Cenni storici
Le prime notizie certe sul Comune della Sicilia Aliminusa si hanno a partire dal XV sec.. Il nome del Paese, TERRÆ HARMINUSÆ , deriva con probabilmente dal termine arabo ARMISCH che indica una valle desolata in quanto mancante d’acqua. Il territorio di Aliminusa fino al 1600 non è stato tra il più popolato della Sicilia. Tuttavia a partire dal XV sec. a causa di un aumento della popolazione in Sicilia fu necessario creare nuovi centri abitativi e anche il territorio di Aliminusa fu coinvolto in questo processo. Aliminusa nasce principalmente come feudo facente parte della Contea di Sclafani Bagni fino al 1532, dopodiché venne venduto dal Conte di Sclafani Bagni a Giovanni Bartolo La Farina. Nel 1550, però gli ex proprietari, i Peralta dei Conti Luna, riacquistarono il territorio e lì costruirono la villa baronale che venne distrutta in seguito alla sanguinosa battaglia contro i nobili di Sciacca. Durante questa battaglia vennero anche distrutte tutte le case e oltre alla villa, così i proprietari costruirono di sana pianta un caseggiato chiuso, il cosiddetto Baglio, in una zona sopraelevata rispetto alla strada per potersi difendere meglio da eventuali attacchi. L’interno del Baglio era diviso in due parti, una parte che fungeva da abitazione del proprietario e dei guardiani e l’altra finalizzata al ricovero degli animali e utilizzata come magazzino. Nel 1625 Gregorio Bruno acquistò il feudo di Aliminusa e nel 1635, grazie alla Licenza Populandi, nasce il paese. Alla sua morte successe il figlio Giuseppe, il quale decise di vendere il Feudo al Conte Mario Cutelli di Villa Rosata, che fu anche signore di Valledolmo. Alla sua morte successero i due eredi Giuseppe prima, e successivamente Giovanni. Dopo la morte di quest’ ultimo, però, non essendoci più eredi, il feudo passò in mano all’istituto che prese il nome di Cutelli, che tuttora esiste. Nel 1796 il feudo di Aliminusa venne amministrato dai baroni Miloni di Palermo, ma quando nel 1812 venne abolito il feudalesimo in Sicilia, Aliminusa diventa un Paese autonomo.
Attrattiva principale
Chiesa di Sant’Anna
La Chiesa di Sant’Anna, è stata edificata nel 1635, nella piazza che prende il suo nome. Tale Piazza è il centro di ritrovo della collettività aliminusense. La chiesa è stata ristrutturata ed ingrandita almeno tre volte; nell’ultimo intervento risalente al 1932 i lavori vennero affidati all’Ingegnere Indovina di Termini Imerese. La struttura d’impatto sobria a causa della sua linearità, risulta al contempo molto suggestiva, infatti al suo interno è possibile ammirare raffinate pitture e sculture interessanti.
Da visitare
Parco Letterario
Il Centro Visite Parco Letterario ”Giuseppe Giovanni Battaglia”(1951-1995)” è stato istituito per mezzo di un’ apposita convenzione con la Società Dante Alighieri di Roma. Il parco letterario si presentava già come un Parco Urbano in cui è possibile trascorrere delle piacevoli giornate in un ambiente incontaminato e ove è possibile leggere le più importanti poesie del poeta Battaglia. Nelle sue opere è riscontrabile un’attenta descrizione dei conflitti e delle differenze sociali tra poveri e ricchi e/o tra forti e deboli, evidenziando con particolare attenzione le ambizioni dei più deboli finalizzate alla ricerca di un futuro migliore che generi una società più giusta e più equa. All’interno del Parco è possibile inoltre visitare la ricostruzione fedele della stanza del Poeta ma anche il Giardino della memoria, il Labirinto del tempo, il centro servizi, realizzato come un anfiteatro, le “Terrazze panoramiche” e le attrezzature per lo sport, il tempo libero e giochi.
Lo Zoo contadino
All’interno del Centro Visite è presente anche lo zoo contadino inaugurato il 30/08/2014. Qui sono presenti molte specie di animali che vengono allevati nelle zone locali, tra questi: galline, conigli, pecore, capre, asini ed oche. Questo progetto è stato attuato e voluto innanzitutto per mantenere uno stretto e diretto collegamento tra la popolazione residente e la memoria contadina, che abbia la potenzialità di far conoscere e apprezzare ai potenziali turisti- visitatori, (soprattutto le fasce più giovani) gli esemplari di animali che rappresentano l’espressione del mondo rurale aliminusense e non solo, anche delle zone limitrofe.
