Comune di Palazzo Adriano

Palazzo Adriano, PA, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Palazzo Adriano - Castello

Cenni storici


Palazzo Adriano, è un paese situato al centro della verdissima vallata del Sosio ed è famoso in tutto il mondo perché è stato il set naturale del film Oscar “NUOVO CINEMA PARADISO”. In esso convivono due diversi gruppi etnici: i Latini ed i Greco-Albanesi ed entrambi conservano gelosamente i loro usi, costumi e tradizioni. Le prime notizie riguardanti Palazzo Adriano risalgono al tempo dei Vespri Siciliani (1282), ma massimo sviluppo di questo paese si ebbe nel sec. XIX, ed arrivò ad esprimere figure di primissimo rilievo in campo nazionale, la più rilevante delle quali fu Francesco Crispi.

Attrattiva principale


La festa di S. Martino (11 Novembre) è una ricorrenza esclusiva e particolare di Palazzo Adriano. La tradizione vuole che i parenti e gli amici degli sposi che hanno contratto matrimonio durante l’anno che va dal 12 novembre dell’anno precedente al 10 novembre dell’anno seguente, si facciano carico della costituzione della loro casa. Nella mattinata del giorno di San Martino, i bambini sfilano per le vie del paese portando dei canestri e dei cesti che contengono utensili da cucina e alimenti tra cui di solito anche i “panuzzi di S. Martino”. Nel cesto dei genitori della sposa si usa mettere “A’ brascera” (il braciere di rame), dei pacchi di spaghetti come simbolo di lunga vita e un pane rotondo e piatto detto “pitta”. Nel cesto dei genitori dello sposo si usa mettere “u quadaruni” (pentolone di rame) ed un pane a forma di grande corona detto “cugliaci”.

Da visitare


Castello Federiciano: sul colle di S. Nicola si trovano i ruderi del Castello del sec. XVIII addossati ad un torrione di epoca federiciana (1230 circa). Attorno ad esso si è sviluppato alla fine del XV Secolo il nucleo più antico di Palazzo Adriano.

Chiesa M. SS. Assunta: appartiene al rito greco-bizantino. Fu costruita nel 1532 ed ampliata nel 1770. Questa chiesa è il Pantheon della comunità albanese di Palazzo Adriano: infatti vi si trovano le tombe di alcuni suoi figli illustri e le prime lapidi esistenti in lingua albanese di grande rilievo storico e culturale. Il tempio è a tre navate decorate con stucchi dorati. Vi si trovano delle tele eseguite tra il 1835 e il 1869 da Patania, Di Giovanni, Carta e Bagnasco, raffiguranti S. Marco Evangelista, S. Atanasio, S. Giovanni Crisostomo, S. Nicola, S. Antonio Abate e le Anime Sante del Purgatorio. Nell’abside domina un grande dipinto raffigurante Maria SS. Assunta, eseguito nel 1766 da Carlo Marsigli. Nel primo altare di destra troneggia la vara del Crocifisso fatta in legno pregiato, decorata e rivestita di lamine d’oro, scolpita dal celebre Marabitti nel 1639. L’esterno della Chiesa mostra nel prospetto principale e laterale due livelli diversi, il primo in tufo scolpito, il secondo più povero è in pietra calcarea. L’ampia scala semicircolare della facciata principale, in pietra calcarea, accanto alla parete della chiesa ha due falde di gradini di conci di tufo, “per permettere al re Ferdinando IV Borbone di arrivare a cavallo fino all’ingresso della chiesa”. Nella facciata laterale sono posti due orologi solari del 1793. Nel campanile si trova una grossa campana, tra le più grandi della Sicilia. La chiesa possiede artistici paramenti e pregevoli suppellettili sacre. Fino a qualche tempo addietro era presente una deposizione del corpo di Gesù dalla croce, opera dello Zoppo di Gangi, non più esistente. I Comunieri della Chiesa avevano l’obbligo di tramandare ai posteri i canti liturgici greco-albanesi e tenere viva la lingua albanese.

Chiesa M. SS. del Carmelo: sorta fuori dell’abitato come santuario greco-albanese dedicato alla SS. Annunziata, il 12 novembre 1561 fu affidata ad una comunità di Carmelitani i quali la tennero per circa un secolo, fino alla loro partenza. In essa i Latini potevano ricevere i sacramenti secondo il loro rito, così come facevano anche nella cappella del castello, prima della costruzione della chiesa dedicata alla Madonna del Lume. E’ ad unica navata con un maestoso portale esterno, con colonne e capitelli corinzi. Ubicata in via XX Settembre, ha un’ampia scalinata esterna. L’interno di questa chiesa è stato utilizzato per un anno per le riprese del film “Nuovo Cinema Paradiso”.

