Comune di Aci Sant’Antonio

Aci Sant'Antonio, CT, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Aci Sant'Antonio - Piazza Maggiore

Cenni storici


Si narra che Aci Sant’Antonio e le altre Aci trassero la loro origine da Xiphonia, città di origine greca ormai scomparsa.Virgilio e Ovidio, poeti di grande fama e notorietà, collegarono il mito della fondazione alla storia d’amore tra una ninfa chiamata Galatea e un umile pastore chiamato Aci, e del ciclope Polifemo. In epoca romana, infatti, esisteva una città chiamata Akis che fu protagonista alle guerre puniche. Nel 1.169, dopo un’eruzione accompagnata da forti scosse di terremoto, gli abitanti abbandonarono la parte costiera e si rifugiarono in delle contrade piene di boschi e ricche di legname. Qui diedero vita al piccolo borgo di Casalotto, che sorse a nord – ovest dell’attuale centro urbano di Aci Sant’Antonio, i cui residenti si riunivano con i rappresentanti delle zone limitrofe per decidere le sorti della zona chiamata Jaci. Questo borgo fu invaso da una colata lavica che si fermò poco distante dal borgo grazie anche alle preghiere degli abitanti di Sant’Antonio Abate, scelto come patrono e protettore della città. Le lotte interne con la vicina Aquilia, portarono gli abitanti del borgo di Casalotto a chiedere al vicerè di Palermo la separazione da Aquiloa Vetere. In seguito a varie lotte e scontri, la grande Aquilia venne separata in Aci Inferiore (Acireale) e Aci Superiore ( Aci Sant’Antonio e Aci San Filippo). Nel 1.672 il principe di Campofiorito, Stefano Riggio Santo Stefano, ottenne il titolo di principe di Aci Sant’Antonio; a lui si devono, infatti, i palazzi di Aci Sant’Antonio e di Aci Catena, gli edifici civili principali dei due centri. Dieci anni dopo fu stabilita la ricompra e, con un atto pubblico, la città di Aci Sant’Antonio diventò comune libero.

Attrattiva principale


Ad Aci S. Antonio rivivono ancora oggi le più antiche tradizioni culturali e per questo è considerata la città del Carretto Siciliano a cui sono dediti artigiani e artisti che, con le loro capacità e raffinate elaborazioni pittoriche, rappresentano miti e leggende. Molti anni fa il paese contava numerosi artigiani, i cosiddetti “Carradori”, che, affiancati da pittori e ferrai, realizzavano i Carretti, composti da casse, stranghe, fiancate, portelli e ruote, mentre ad incidere, con motivi per lo più floreali, è lo scultore. Sull’anatomia del Carretto vengono riportate scene della tradizione cavalleresca, temi religiosi e mitologici. Completato il carro, il “sellaio” fabbrica e ricama con nastri, specchietti e sonagli la bordatura del cavallo, in concordanza con le scene e i colori assegnati al carretto. Oggi la committenza del Carretto siciliano non è più quella di una volta: lo stesso carretto si smembra in più parti le quali diventano oggetto di numerosi collezionisti. Uno degli impegni dell’attuale sindaco del paese, è stato quello di istituire il Museo del Carretto, uno dei simboli della Sicilia per le sue caratteristiche artistiche e culturali. Questi carri dipinti catturano l’attenzione di molti turisti e visitatori, tenendo sempre presente che il Carretto, oltre a rappresentare un elemento artistico e culturale della nostra terra, veniva usato come mezzo di trasporto.

Da visitare


La Piazza Maggiore

Nel corso dei secoli, il comune ha subito un vero e proprio cambiamento dell’assetto urbano determinato dalle frequenti eruzioni del vulcano Etna e dal terremoto del 1693. Di epoca susseguente alla ristrutturazione del paese risulta essere la Piazza Maggiore che custodisce i principali monumenti cittadini ed è caratterizzata dall’imponente facciata del Duomo, dedicato a Sant’Antonio Abate, anch’esso ricostruito in seguito al terremoto del 1693.

