Comune di Favara

Favara, AG, Italia
Veduta chiesa madre del comune della Sicilia - Favara

Cenni storici


Favara è un comune della sicilia, ha origini risalenti alla preistoria con precisione al periodo dei Sicani, fatto testimoniato dalla presenza di antichi insediamenti di contrada Ticchiara, nella quale sono stati ritrovati alcuni vasi di tipo castellucciano, conservati nel museo archeologico di Agrigento. Il territorio è caratterizzato da molteplici e suggestive bellezze naturali. Sulla vasta area del comune si possono riscontrare anche reperti risalenti alla dominazione greca in contrada Caltafaraci e alla dominazione musulmana in contrada Saraceno sotto il controllo dello sceicco Hibn-Hawwasci. Il primo nucleo abitativo si sviluppò nel XIII secolo, attorno al castello normanno – svevo edificato da Federico II Chiaramonte e dalla madre.

Attrattiva principale


Farm Cultural Park

La Farm Cultural Park è stata fondata dal notaio Andrea Bartoli e dalla moglie il 25 giugno del 2010. Si tratta di un agglomerato di sette piccoli cortili, collegati fra di loro,all’interno del Cortile Bentivegna caratterizzati da piccoli edifici di matrice araba, nei pressi del centro storico del comune. Si propone come centro culturale e turistico per accogliere i turisti durante le loro vacanze in Sicilia, oltre ad ospitare il museo, mostre pittoriche e luoghi dedicati all’arte contemporanea. Qui si può assistere a presentazioni di libri e vari corsi di architettura. Il recupero del centro storico di Favara è l’obiettivo principale del progetto. Questa iniziativa è stata ispirata da:

l Palais de Tokyo di Parigi, sede della cultura contemporanea ed anche luogo di intrattenimento;

Marrakech, piazza principale del Marocco, luogo alquanto suggestivo e ricco di intrattenimento e ristoro;

Il mercato di Camden Town, dove comprare oggetti di qualsiasi tipo e mangiare cibo di qualsiasi parte del mondo;

Vincitore di molti premi fra cui Premio Cultura di Gestione di Federculture; l’invito alla XXIII Mostra internazionale di architettura di Venezia e la partecipazione alla trasmissione televisiva “Uno mattina in famiglia”. Ha avuto riconoscimenti anche a livello internazionale sul blog britannico “Purple Travel”, collocandolo al sesto posto fra le mete turistiche riguardanti l’arte contemporanea.

Villa Romana c/da Saraceno 

Il comune di Favara è stato soggetto di molti scavi archeologici nei quali sono stati ritrovati resti di una villa rustica romana di 10.000 mq databile tra la prima metà del II sec. d.C. e l’inizio del IV sec. Del complesso archeologico sono state riportate alla luce le terme e la zona destinata alla trasformazione e alla conservazione dei cereali. Dopo l’abbandono della villa collegato al terremoto del 365 d.C. , alla villa si sovrappongono resti di impianti agricoli risalenti all’età bizantina fra cui spicca una piccola cappella absidata. Sono state ritrovate finissime decorazioni a mosaico di un unico colore, con animali e figure geometriche.

Villa Romana c/da Stefano 

In località Stefano, successivamente alla scoperta della necropoli costituita da più di cento tombe di vario genere, si segnala la presenza di una villa romana  del IV sec. d.C., scoperta da poco nella zona. Attrattiva peculiare è il muro di recinto della villa in opus caementicium. L’abbandono della villa può essere collegato all’arrivo dei Vandali nel territorio, riconducibile al V sec. d.C.

Contrada San Benedetto

Nella c/da San Benedetto  troviamo la testimonianza della presenza umana fin dalla prima età del bronzo (1900-1450 a.C.), cosi come testimoniano le numerose tombe a grotticella artificiali o a forno, le quali sono visibili percorrendo i diversi sentieri che attraversano la contrada. Ancora vi si incontra una grande masseria, appartenuta nell’ 800 a Stefano Cafisi, da cui poi è passata ad altri nobili e borghesi favaresi. Si pensa che un tempo l’edificio fosse ad uso militare nel periodo Angioino e in un secondo periodo fosse stato trasformato in convento. Continuando nel percorso si presenta al visitatore una magnifica  masseria della seconda metà dell’ottocento, appartenuta a Vincenzo Dulcetta e ancora oggi curata dai suoi discendenti. Sempre nella stessa c/da troviamo altre aziende agricole   dedite alla coltivazione di vitigni e di orticoli. La contrada San Benedetto può essere visitata con escursioni guidate a cavallo, grazie al maneggio ivi presente. Nel territorio sono presenti olive, mandorle, pistacchi che  vengono utilizzati per la produzione di prodotti tipici come il rinomato “agnello pasquale” e la “pasta di mandorle”ecc… Inoltre  la presenza di vigneti di varie qualità tra cui la specie autoctona “insolia”, garantisce la produzione di ottimi vini locali.