Chiesa Santa Maria del Lume: di rito latino, fu edificata dal barone Schirò negli anni 1740/1746 sull’antica chiesa di S. Sebastiano. Anche alla sua costruzione ha contribuito la cittadinanza. Il prospetto principale è bello e maestoso, adornato da tre nicchie con le statue di S. Pietro, S. Paolo, e S. Michele Arcangelo. La Chiesa è stata disegnata da Francesco Ferrigno da Palermo. La torre campanaria è stata costruita nel 1751 e abbellita nel Novecento, con un orologio costruito dai Scibetta di Bisacquino. Le facciate laterali sono in pietra. L’interno del tempio è a tre navate con dodici colonne a due blocchi, gli altari laterali sono adornati con tele di grande valore artistico attribuite allo Zoppo di Gangi e alla scuola del Novelli. La volta è decorata da affreschi raffiguranti gli Apostoli, i quattro Evangelisti e i Profeti, mentre nell’abside troneggia il Cristo benedicente, realizzato dal Valenti. Entrando sulla sinistra si trovano gli altari di S. Biagio, S. Pasquale, Madonna del Riposo, S. Giuseppe, l’Immacolata, ex altare del Purgatorio e la sacrestia. Sul lato destro il Battistero, S. Michele Arcangelo, Addolorata, S. Antonio, S. Francesco e l’ex altare del SS. Sacramento.

Fontana ottagonale del 1600: posta nella piazza principale del paese risale al 1608. E’ caratterizzata da una forma ottagonale. Oltre a dissetare per secoli la sua popolazione, con le sue lapidi conserva il ricordo degli amministratori che la costruirono e dell’assetto democratico da essi seguito che ha sempre contraddistinto la cittadina. Per la parte strutturale realizzata nel 1607 lavorarono i chiusesi Nicolò Gagliano e Vito Termini, zio e nipote, e per la parte decorativa costituita da un vaso con pigna scolpito con raffinato gusto barocco nel 1684 ha lavorato il burgitano Vito Lo Domino.

Museo Comunale: si trova nel Palazzo municipale e si divide in varie sezioni:

  • Sezione geonaturalistica del Permiano del Sosio: in esso sono esposti i calchi dei reperti geologici risalenti a circa 300 milioni di anni fa, ritrovati nel territorio della riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio.
  • Sezione della cultura Albanese (Arbëreshe): sita nel centro storico, nelle stalle del castello, espone riproduzioni contemporanee dei costumi arbëreshë e gigantografie degli acquarelli di Jean Houel, realizzati nel 1782, raffiguranti le donne di Palazzo Adriano in tradizionali abiti albanesi. Di pregevole fattura sono gli originali paramenti sacri dei celebranti della divina liturgia bizantina, risalenti dal XVIII al XX secolo. Nella sezione del museo è esposto, inoltre, una riproduzione dell’abito di Ferdinando IV, ultimo abitante del castello.
  • Galleria foto “Nuovo cinema Paradiso”: le scene e i retroscena del film di Tornatore raffigurati in oltre 100 fotografie originali.
  • Sezione foto-video filmatica: sezione contenente fotografie e film delle iniziative realizzate negli ultimi 30 anni dal comune in collaborazione con la Pro loco e altre associazioni cittadine.

Tipicità


La “pitta” è un pane a forma di focaccia circolare che i parenti portano alle coppie sposate entro l’anno in occasione della festa di San Martino. Ha la forma circolare come simbolo della perfezione circoscritta dell’opera creativa di Dio all’interno dell’infinito.

Appuntamenti


GENNAIO

Epifania

Nel rito latino si ricorda l’adorazione di Gesù da parte dei Magi. Nel rito bizantino si commemora la manifestazione della divinità di Cristo in occasione del battesimo nel fiume Giordano. La cerimonia si svolge in piazza Umberto I, giorno 6, presso la fontana ottagonale del 1608; il sacerdote ne benedice le acque. In esse discende lungo un filo dal campanile della chiesa di rito bizantino, una colomba legata con un nastro rosso rappresentante lo Spirito Santo. A tutti i presenti vengono distribuite arance benedette.

S. Antonio Abate

Giorno 17 dopo la celebrazione della Santa Messa in onore di S. Antonio Abate, il simulacro viene condotto davanti l’ingresso secondario della chiesa di rito bizantino. Il sacerdote procede alla benedizione degli animali, degli attrezzi agricoli e dei prodotti della terra servendosi di un mazzo di fiori che intinge nell’acqua benedetta. Infine benedice le persone che sfilano davanti la statua del Santo.

MARZO – APRILE

S. Giuseppe

La vigilia del giorno di festa, giorno 18, molte famiglie “per grazia ricevuta” imbandiscono le tavolate fatte a guisa di altari ricchi di pane lavorato in diverse forme: i “vuciddati” i “pani di cena”, gli “arnesi dell’artigiano S. Giuseppe” (sega, scala, martello ecc.) e diverse pietanze: cardi, broccoli in pastella, asfodeli, asparagi, finocchi di montagna e dolci caratteristici: pignolate, sfingi, torte. Il padrone di casa serve le vivande della “tavulata” ai Santi cioè a tre persone che rappresentano la Sacra Famiglia. Le varie forme e i vari colori che si mettono sulla tavolata hanno un significato simbolico a sfondo religioso. Talvolta si prepara la “tavulata addumannata” ad opera di persone che indipendentemente dal loro ceto, vanno chiedendo qualche contributo in elemosina, per loro penitenza e umiliazione, col capo coperto e talvolta anche scalzi.

