Comune di Castellammare del Golfo

Castellammare del Golfo, TP, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Castellammare del Golfo - Castello

Cenni storici


Castellammare sorge sulla riva settentrionale della Sicilia e dista da Trapani 52 km, mentre da Palermo 70 km. Castellammare secondo l’opinione degli storici è l’antico Emporio Segestano; basta dare un’occhiata alla carta geografica per capire che la sua posizione strategica era l’ideale per proteggere e regolare il movimento commerciale. Dell’epoca normanna e sveva si hanno poche notizie, si sa per certo che Ruggero sbarcato a Mazara sottomise i dodici castelli più importanti della Sicilia tra cui il castello di Al Madarig che fu dato in feudo alla famiglia Ferro di Salurnio.

Attrattiva principale


La riserva naturale orientata dello Zingaro è la prima riserva in Sicilia affidata in gestione all’azienda regionale foreste demaniali. Oggi la riserva si estende nella parte occidentale del golfo di Castellammare , nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani. All’interno della riserva si trovano il museo naturalistico, il museo delle attività marinare , il museo della civiltà contadina , dov’è riprodotto il ciclo completo del grano , il centro di educazione ambientale. Lo Zingaro ha una superficie di 1650 ettari e una fascia litoranea di circa 7 km, formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico.

Da visitare


Chiesa della Madonna del Rosario: la chiesetta intitolata a Maria SS. del Rosario prende il suo nome attuale dalla statua collocata nella nicchia dell’abside, ma essa è conosciuta meglio, e per antica tradizione chiamata in dialetto, come la Madonna di l’agnuni, cioè della statua della Madonna riposta in un cantuccio. Nella parete a sinistra dell’altare per chi entra nella chiesetta, quasi nascosta in un angolo, c’è una statua lignea, antica e di pregevole fattura, ma di autore sconosciuto, detto appunto della Madonna di l’agnuni: la tradizione vuole che la statua, più volte riposta sull’altare, sia stata trovata riposta miracolosamente in un angolo, per cui si decise di lasciarla rimanere lì definitivamente. Essa è considerata la chiesa più antica di Castellammare perché la sua origine risale all’epoca normanna e forse allo stesso periodo dell’istituzione della diocesi di Mazara da parte del conte Ruggero. In questo storico edificio sulla parete a destra si trova una lapide in marmo che S. Romano afferma trattarsi di un marmo di Carrara. Per fatti storici legati alla figura di Girolamo Alliata, la chiesetta fu destinata a diventare un monumento funebre. Si decise infatti di posizionare sul portale di ingresso un timpano in marmo commissionato ed eseguito da Antonello Gagini. All’interno del timpano, in onore di Girolamo Alliata, fu scolpita la figura di S. Girolamo, inginocchiato davanti al crocifisso, sul lato sinistro della Madonna; a destra della Madonna troviamo invece S. Nicolò.

Chiesa della Madonna della Scala: è un piccolo luogo di culto sito sulla parete prospiciente il porto, poco più a valle del Belvedere castellammarese. L’edificazione della chiesa è successiva ad un episodio storico-leggendario datato, secondo la tradizione, al XVII sec. Pare infatti che, la sera del 7 settembre del 1641, a seguito di un’improvvisa tempesta, Maria D’angelo, una ragazzina che pascolava il gregge sulle montagne di Castellammare, trovò rifugio in un anfratto scavato poco prima da un fiume. All’interno della grotta, la fanciulla trovò una scatola di rame arrugginita nella quale si trovava una piccola scatola d’argento recante in monogramma della Vergine e una croce. subito dopo tale ritrovamento, il temporale cessò e la fanciulla poté riunirsi ai familiari che la stavano cercando. La scatola venne consegnata all’arciprete di Castellammare che, aprendola, vi trovò una croce d’argento e un reliquario, adorno di gemme e d’oro, contenente un’immagine della Madonna col bambino. Si gridò dunque al miracolo e, sul luogo del ritrovamento ,venne edificata la chiesa. A questa venne dato il nome di madonna della scala per la conformazione del terreno che degrada dolcemente verso il mare . La festa viene celebrata ogni anno l’8 settembre quando , nella piazzetta di ” porta fraginesi ” viene servita la tradizionale pasta con le fave ( li tagghiarini ) . Seguono la processione al santuario e la recita del rosario. Dopo un periodo di trascuratezza e abbandono , la chiesa è stata finalmente oggetto di una ristrutturazione che ha ridato al luogo di culto la giusta importanza. Inoltre, un nuovo impianto di illuminazione consente di poter accedere all’intera area anche nelle ore serali.