Da visitare


Castello Chiaramonte

Alcune testimonianza narrano che le prime abitazione sorsero nel XIII sec. attorno alle mura del castello, edificato da Federico II Chiaramonte e dalla moglie. Attorno all’edificio sorsero le prime comunità che cominciarono a sviluppare l’agricoltura nel territorio favarese. Il Castello rimane la testimonianza storica ed artistica più preziosa che ancora si trovi nel paese, assai ammirata rimane la cappella, oggi senza altare, che porta il visitatore indietro nel tempo per la presenza al suo interno di decorazioni in basso rilievo e marmi pregiati. Nell’ottocento, grazie ad una serie di favorevoli fattori economici di cui godette l’alta borghesia, tra cui l’espansione dell’industria solfifera e dell’agricoltura, la cittadina si ornò di suntuosi e ricchi palazzi con decorazioni in pietra a basso rilievo e affreschi nei saloni di rappresentanza, che oggi costituiscono motivo di interesse per gli studiosi e di attrazione per i turisti.

Chiesa del Rosario

La chiesetta del Rosario è situata all’angolo della Piazza Cavour. In stile barocco, la chiesa è stata edificata all’inizio del ‘700 e successivamente dichiarata monumento nazionale per la sua bellezza. Esternamente presenta una facciata dallo stile a capanna con un particolare portale d’ingresso in pietra calcarea. Il campanile fu aggiunto in un secondo momento.

Chiesa di Santa Rosalia 

Denominata anche chiesa del Purgatorio ed edificata nel XVII sec., si trova in piazza di fronte la chiesa del Rosario. Caratteristica di questa struttura è la facciata decorata da lesene e cornicioni, nella quale colpisce il portale d’ingresso con colonne e timpano che immette il visitatore nell’unica navata rettangolare della chiesa. Il campanile presenta la stessa decorazione della facciata che culmina con una cuspide a forma piramidale.

Chiesa di San Nicolò

Ubicata nell’omonima via, a sud-est della chiesa Madre, vi è la chiesa di San Nicolò, risalente al  secolo XVI. E’ la chiesa più antica del paese ed è dedicata a S. Nicola di Bari. Oggi si conserva ben poco dell’impianto originario a causa dei continui rimaneggiamenti che ne hanno completamente deturpato la l’aspetto. La chiesetta, con semplice facciata e portale d’ingresso a sesto acuto, è ad unica navata rettangolare. Anticamente si pensava che nei pressi della chiesa si trovasse un tesoro nascosto, per tale motivo, in passato, qualcuno ha effettuato degli scavi  senza però raggiungere alcun risultato.

Chiesa Madre

L’edificio principale del paese è la Chiesa Madre, dedicata alla Madonna Assunta. Ubicata nella piazza che porta lo stesso nome, l’edificazione della chiesa è riconducibile all’ultimo decennio dell’800. Il basamento della facciata è di pietra calcarea di Biliemi, con tre portali d’ingresso. Sono di artisti toscani i mosaici inseriti successivamente che rappresentano: la Madonna Assunta, al centro; S. Antonio da Padova, patrono di Favara, a destra, e l’Angelo che porta il pane al Profeta Elia, a sinistra. Peculiarità della chiesa è la splendida cupola. Quest’ultima è divisa in tre navate illuminate da finestre variopinte vetrate. All’interno della nicchia situata nell’abside si trova la statua lignea della Vergine Assunta. L’altare in marmo policromo è dedicato al patrono, la cui statua di S. Antonio da Padova  risalente al XIX sec. è custodita dentro un tabernacolo ligneo. Alla sinistra dell’altare sono deposte le salme di cinque noti favaresi caduti nella prima guerra mondiale. L’altare della navata sinistra è dedicato al SS. Crocifisso in legno realizzato tra il XVI e il XVII sec. Di fattura barocca è la statua lignea della Madonna col Bambino, con il pulpito in stile neogotico. Le pareti della Chiesa sono decorate da affreschi risalenti alla prima metà del secolo XX.