La Chiesa di Sant’Antonio Abate

Il Duomo dedicato a Sant’Antonio Abate è stato edificato nel XVIII sec. e si contraddistingue da una facciata in pietra lavica; al suo interno è possibile ammirare alcuni affreschi di artisti locali. Questo Santo è tra i più celebrati nell’Italia meridionale poiché numerosi fedeli sono soliti mostrare riconoscenza per le grazie ricevute con caratteristiche manifestazioni che richiamano usi e costumi che risalgono agli inizi del X sec. d.C. La più particolare è la sfilata delle Candelore, costruzioni votive scolpite e dipinte in oro e smalti multicolore, le quali vengono portate a spalla da un gruppo di persone (“a chiurma”), a rappresentanza di quattro categorie sociali: Cereo dei Mastri o Artigiani, Cereo dei Contadini, Cereo dei Contadini, Cereo degli Agricoltori. Per l’occasione, le Candelore o Ceri, sono addobbate con luci e fiori e portate in giro per le vie del paese, precedendo la statua di Sant’Antonio Abate durante la processione.

La Chiesa della Madonna delle Grazie

Distrutta dal terribile terremoto del 1693, non si hanno testimonianze certe di quando la chiesa fu ricostruita. E’ possibile affermare che in essa, cento anni dopo, si costituiva ufficialmente una congregazione ricca di storia e che ebbe cura dell’edificio religioso. Si trattava di una congregazione formata da sacerdoti, dove era ammesso un solo laico come “bidello” che godeva in pieno dei diritti riservati ai confratelli sacerdoti, e che aveva come Patrono San Gaetano.

La Chiesa di San Biagio

L’edificio fu eretto nei primi decenni del ‘700 dalla Confraternita delle Anime del Purgatorio sotto il nome di San Biagio. La cupola della Chiesa fu costruita nel 1797 mentre il campanile e il prospetto sono ottocenteschi. L’interno, a pianta centrale, presenta un unico e grande spazio scandito da colonne di ordine dorico, pareti decorate in stucco e pregiati manufatti in marmo.

La Chiesa di San Michele Arcangelo

Le notizie principali sulla Chiesa dedicata all’Arcangelo San Michele si attingono da un antico documento che rappresenta una memoria storica e un rendiconto delle entrate realizzate per la costruzione della Chiesa. Fin dal 1624, ne fa fede il registro dei defunti che si conserva nell’archivio parrocchiale.

Tipicità


La gastronomia tipica di Aci Sant’Antonio trae le sue origini dalla tradizionale cucina siciliana, con un più vasto assortimento favorito dalla localizzazione tra il vulcano Etna e il mare Jonio. Tra i piatti tipici locali abbiamo la “pasta cc’u trunzu”, ovvero pasta con i cavoli coltivati nella zona acese; i “masculini”, cioè le alici cucinate in vari modi ed utilizzate in molte ricette; “ a scacciata”, una gustosa focaccia ripiena cucinata principalmente durante il periodo natalizio; “ a n’salata d’aranci” è un’insalata condita con arance, sale, olio, limone e olive nere. La zona acese è poi nota per gli agrumi, “ i crispeddi” ( crispelle di ricotta o acciughe), per la pasta reale, ottenuta utilizzando il marzapane e la pasta di mandorla, “ i cannola” ( i cannoli ripieni), le zeppole con il miele, la classica cassata siciliana, l’agnello di pasta reale in occasione della Pasqua e per la tavola calda con pizzette, arancini, cartocciate, cipolline ecc. Da non trascurare l’importanza della granita, unica e inimitabile in tutta la Sicilia per la sua bontà, accompagnata con la tipica brioche preparata con l’uovo. Nelle calde giornate estive, oltre alla granita, ci si rinfresca con i seltz limone e sale, specialità dei chioschi acesi, mentre in inverno si possono degustare ottimi vini e liquori prodotti dalle migliori distillerie del luogo.

Appuntamenti


GENNAIO

La Festa di Sant’Antonio Abate

Ogni anno, come la tradizione vuole, ricorre la festa invernale di Sant’Antonio Abate, svolta con grande solennità e intensi momenti di preghiera, tipica dello stile e della tradizione santantonese. Il 17 Gennaio, infatti, il solenne pontificale viene celebrato la mattina mentre nel pomeriggio si svolge la processione esterna con l’uscita delle quattro candelore della Chiesa Madre tra fuochi d’artificio e spettacoli in piazza. Alle ore 20 il Santo Patrono fa la sua solenne uscita dalla Chiesa Madre e percorre le vie principali del paese. Il festoso rientro in piazza conclude il grande giorno di festa ma non le celebrazioni giubilari: il simulacro del Patrono, infatti, rimane esposto sull’altare maggiore fino all’ultima domenica del mese di Genaio.

