Comune di Sperlinga

Sperlinga, EN, Italia
Comune della Sicilia - Sperlinga

Cenni storici


Sperlinga nasce nel 1597 ed è posta a 750 m s.l.m., conta circa 850 abitanti. Il nome deriva dal greco ”Spelonca” grotta, in quanto sorge su di un sito con numerose grotte artificiali scavate nell’arenaria. L’avvenimento più importante della storia di Sperlinga è il Vespro Siciliano del 1282. Si narra che, durante la ribellione contro la dominazione angioina, una guarnigione francese si trovava asserragliata all’interno nel castello, aiutata dalla popolazione indigena, e resistette per quasi un anno. Ovunque è conosciuto il motto sui fatti accaduti a Sperlinga, scolpito in due pietre sull’arco a sesto acuto del castello dove si legge: QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT “la sola Sperlinga negò ciò che ai siciliani piacque”.

Attrattiva principale


Festa della Madonna delle Mercede

La prima domenica di settembre, inizia la cèrchia ossia la raccolta in tutto il paese del denaro necessario per le spese della festa. Nell’antivigilia si svolge a calada, una breve processione per il trasporto a spalle del simulacro dalla chiesa omonima alla Chiesa Madre da dove partirà la processione. Il giorno della festa si svolge la S. Messa e la processione che percorre tutte le vie principali del paese; è presente la banda musicale e si conclude con ö giuogö dô fuogö ossia gli spari pirotecnici. Al termine della processione, si conclude con a chianada, la salita, la processione inversa a quella di venerdì sera. Durante la processione i portatori scandiscono la frase augurale: “Evviva a Madonna da marcè, evviva”.

Da visitare


Il Castello

Sorge su una gigantesca mole d’arenaria, in parte scavato nella roccia ed in parte fabbricato intorno all’anno mille. Per la sua posizione costituiva un buon posto di difesa da eventuali attacchi nemici. Oltrepassato il portone principale si accede a un lungo corridoio e si possono osservare ambienti un tempo destinati a dimore, cisterne per la raccolta delle acque piovane e locali di rappresentanza. Inoltre all’interno del castello insistono delle grandi scuderie, capaci di poter ospitare decine di cavalli. Una delle stanze che suscita più curiosità è la stanza dell’orologio, chiamata così perché presenta nella parete 12 piccole nicchie, che con ogni probabilità veniva utilizzato come luogo di culto ovvero come orologio solare che riceveva i raggi del sole. Nella parte sommitale del castello si trova una torre merlata a cui si arriva tramite una ripida scalinata scavata nella roccia.

Il Borgo Rupestre

A sud, davanti al castello, è posto un masso roccioso bucherellato di grotte (circa 50) disposte in sette file parallele sovrapposte ed in parte abitate fino agli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Oggi sono utilizzati come magazzini regolarmente accatastate. Cinque di queste, in via Arena, sono state acquistate dal comune di Sperlinga e adibite a grotte-museo. Nella fila di grotte antistante la Strada Statale n. 120 i prospetti sono in muratura con balconi e finestre, ma tutta l’abitazione è incavata nel masso.

La Chiesa della Madonna della Mercede

E’ ubicata ai piedi del celeberrimo Castello rupestre, nella piazzetta racchiusa tra l’imponente rocca turrita e la cortina di case antiche allineate all’abside ed al piccolo campanile. La piccola chiesa (prima metà del 700), è sede della omonima confraternita e probabilmente fu edificata a spese dei confrati. Essa è a navata unica, conserva, fra l’altro, un pregevole, intenso ed espressivo Crocifisso ligneo tardo-cinquecento, proveniente dalla cappella castrense e una statua della Madonna della Mercede di bottega palermitana del 1850. Questa chiesa costituisce soprattutto un raccolto e intimo “santuario” dedicato alla Madonna della Mercede. Vi sono custodite infatti ben tre opere d’arte che la raffigurano. Il quadro raffigurante la Madonna della Mercede fu dipinto nel 1706 dal sacerdote xibetano Lorenzo Bellomo su committenza di Antonino Pantano, allora parroco di Sperlinga.