Chiesa dell’Itria

La chiesa di  Santa Maria dell’Itria,  unica e sola in provincia e diocesi di Agrigento, da un punto di vista architettonico,  viene considerata la più antica chiesa di Favara. Si tratta di una chiesa a unica navata di forma rettangolare, avente un grandioso portale d’ingresso con arco a sesto acuto. Stilisticamente appare di fattura tardo trecentesca, riconducibile all’architettura Chiaramontana.

Chiesa della BMV del Carmelo

Edificata sul lato orientale della Piazza Garibaldi, si inserisce perfettamente all’interno del centro storico. Inizialmente dedicata a Sant’Antonio Abate, la chiesa era annessa al vicino convento di modeste dimensioni. I frati minori del convento si occupavano di curare ogni aspetto della chiesa fino a quando gli fu impossibile occuparsene e furono costretti a cederlo ai Carmelitani, rinominandola Chiesa dell’Annunziata. Da allora fu dedicata alla B.M.V. del Carmelo ed all’interno si possono trovare gli altari dell’Annunziata e di Sant’Antonio di Padova, patrono del paese. Fino al ‘500 la chiesa era anche chiamata chiesa di Sant’Antonio di lu Carminu e di Sant’Antonio de Padua. Il campanile attiguo in pietra  fu costruito nel Settecento e nel 1810, come inciso sul portale, fu rifatta l’artistica facciata settecentesca in pietra calcarea.

Collegio di Maria e chiesa di Santa Lucia

Il 4 aprile 1616 donna Maria Aragona e De Marinis, marchesa di Favara (moglie di Giovanni Aragona e Tagliavia e proprietaria del castello dal 28 agosto 1605 all’8 agosto 1616 – data della sua morte), disponeva il suo testamento e legava l’annua rendita di lire 2.550 per erigere in Favara un monastero di donne sotto la regola di S. Domenico, destinando tale reddito al sostegno delle monache. Stabiliva, però, che durante la vita di suo figlio don Ferdinando, fosse il reddito usufruito dallo stesso. Morto costui la rendita si trovò ridotta a lire 943, quindi quel monastero non ebbe compimento. Da quel epoca al 1789 la struttura venne utilizzata come collegio mariano. Vicino al Collegio troviamo la chiesa di Santa Lucia, precedentemente chiamata Madonna del Rosario nel ‘700, ed occupa gran parte del palazzo De Marinis.

Chiesa di San Vito

In piazza San Vito, vicino alla piazza Capitano Vaccaro, troviamo l’omonima chiesa risalente a primi del ‘seicento. Nel 1631 si riscontra una intitolazione a Sancta Maria Nives et Sancti Nicolai. Questa intitolazione alla Madonna della Neve e a “S. Nicolò” non deve essere durata molti anni, dato che la chiesa ha poi mantenuto ancora oggi, sia il titolo alla Madonna delle Neve che a San Vito (santo sempre venerato ed invocato nella chiesa), mentre poi non si è più parlato di San Nicolò.

Tipicità 


L’Agnello Pasquale 

Fra le tradizioni locali di Favara un posto di rilievo occupa nel periodo della ricorrenza della Pasqua la produzione dell’Agnello Pasquale. E’ un dolce molto saporito, la cui base è formata da mandorle e pistacchio con l’aggiunta di zucchero in percentuale variabile a seconda del produttore. Il tutto opportunamente lavorato viene inserito in delle forme d’agnello di svariate misure. La caratteristica principale è la preparazione del dolce tipico un mese prima della Pasqua, in quanto arrivano numerose richieste dalla Sicilia e non solo. “L’Agnello” viene preparato nelle pasticcerie e nei bar che di consuetudine sono attivi solo nel periodo pasquale, anche se non manca la produzione casereccia anche detta in dialetto ” a parti di casa”. Nel 1997 nasce la Sagra dell’Agnello Pasquale di Favara che offre al visitatore la possibilità di guardare dal vivo la preparazione dell’ agnello. Odori, forme, colori e sapori sono all’ordine del giorno, accompagnati da diverse serate dedicate alla degustazione. Nell’edizione della Sagra 2003 si è  realizzato il primo Agnello Pasquale registrato nei guinness dei primati; pesava  202 Kg. Ancora oggi la Sagra trova la sua collocazione nella settimana santa, confermandosi sempre più un appuntamento irrinunciabile per molti turisti provenienti dalla provincia agrigentina ed anche da altre province siciliane.