Case Museo Contadine
Sono delle case inutilizzate, sparse per tutta la zona urbana che ancora sono “ferme nel tempo” allo scopo di favorire una conservazione e valorizzazione della civiltà contadina. Esse risalgono al periodo intercorso tra la nascita del paese, collocata intorno al 600, e gli anni ’50 del secolo scorso , che al suo interno avevano, tra l’altro, la triplice funzione di abitazione, ricovero di animali e conservazione delle provviste.
Tipicità
I cibi sono sostanzialmente legati ai prodotti della terra e ai cicli stagionali. Qui di seguito, si riportano alcuni dei piatti tipici tradizionali. Fra i primi piatti si ricordano: ” i tagghiarini minuzzati” o “ntuppatieddi cui linticchi” (tagliatelle o ditalini con le lenticchie), ” maccarruna cu sucu” (maccheroni con sugo), “pasta cui ciciri” (pasta con i ceci), ” pasta finuocchi e sardi” (pasta con finocchietto selvatico e sarde), “pasta cui favi” (pasta con le fave), “risu cui finocchi” (riso con finocchietti selvatici), “pasta cu vrocculu arriminatu” (pasta con broccolo), ” pasta ca ricotta” (pasta con la ricotta vaccina); Fra i secondi piatti si segnalano: ” i carduna , cacuoccili e vrocculi ca pastetta e fritti” (cardi, carciofi e broccoli in pastella e fritti), “a frittedda» ( piatto a base di finocchi selvatici, piselli e fave), “a ghiotta” ( piatto a base di verdure varie, merluzzo e olive), “favi arrappati” (fave bollite); Molte sono le conserve che si preparano durante l’estate come: ” l’ astrattu” (concentrato di pomodoro), ” u pummìramuri sutt’ogghio” (pomodoro essiccato sott’olio), ” i mulinciani e pipi sutt’ogghio” (melenzane e peperoni sottolio) e marmellate di vari frutti. Vari e appetitosi sono i dolci preparati dalle massaie aliminusensi, ne sono esempi: “i sfinci”, “i cucciddati”, “a pigniulata”, “u’ pupu cu l’uovu”, “i scuocchi”, “i taralli” e i “i cannuola”.
Appuntamenti
MARZO
Festa di San Giuseppe
San Giuseppe (19 marzo). Al suo rituale religioso è legata la tradizione dei”Virgineddi”, che trova fondamento nella devozione per il Santo, padre dei poveri e degli umili. Le famiglie che hanno fatto il voto “a prumisa” al Santo, offrono un pranzo, prima ai bambini e poi a tutti coloro che sopraggiungono. I preparativi dei “Virgineddi” si protraggono per diversi giorni. La preparazione delle pietanze, poiché molteplici, richiedono tante ore di lavoro e maestranza. Si inizia con la preparazione del pane di cui si lavora la pasta artisticamente fino ad assumere diverse forme: ” u’ vastuni di San Giuseppe”, “u’ panarieddu du bamminieddu”, “a Madonna”, San Giuseppe…. Si passa poi a dolci, quali: “i sfinci di San Giuseppi”, “i schuocchi” e “a pigniulata”. Si continua con le fritture di vario genere come i carciofi, i cardi e i broccoli in pastella, il baccalà fritto e per finire “a ghiotta”, piatto tipico della “tavolata”. A troneggiare sulla ” lunga tavolata” è l’altare dedicato al Santo, arricchito non solo di pietanze e dolci, ma soprattutto delle svariate forme di pane. Siedono a capo tavola due anziani a rappresentare Giuseppe e Maria e accanto ad essi un numero imprecisato (sempre dispari) di bambini (i virgineddi). Questa tradizione, un tempo molto diffusa tra la popolazione, oggi continua a mantenere gran parte delle sue consuetudini grazie all’impegno e al lavoro svolto con dedizione da tutti i soci dall’Associazione L’Aurora O.N.L.U.S.
LUGLIO
Festa di Sant’Anna
Sant’Anna è la patrona di Aliminusa e la festa commemorativa della santa si tiene il 26 luglio. Nella giornata del 26 la Statua della Santa viene portata a spalla in processione per le vie del paese dai componenti del comitato, mentre il sindaco e l’amministrazione omaggiano la Santa con un mazzo di Fiori. La serata si conclude con uno spettacolo musicale.