La Chiesa di San Giovanni Battista o Chiesa Madre

Fu fatta costruire per volere del principe Giovanni Forti Natoli a partire dal 1597, ed è dedicata a S. Giovanni Battista. E’ una costruzione ad unica navata molto semplice nello stile. Nel 1602 il Vicario di Messina Federico Porzio, la eresse a parrocchia dipendente dalla Collegiata San Nicola di Nicosia e, nel 1830 Mons. Avarna la rese parrocchia autonoma. Vi si conservano: un dipinto di autore ignoto dell’Ottocento, un organo a mantice datato 1830 e altre statue di modesta fattura. I registri parrocchiali hanno inizio dall’anno 1612. E’ sede della Confraternita del ‘Santissimo’ le cui origini risalgono al 1765.

La Chiesa del Convento o di S. Anna

E’ una costruzione del Settecento dedicata a S. Anna ed annessa ad un convento che, secondo un manoscritto della fine del sec. XVII, doveva essere sede dei monaci Agostiniani Scalzi. Le tracce del convento si possono osservare dalla parte est della chiesa e in una stampa della fine del ‘700. Vi si conserva un pregevole crocifisso ligneo. Il campanile della Chiesa presenta un’unica campana su cui sta scritto: ANGELUS DOMINI NUNCIAVIT MARIAS ECE DOMINUS DUX PRO SVA DEVOTIONE ANNO 1692.

Il Balzo della Rossa

E’ un dosso roccioso emergente a nord di Sperlinga, in una zona montana della Sicilia interna tra l’Etna e la costa tirrenica, in cui è largamente diffuso il trogloditismo medievale. Le qualità del sito a favore dell’insediamento umano sono già evidenti nei resti di un villaggio capannicolo della prima età del Bronzo, di cui abbondano sul terreno le caratteristiche ceramiche a decorazione geometrica dipinta. Nel Medioevo il dosso ha accolto alcune escavazioni di notevole impegno tecnico, riferibili ad un’’unica struttura insediativa. Al di sopra, una rampa porta in cima al roccione, dove si notano resti di grotte crollate. Questa sistemazione è caratteristica di una residenza fortificata di campagna, una sorta di castello rupestre, ricavata artificialmente all’interno di una guglia rocciosa.

La Valle di S. Antonio

E’ situata in contrada Cicera. L’habitat rupestre con la disponibilità d’acqua ha favorito lo stanziamento di comunità durante un lungo arco temporale. Questi siti sono in massi di arenaria che oppongono una scarsa resistenza alle azioni meccaniche, sia naturali, che antropiche e che, dunque, si prestano facilmente alla realizzazione di architetture rupestri. La scelta di vivere in grotta costituisce una delle forme d’insediamento delle popolazioni autoctone. Il vivere in grotta risponde all’esigenza di poter disporre di una abitazione più sicura, nascosta, non esposta al rischio del fuoco, di maggior affidabilità per le sue qualità statiche e di maggiore economicità, per il modo di costruire. I dati archeologici sul territorio, hanno permesso di individuare numerose strutture rupestri adibite a scopo abitativo, produttivo, funerario e culturale. L’ubicazione degli spazi funerari e dei relativi insediamenti deve essere, dunque, messa in rapporto con l’organizzazione viaria del territorio.

SENTIERI NATURALISTICI

Il territorio di Sperlinga ha una vegetazione varia e vi si coltiva la vite, l’ulivo e il mandorlo. Le terre seminative producono ottimo ed abbondante grano ed altri cerali. Una vasta zona del territorio e coperta da un fitto bosco costituito da una querceta naturale. Il bosco di Sperlinga è una delle 80 riserve naturali istituite con la L.R. n. 98/81 integrata con la L.R. n. 14/88; la riserva è denominata Bosco di Sperlinga ed Alto Salso e comprende territori dei comuni di Sperlinga e Nicosia. Il paesaggio si presenta aspro, tipico delle zone di montagna, il clima e la vegetazione sono tipici del Mediterraneo, caratterizzato da estati caldi e inverni miti. Nel territorio di Sperlinga sono presenti alcune necropoli con tombe ad arcosolio (periodo paleocristiano), tutte ubicate in terreni privati e quindi non visitabili, se non tramite permessi. Vi sono poi centinaia di grotte e siti rupestri in diverse contrade del territorio. È possibile recarsi in escursione nella campagna sperlinghese dove, oltre a respirare aria pura, si possono visitare luoghi che un tempo dovevano essere abitati da numerosi nuclei familiari.