La “Pasta Elena”

La “Pasta Elena” prende il nome dalla regina Elena di Montenegro, che in occasione della sua visita in sicilia, soffermatasi ad Agrigento con il marito Vittorio Emanuele III, decise di visitare la cittadina di Favara nel 1937. I favaresi in onore di questa visita prepararono un dolce apparentemente semplice con soffice pan di spagna. Il pan di spagna viene tagliato in piccole forme circolari e poi sovrapposto l’uno sull’altro inframezzate da una gustosissima crema di ricotta di pecora lavorata con lo zucchero ed il bordo viene ricoperto di mandorle tostate con l’aggiunta di una spolverata zucchero a velo.

Pane chichireddu

Il “chichireddu” è un tipo di pane a forma di ferro di cavallo. E’ preparato con semola di grano duro e viene cosparso di bianco d’uovo e di semi di sesamo. Il pane appena sfornato emana un profumo molto intenso e il colore, dorato con sfumature chiare e scure, attiva le papille gustative prima ancora d’essere assaggiato. Si consiglia di gustarlo caldo con dell’olio vergine d’oliva locale, sale  e pepe nero.

Le fave cotte nella festa per i defunti

Nell’antichità le fave erano il cibo rituale dedicato ai defunti e venivano servite come piatto principale nei banchetti funebri.  Favara è uno dei pochi centri siciliani in cui si mantiene ancora  questa tradizione. Gli ingrediente sono della tradizione contadina: le fave secche pizzicate, le bietole, le cipolle, i pomodori e il pane raffermo. La zuppa va condita con olio d’oliva locale.

Appuntamenti


 MARZO

Il 19 marzo viene organizzata la festa di san Giuseppe nella quale viene preparata, in tutti i quartieri, la “minestra di San Giuseppe”.

MAGGIO

Dal 1 maggio al 31 maggio la popolazione onora la Madonna delle Grazie con pellegrinaggio anche a piedi scalzi e, a volte, con un tragitto abbastanza lungo. Sono numerose le persone che partecipano anche ai riti religiosi all’aperto.

GIUGNO

Nella prima domenica di giugno si svolge  la festa della Madonna dell’Odigitria, oggi dell’Itria, che ha radici molto antiche.
Si narra che  probabilmente il culto e la venerazione della Madonna dell’Itria , portarono a Favara colonie di albanesi, rifugiatesi a S. Muxaro verso la fine del quattrocento.

Il 13 giugno viene celebrata la festa di Sant’Antonio, patrono di Favara, nella quale il paese dedica solenni funzioni religiose, lo porta in processione per le vie della città e non perde l’occasione per alimentare la buona tavola.

AGOSTO

La prima domenica di agosto a Favara viene festeggiato San Calogero con una festa animata da un comitato che organizza processioni per la vie del paese e raccoglie le offerte, che sono sempre state molto generose. La singolarità della festa consiste nel distribuire durante la processione per le vie del paese pane benedetto a forma di piccole pagnotte. La festa si articola con  riti religiosi e si conclude con lo spettacolo musicale e i giochi pirotecnici.

Il 15 agosto si festeggia la Madonna Assunta in Cielo. Era la festa che riuniva in paese agricoltori e braccianti dopo gli intensi lavori estivi di campagna. I festeggiamenti in onore della Madonna erano religiosi e di intrattenimento, con l’esibizione di bande musicali e, a chiudere, con i  tradizionali  giochi pirotecnici. In passato l’assunzione in cielo della Madonna veniva simulata con il sollevamento in alto della vara da parte dai portatori dinnanzi a migliaia di fedeli. La sera del 14 era tradizione ammucchiare stoppie sullo spazio antistante la chiesa e fare un gran falò.

SETTEMBRE 

Dall’ 8 all’ 11 settembre si festeggia B.M.V Mediatrice di tutte le Grazie o Grazia vicinu. Durante i quattro giorni di festeggiamenti il simulacro della Madonna in processione  viene condotto verso la chiesa piccola. Si ha inoltre la benedizione dei bambini e delle mamme in dolce attesa. Nella giornata conclusiva, dopo la santa messa si dà seguito alla processione con il simulacro per le vie del quartiere  e ad atti di consacrazione alla madonna. Durante le diverse giornate si possono visitare mostre e partecipare a diverse attività d’intrattenimento.

Vedi Pro Loco Agrigento