Settimana Santa

Le funzioni relative alla Pasqua iniziano la Domenica delle Palme durante la quale nei due riti si procede alla benedizione dei ramoscelli d’ulivo e delle palme. Nella mattinata viene distribuita ai bambini la “firriocula”. Essa era usata nei tempi passati dai bambini durante la Settimana Santa per annunziare l’inizio delle funzioni sacre. Nel pomeriggio della Domenica delle Palme vi è la sagra “d’i pupi cu l’ova”. Ai presenti infatti viene distribuito del pane dolce di forma artistica varia all’interno del quale viene riposto un uovo che simboleggia la speranza di una vita nuova. Inoltre nel pomeriggio della domenica delle palme si rappresenta la Pasqua vivente con l’entrata di Gesù a Gerusalemme seguendo un percorso, che si conclude il Mercoledì Santo con l’ultima cena. Nel rito bizantino-greco la Settimana Santa inizia il venerdì prima della domenica della Palme, in cui si ricorda la resurrezione di Lazzaro. Il Sabato Santo si celebra la discesa del Cristo negli inferi; prima della mezzanotte, il clero ed i fedeli con candele accese sostano davanti la porta sbarrata della chiesa simboleggiante la chiusura degli inferi. Infine, aperta la porta, l’interno si illumina e viene proclamata la Resurrezione di Cristo. Terminata la funzione si girano le vie del paese in dono dalle famiglie uova, soldi e dolci, che saranno consumati il venerdì “d’u Crucifisseddu” cioè il primo venerdì dopo la Pasqua.

GIUGNO

S. Giovanni Battista

Questa festa si articola in diversi momenti il 24 del mese: la mattina si svolge un’importante fiera del bestiame, ritenuta tale perché è la prima della stagione. Nel pomeriggio viene organizzata “A rumputa d’i pignati”, antica manifestazione che vede correre sugli asini alcuni giovani pronti a rompere con un bastone le pentole appese dalle quali cadono cenere, borotalco, acqua e ricchi premi. La festa si conclude con la processione e i giochi pirotecnici.

AGOSTO

Escursione alla montagna delle rose e sagra della cuccìa

Gli arbereshe di Palazzo Adriano hanno sempre usato scalare la Montagna delle Rose per sentire vicina la loro Albania. Poiché la montagna delle Rose è alta m 1420, si è fissata la data del primo agosto per condizioni climatiche più favorevoli. Tuttora gli arbereshe di Palazzo Adriano usano rispettare la tradizione e cantare, volti ad oriente, il canto nostalgico: “O e bukurà Morè”. Infatti l’attaccamento alle proprie radici, alla famiglia e alla propria terra, sono delle pietre miliari per ogni arberesh. Questo vibrante momento di grande emozione viene completato dall’ufficiatura liturgica. La sera del primo agosto, nella piazza Umberto I, a cura della Pro loco, da ben vent’anni si distribuisce la cuccìa variamente condita. In realtà la cuccìa risponde alla tradizione della chiesa orientale di iniziare la quaresima, pertanto essa è una forma penitenziale. La distribuzione della cuccìa a Palazzo Adriano il 1° agosto ricorda l’arrivo degli albanesi nella seconda metà del Quattrocento.

SETTEMBRE

La prima domenica di settembre si festeggia S. Giuseppe. Sul sacrato della chiesa Maria SS. del Lume viene allestita una grande tavolata con una considerevole quantità di pane di diversa forma, viene celebrata la Santa Messa e alla fine il pane benedetto viene distribuito ai fedeli. La sera si svolge una solenne processione con i simulacri di S. Giuseppe e della Madonna del Carmelo.

NOVEMBRE

S. Martino

La festa di “San Martino”, che si svolge giorno 11, onora Palazzo Adriano perché è la festa in cui si celebra e si valorizza la famiglia, prima cellula della società. Dalla solidità dei principi su cui essa si fonda e dall’importanza che essa riveste, dipende la solidità della società. E’ altre sì importante sottolineare l’aiuto che i parenti e gli amici danno ai novelli sposi per la formazione della nuova casa. Si tratta di una forma di solidarietà gratuita ed affettuosa che incoraggia coloro che intraprendono un cammino comune.

DICEMBRE

S. Nicola

S. Nicola è il Patrono di Palazzo Adriano. La tradizione vuole che giorno 6 si preparino i “virgineddi” (tagliarini – pasta fatta in casa) con verdure e legumi. Tempo fa questo pasto veniva distribuito ai poveri. La sera vi è una solenne processione con il suggestivo simulacro del Santo per le vie del paese.

S. Lucia

In Sicilia, nell’anno mille, vi fu una gravissima carestia e proprio il giorno di S. Lucia arrivò a Siracusa una nave carica di frumento. La gente ridotta alla fame per la fretta di mangiare cucinò direttamente il grano. Da allora per devozione la vigilia di S. Lucia, giorno 12, viene preparata la “cuccia” (grano cotto). La sera si porta in processione il simulacro della Santa per le vie del paese.

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