Palazzo Crociferi: nel 1659 per volontà della principessa Francesca Balsamo di Roccafiorita , furono fondati , la chiesa di Maria ss. degli Agonizzanti e l’annesso convento dei padri crociferi , dell’ ordine dei ministri degli infermi , fondato da San Camillo de Lellis nel XVI secolo , detti Crociferi per via della grande croce rossa sulla veste. Oggi l’ex convento è sede del municipio e la chiesa è adibita a sala consiliare ed auditorium . Dal convento un cunicolo conduceva alla chiesa del purgatorio. Nel chiostro si svolgono d’estate spettacoli ed eventi di rilevanza artistica e culturale.

Chiesa Madre: (detta “la Matrici”) venne edificata, nel centro della vecchia Castellammare e al limite della città murata, su uno sperone di roccia tufacea che svetta sul mare per circa 25 metri. La costruzione venne iniziata nel maggio del 1726 dal principe di Aragona e signore di Castellammare Baldassare Naselli, per essere aperta al culto nel gennaio del 1736. In realtà, stando a quanto riferito dall’arciprete D. Tommaso Accardi la data del 1726 si riferisce alla terza riedificazione della Chiesa, che quindi sorgerebbe sulle fondamenta di costruzioni precedenti. Stando ad un atto notarile datato 4 maggio 1726, il costruttore fu il palermitano Carlo Bruno, mentre il progetto dell’edificio viene attribuito all’architetto Giuseppe Mariani che, oltre a realizzare i disegni, diresse i lavori. Legato alla tradizione classica, il Mariani adopera, nella facciata della Chiesa Madre, uno stile semplice e slanciato, le cui linee ben armonizzate si riflettono anche all’interno dell’edificio sacro, in cui è presente una grande navata centrale, strettamente connessa al presbiterio e alle navate laterali. All’esterno la chiesa si apre verso occidente con tre porte di ingresso, corrispondenti alle tre navate interne. La pianta è a croce latina e la divisione fra le navate è realizzata attraverso tre colonne a pianta quadrata per ogni lato, che sorreggono altrettanti archi rotondi. La separazione fra il presbiterio e il vano della chiesa, invece, avviene per mezzo di due gradini e una balaustra in marmo rosso. La chiesa, dedicata alla Vergine SS. del Soccorso, ospita al suo interno nove altari: il primo è l’altare maggiore, sormontato da un pregiato crocifisso ligneo e dedicato, appunto, al SS. Cricifisso. Nella navata di sinistra si trovano, a partire dal fondo della chiesa, l’altare del Simulacro di Maria SS. del Soccorso, chiuso da due pregiate ed antiche cancellate; l’altare dedicato a Giuseppe; quello di Maria SS. del Carmelo; l’altare di S. Vincenzo Ferreri con la statua di S. Rocco; a quest’ultimo altare segue il fonte battesimale in marmo. Nella navata di destra, procedendo nello stesso ordine, si trovano: l’altare del SS. Sacramento con la statua del S. Cuore di Gesù; l’altare di Maria SS. del Lume; l’altare dei SS. Apostoli Pietro ed Andrea; l’altare di S. Gaetano con la statua di S. Francesco d’Assisi. La decorazione interna, pur essendo influenzata dal Barocco, mantiene tuttavia una certa leggerezza e semplicità, e si caratterizza per gli stucchi e gli intrecci, cui si affiancano affreschi e marmi policromi.

