di agrumi, olive, uva mandorle e cereali. Fiorente è l’allevamento di bovini grazie alle numerose aree adibite a pascolo, mentre nel settore dell’artigianato prevale la lavorazione degli oggetti in legno. La cucina acese, ricchissima di odori e sapori, offre una vasta varietà di pietanze gustose e tradizionali. Questa ricchezza è dovuta al contributo che le varie dominazioni (arabi, normanni, spagnoli) hanno portato nei vari secoli in Sicilia. Nella zona di Aci Castello sono particolarmente prelibati i crostacei, i molluschi e il pesce poiché vivono in un habitat particolare, creato dai fondali in roccia lavica.

Nei rinomati ristoranti di questo borgo marinaro, è possibile degustare: ottimi risotti di pesce fresco, gli spaghetti all’aragosta, le linguine al cartoccio e, tra i più richiesti da turisti e intenditori, gli spaghetti al nero di seppia. Altre specialità della cucina Acese sono: il mauro, un’alga molto gustosa, servita cruda e insaporita dal succo di limone; l’insalata di frutti di mare con polipi e gamberi; il carpaccio di pesce spada, di alici e quello di gamberi; il pesce alla griglia o alla marinara, come la cernia; le alici a beccafico e il fritto di pesce di scoglio. Ottimi anche i vini, tra cui è possibile scegliere quelli doc, bianchi e rossi, dell’Etna. Infine, nei molti bar e gelaterie del paese non possono mancare i gelati, le rinomatissime granite, i cannoli siciliani e le cascatelle di ricotta.

Appuntamenti


GENNAIO

San Mauro Abate

La Festa di San Mauro, Patrono della città di Aci Castello, si celebra ogni 15 del mese di Gennaio e viene annunciata di buon mattino con il suono delle campane, le note della banda musicale e lo sparo dei mortaretti. In tarda mattinata viene svelato in chiesa il simulacro del Santo Protettore, tra lo sventolio dei fazzoletti bianchi e il grido di numerosi fedeli. Nel pomeriggio, il simulacro viene posto sulla “Vara” per poter effettuare il giro delle vie del paese dove, contemporaneamente, vengono raccolte offerte in segno di gratitudine per le grazie ricevute.

Gli appuntamenti più importanti della giornata dedicata al Patrono sono: “A calata di l’Angilu” (una statua di angelo scende dal cielo), i fuochi pirotecnici accesi dai pescatori dopo la benedizione del mare, l’arrivo della “Vara” a piazza Castello, accolta scenografici fuochi d’artificio. A conclusione, il Simulacro del Patrono fatto scivolare dentro la cappella tra lo sventolio dei fazzoletti di tutti i devoti e la benedizione del sacerdote.

MARZO

San Giuseppe

Ad Aci Castello, da domenica 13 a domenica 20 Marzo, si celebra la Festa di San Giuseppe con una serie di eventi che mirano a valorizzare il patrimonio folkloristico e culturale del territorio.

GIUGNO – LUGLIO

Sagra della Masculina

Nell’incantevole location del porticciolo di Aci Castello, in un’atmosfera di festa e musica, viene festeggiata e valorizzata la “Sagra della Masculina” durante il periodo estivo, per poter gustare le pietanze a base di pesce della produzione siciliana. La “Masculina di Magghia” , il cui nome identifica le alici e la tecnica usata per pescarle, è tipica dell’area compresa tra Capo Mulini e Capo Santa Croce, nel comune di Augusta. Una parte della zona comprende la Riserva Naturale Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi.

Sagra del Pesce Spada

In occasione dei festeggiamenti dedicati al Santo Patrono San Giovanni Battista, ad Acitrezza, nei giorni 9/10/11 del mese di Giugno viene organizzata la “Sagra del Pesce Spada”. Su tre grandi griglie, viene cucinato da cuochi esperti tanto buon pesce spada, pescato nei giorni precedenti dalle “spadare”, condito, poi, con olio, sale, origano e insalata. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino bianco insieme al pane fresco. Durante la giornata, si svolge anche la mostra e l’esposizione dell’artigianato locale e dei prodotti tipici, che fanno da cornice all’incantevole sfondo dell’Isola Lachea, dei Faraglioni e del Lungomare dei Ciclopi. Questa manifestazione nasce per omaggiare il pesce, simbolo dell’economia di Acitrezza, ed è sinonimo di una grande tradizione marinara che, col passare degli anni, ha visto aumentare l’affluenza di numerosi turisti e visitatori. Non a caso la Sagra è uno degli eventi gastronomici e folkloristici più seguiti della Sicilia Orientale.

U Pisci A Mari

È una tradizionale pantomima popolare che risale al 1.750 quando fu inaugurata la statua del Santo Patrono di Acitrezza, San Giovanni Battista. E’ un rito propiziatorio, parodia della pesca del pesce spada che anticamente si svolgeva nello stretto di Messina. Il 24 Giugno di ogni anno (giorno della Festa di San Giovanni Battista) inizia la discesa dei pescatori verso il mare. Sulle note di musiche tradizionali, suonate da un corpo bandistico, sei uomini vestiti con una maglia rossa, una fascia gialla a tracolla e un cappello di paglia, si avviano per la piazza del paese invocando San Giovanni Battista affinché la pesca possa essere ricca. Infine, il corteo festoso si dirige verso il molo dove viene atteso da tantissima gente. Una rappresentazione che ancora oggi assume dei valori artistici, culturali folkloristici inimitabili.

SETTEMBRE

Sagra dell’Arancino

Una delle più importanti manifestazioni dell’hinterland catanese è la festa di fine estate che viene organizzata a Ficarazzi, frazione di Aci Castello, con la “Sagra dell’Arancino”. Molti turisti, infatti, giungono da tutta Italia per poter partecipare alla sagra. Non a caso, anche il noto programma televisivo in onda su Rai1 ,“Festa Italiana”, ha dedicato un servizio a questa manifestazione e alle specialità culinarie del Comune. Gli arancini, preparati solitamente con riso, sugo, zafferano e formaggio, si possono mangiare sia caldi che freddi. Oltre al classico arancino, al burro e al sugo, sono state “inventati” nuovi gusti: quelli al pistacchio, ai funghi, al salmone, alla nutella e tanti altri.

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