Tipicità


Il Tortone

Il tortone è un dolce casereccio povero, tipico delle popolazioni contadine fatto di semplici ingredienti: farina impastata e lievitata (pasta del pane), fritta e cosparsa di zucchero e cannella. I “tortoni” confortavano i palati dei bambini, dei giovani e degli adulti, risvegliando certamente la sensazione che, oltre al semplice e modesto alimento quotidiano, esistevano migliori possibilità nutritive.

Appuntamenti


MARZO

Festa di S. Giuseppe: Per S. Giuseppe era usanza, fino agli anni ’70, preparare la cosiddetta “Tavola di S. Giuseppe” che consisteva nel preparare, per coloro che affluivano, un pranzo costituito da: due primi piatti, (pasta con la mollica e pasta con i ceci), cardi fritti, finocchi lessi, mezza arancia, una sarda fritta, vino e pane. (19 Marzo)

GIUGNO

Festa di S. Giovanni Battista – Patrono: All’epoca (1597), per la costruzione della Chiesa, il feudatario si è affidato a S. Giovanni Battista, alla fine dei lavori iniziò il culto in onore del Santo con festeggiamenti. Nell’antivigilia della festa veniva allestita una grande fiera del bestiame e arrivava molta gente da fuori, annessa ad essa c’era la fiera degli utensili per la casa e per i lavori in campagna; questa fiera venne svolta fino agli anni ’70, da allora cadde in disuso. (24 Giugno)

AGOSTO

Sagra del Tortone: Giorno 16 Agosto si svolge la Sagra del Tortone nella quale avviene la distribuzione e degustazione di cibi locali e del gustosissimo Tortone, dolce semplice che con la sua flagranza e genuinità conquista i palati più fini ed esigenti. La sagra, per la sua originalità, richiama parecchia gente da tutta la Sicilia.

Corteo storico: Nel paese si celebra il corteo storico formato da dame e cavalieri in abiti d’epoca rappresentanti le famiglie nobiliari. Nel 1282 i francesi furono cacciati da una sommossa popolare che da Palermo si diffuse su tutta l’isola, tranne che a Sperlinga. Qui rimasero dentro il castello e furono assediati per oltre un anno. Questo è uno degli episodi che vengono rievocati nel corso delle manifestazioni correlate al Corteo storico. Alla manifestazione prendono parte diversi Comuni siciliani. Si conclude ai piedi del castello con la rievocazione storica del Vespro Siciliano, l’Elezione della Dama dei Castelli di Sicilia ed i fuochi artificiali abbinati alla musica.

Festa di S. Liberata: La mattina i fedeli, da Nicosia, arrivano in pellegrinaggio per la devozione alla Santa. La manifestazione inizia alle ore 06,00 con la celebrazione delle Sante Messe una ad ogni ora fino alle ore 11,00. Nel pomerigio alle ore 18,00 viene celebrata una messa cantata a cui segue la processione con la statua di S. Liberata portata, su un mezzo meccanico per le vie principali del paese. Il culto della santa risale agli anni ’20 introdotta a seguito di una grazia ricevuta da operai che lavoravano per la costruzione della Stada Statale n. 120. Un operaio a seguito di invocazioni alla santa cui era devoto ha posto un’immagine sul luogo dove ricevette la grazia. Presto la devozione si è affermata e diffusa anche nella vicina città di Nicosia, da dove affluiscono numerosi pellegrini. (18 Agosto)

SETTEMBRE

Festa del Padre delle Grazie: La festa si svolgeva solo in particolari circostanze, ovvero per invocare delle grazie al Signore, per invocare la pioggia in mancanza d’acqua ed è per questo che il Crocifisso venne denominato Padre delle Grazie. L’ultima volta si è svolta negli anni ’50 e venivano fatti dei Canti conosciuti da pochissime persone. Oggi invece nella processione viene portato in processione solo l’ostensorio. La manifestazione inizia con la celebrazione della Santa Messa e segue la processione dove non viene portato il santo, ma bensì l’ostensorio per le vie principali del paese. (terza domenica di Settembre)

Festa della Madonna della Mercede: Il giorno della festa, la processione anche se ridotta, percorre tutte le vie principali del paese. La statua viene portata in processione sul mezzo meccanico addobbato con fiori. È presente la banda musicale anche la confraternita omonima. I fuochi artificiali accompagnano il suono delle campane durante la processione e si conclude con ö giuogö dô fuogö gli spari pirotecnici. (quarta domenica di Settembre)

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