Castello Arabo-Normanno: le prime notizie risalgono al 1154 dal libro del geografo arabo Indrisi. Il Castello venne edificato su uno sperone roccioso prossimo al mare. La prima costruzione venne eretta dai Saraceni, fu allargato e modificato sotto il dominio Normanno. Durante il dominio Svevo venne eretta la cinta muraria e le torri ma fu con il dominio francese degli Angioini che il castello divenne una fortezza inespugnabile nel quale posizionare una base operativa strategica. Al suo interno ospita una splendida scala definita a Caracol, all’interno della torre di S. Giorgio che originariamente consentiva di accedere ai piani superiori, costruita con blocchi monolitici sovrapposti ed incassati nel muro. La scala risale al XV secolo e si inserisce nell’ambito delle scale elicoidali con vuoto centrale. Questo tipo di scale vengono definite anche “a lumaca vacue nel centro”. Nel 1500 il castello possedeva due torri merlate (torre di S. Giorgio e torre della Campana), una terza edificata nel 1537 (torre del Baluardo) fu abbattuta nei primi del ‘900. Il castello era diviso dal sobborgo per mezzo di un ponte levatoio, reso inespugnabile perché circondato dal mare. Dopo aver subito parecchie modifiche il castello divenne dimora di numerose famiglie principesche, vassalle dell’imperatore. Nel 1587 venne completata la seconda cinta muraria che sostituì il ponte levatoio con un ponte in muratura. Oggi il castello è stato restaurato e ospita il polo museale “ Memoria del Mediterraneo” che ha lo scopo di valorizzare il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico.

Granai: nel 2013 durante i lavori per la posa delle condutture del metano, nella parte inferiore del corso Garibaldi furono ritrovate delle antiche fosse granarie risalenti all’epoca normanna. Hanno un diametro alla base di circa 10 metri e mezzo, una profondità di circa 9 metri con una apertura superiore di circa 1 metro e 60 centimetri. Una fossa è integra e di agevole accesso, mentre l’altra ha parte della volta rovinata ed è completamente piena di terra e detriti. Le fosse granarie venivano costruite per conservare il grano, sono presenti in tutta italia, nel corso dei secoli la forma data alle fosse andava da quella cilindrica, a quella a giara o a fiasco, a quella a tronco di cono o ad imbuto. Le fosse di Castellammare si pensa risalgono al 1300, ai tempi in cui fu costruito il caricatore e si trovavano in quello che era chiamato “lu chianu di lu funnacu”.

Scopello: l’antico borgo di Scopello sorge a pochi kilometri dalla cittadina di Castellammare del Golfo. Un baglio seicentesco circondato da poche case addossate, una piazzetta lastricata, un abbeveratoio di pietra. Alta, si erge la Torre Bennistra che sovrasta la verde vallata. Più su, verso la vertigine di monte Sparagio, il bosco di Scopello, un tempo dimora di cervi, lupi e cinghiali.

Tonnara di Scopello: è una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia. Fu edificata non prima del XIII secolo e notevolmente ampliata dalla famiglia Sanclemente nel corso dei secoli XV e del XVI. Passò quindi alla Compagnia di Gesù e infine alla famiglia Florio, i quali ne sono ancora oggi proprietari. Sulle rocce sopra la tonnara sono visibili due torri, una del XIII secolo della quale rimangono solo le rovine facente parte del complesso della tonnara, e la seconda, del XV secolo. La tonnarella detta dell’Uzzo costituisce un elemento complementare della tonnara ed ha costantemente formato con la tonnara di Scopello un unico complesso.

Tipicità


Come ogni città siciliana che si rispetti le migliori tipicità che si possano trovare sono senza dubbio quelle culinarie. I dolci che tradizionalmente concludono i pranzi domenicali sono: Cassatelle, Pignulata, Sfince, Marturana, Pani Cunzato, Cosi Ruci, Muffulette.

Appuntamenti


MARZO

Corteo Santa Rita

Dal 19 al 21 avviene un corteo in costume per le vie del paese, con sbandieratori, e contemporaneamente si svolge nei pressi della chiesa la tipica festa allestita da bancarelle e giostre.

AGOSTO

Festa Patronale Maria SS del Soccorso

È la festa della patrona del paese che si svolge nel centro storico, dal 19 al 21, in passato fu fatta anche anche la rievocazione storica che narrava i fatti accaduti nel momento del compimento del miracolo ottenuto dalla madonna. Si esegue una lunghissima processione per tutto il paese e anche una con le barche per volontà dei pescatori.

SETTEMBRE

CICI Film Fest

È una manifestazione culturale che coinvolge dei giovani registri che, nel giro di una settimana, quella precedente alla manifestazione, producono un cortometraggio. Il tema dei corti cambia da anno ad anno e si scopre soltanto nel momento in cui arrivano a Castellammare.

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