MAGGIO

La Festa di Santa Rita da Cascia

Questa festa, organizzata dal Comitato dei Festeggiamenti di “Maria SS. Degli Ammalati”, è molto sentita e vissuta non solo dagli abitanti di Aci Sant’Antonio ma anche da numerosi fedeli che provengono dalle zone limitrofe. La piccola Chiesa che conserva il venerato simulacro di Santa Rita, è colma di fedeli che con immensa devozione prega la Santa o la venera per le grazie ricevute. Dopo la celebrazione della messa, la Santa viene portata in processione per le vie dei quartieri con spettacolari fuochi d’artificio che la accompagnano fino al suo ritorno nella chiesetta nella quale è custodita.

LUGLIO

La Festa di Sant’Antonio da Padova

Negli ultimi anni si è deciso di festeggiare questo Santo ogni due anni nel mese di Luglio, con una solenne processione per tutte le vie principali del paese. Monterosso, frazione di Aci Sant’Antonio, conserva per il Santo una fede e tradizione molto antica risalente al 1570, quando una benestante famiglia catanese fece costruire una cappella in onore di Sant’Antonio da Padova.

AGOSTO

La Festa di San Lorenzo Martire

Nella frazione del paese di Aci Sant’Antonio, oltre alla Patrona Maria SS. Della Stella, si festeggia San Lorenzo Martire, divenuto a tutti gli effetti il Patrono del quartiere “Calvario”. Il culto a questo Santo ebbe inizio nel 2004 con la benedizione della Cappella del Calvario.

La Sagra degli Antichi Sapori

E’ uno degli eventi più importanti che caratterizza il periodo della Festa della Madonna della Stella (Patrona della Frazione), celebrata l’ultima domenica di Agosto. La sagra si svolge nel piazzale antistante la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria la Stella e ha lo scopo di far degustare i prodotti tradizionali e tipici della cucina siciliana locale. Vengono infatti preparati prelibati piatti sapientemente cucinati dalle parrocchiane come: maccheroni fatti in casa, scacciate, salsiccia arrosto, ceci cotti con la “cutine” del maiale, pane condito ecc. Tutte specialità che caratterizzano le due serate su cui si articola la sagra. Numerosa l’affluenza di persone che, ogni anno, sono attratte da queste prelibatezze locali e dai vari spettacoli che, per l’occasione, vengono organizzati in piazza.

SETTEMBRE

La Festa di Santa Maria della Salute

La parrocchia della Madonna della Salette in Lavinaio ( frazione di Aci Sant’Antonio), festeggia con grande devozione la sua Santa Patrona. La festa si svolge solitamente durante la terza domenica del mese di Settembre ma alcune volte si è pure svolta il 19 Settembre. La Madonna, accompagnata da numerosi fedeli, percorre le vie del paese e ritorna in chiesa al calar della sera. Immancabili sono i fuochi d’artificio, le luminarie e la banda musicale che accompagnano e arricchiscono la processione. Si tratta di una festa antica e ricca di tradizioni popolari.

NOVEMBRE

La Festa della Madonna dei Tribolati

Ogni anno, la terza domenica del mese di Novembre si festeggia la Madonna dei Tribolati ad Aci Sant’Antonio, venerata in una piccola chiesa alle porte del paese. La Madonna viene portata in processione in chiesa Madre di cui la chiesetta della Madonna ne è filiale. Dopo la celebrazione della messa solenne, la Madonna, accompagnata dai fedeli, percorre alcune delle vie principali e ritorna in chiesa accolta dal suono delle campane e dallo sparo dei fuochi d’artificio.

DICEMBRE

La Mostra Mercato “Natale in Fiera”

Durante il periodo natalizio che va dal 14 al 22 Dicembre, in piazza Maggiore ad Aci Sant’Antonio viene allestita la Mostra mercato “Natale in Fiera”, caratterizzata da stand di artigianato locale e prodotti tipici gastronomici, mostra dei presepi artistici, musica, concerti e con l’esposizione di un immenso albero di Natale.

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