Comune di Palagonia

Palagonia, Ct, Italia
Santa Febronia del comune della Sicilia - Palagonia

Cenni storici


Palagonia è un comune della Sicilia in provincia di Catania che ospita 18.000 abitanti e si sviluppa a circa 200 metri sul livello del mare. La città, anticamente chiamata “Palica”, fu abitata fin dall’epoca preistorica come testimonia il ritrovamento di un insediamento paleolitico. Nel 453 a.C. Ducezio fondò Palikè, in prossimità dell’attuale Palagonia, che divenne capitale del suo Stato. Essa possedeva un santuario. Secondo la tradizione popolare i cosiddetti “Palici”, ovvero divinità venerate dai siculi, nacquero nel lago di origine vulcanica Naftia; sulle sponde di esso fu a loro dedicato un tempio in cui venivano praticati oscuri rituali. Ai giorni nostri il lago, denominato Mofeta dei Palici, viene sfruttato industrialmente, dunque non è più visibile. In epoca medievale fu dominata dai normanni. Nel 1169 fu inserito dal conte Ruggero il feudo ed il territorio nell’arcidiocesi siracusana. Alcune delle famiglie più importanti dell’aristocrazia siciliana, tra il XII ed il XIV secolo ebbero in possesso la città. Dal 1407, anno in cui Giacomo Gravina divenne signore del Feudo, fino al 1854, anno della morte dell’ultimo principe Francesco Paolo Gravina, le sorti della città furono legate alla nobile famiglia Gravina-Cruyllas. Verso la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento furono costruiti Palazzi in stile neoclassico e liberty come Palazzo Ponte in via Umberto, abitazione della famiglia del professore Ponte, che ebbe il merito di fondare la prima cattedra in vulcanologia d’Europa, nonché sede di un osservatorio geodinamico; Palazzo Blandini che si affaccia sulla piazza Garibaldi ed è sede di un piccolo museo comunale.

 

Attrattiva principale


Una delle principali attrazioni di Palagonia è l’eremo di Santa Febronia. Esso si trova in contrada Costa, a 5 km a est della città e risale al VI-VII secolo d.C. Si ipotizza che in origine fosse una tomba preistorica in seguito diventata luogo di culto. Al suo interno si possono ammirare numerosi affreschi risalenti al XVI e XVII secolo: Cristo Pantocratore contornato da un’Annunciazione nella zona dell’abside, sulla parete di fondo della basilica; mentre ai lati dell’abside si possono ammirare il martirio di Santa Febronia e quello di San Bartolomeo. La parete di fronte l’ingresso ospita il maggior numero di affreschi: Sant’Agata, Santa Lucia, Sant’Anastasia, un santo vescovo,il peccato originale, un Angelo orante racchiuso entro un tondo. Inoltre in questa parete si trova un secondo altare caratterizzato da una nicchia che accoglie un’ipotetica icona; la parete a destra, invece, presenta degli scranni per sedersi durante i riti sacri. Dell’affresco di San Giovanni Battista, situato tra il dipinto di Santa Febronia e una delle finestrelle aperte sulla parete prospettica, rimangono solamente poche tracce. Gradini lapidei situati nella zona centrale conducono in un ambiente a “T”, costituito da pareti formate da nicchie che fungono da colatoi per la parziale mummificazione dei corpi dei monaci passati a miglior vita. Un’altra scala lapidea, collocata sul retro, conduce all’oratorio. La reliquia di a’ Santuzza (soprannome di Santa Febronia) durante la processione che ha cadenza annuale viene portata all’eremo.

 

Da visitare


Rocchicella

Si tratta di un sito i cui insediamenti umani risalgono agli anni 12.000/10.000 a.C.,distante da Palagonia poco più di un chilometro. Autori classici greci e latini hanno menzionato il luogo come sede del Santuario dei Palici, nonché della città di Paliké.

Basilica Paleocristiana di San Giovanni

La struttura, di cui ormai rimangono solamente alcune colonne e l’abside, risale al VII secolo d.C. Inoltre essa, come testimoniano documenti risalenti alla metà del XVI secolo, appartiene all’Ordine dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Originariamente presentava una leggera cortina di archeggiati all’interno dei quali vi erano inserite le porte che, durante le funzioni, venivano aperte; dunque non erano presenti pareti laterali. Poiché la Chiesa è molto piccola per contenere tutti i fedeli, probabilmente le funzioni religiose venivano seguite all’esterno.

entro i quali erano inserite le porte che venivano aperte durante le funzioni;

Pozzo Blandini

E’ una struttura alta sei metri che domina la piana circostante. Per il sollevamento dell’acqua vennero impiegati gli animali volti ad azionare la cosiddetta “noria”, ingegno situato all’esterno del pozzo. Verso la fine del 1500 il territorio possedeva già gli agrumeti che caratterizzano il paesaggio, dunque vi era la necessità di reperire l’acqua, in particolar modo nel periodo estivo; la soluzione fu data dai pozzi.

Tipicità


Sagra dell’arancia e polpa rossa

La fertilità del suolo e l’aria salubre di questo territorio consentono la coltivazione di un frutto davvero pregiato: l’arancia rossa di Palagonia. Vengono esportate in tutta Europa riscuotendo notevole apprezzamento tra i consumatori per le caratteristiche e al quanto uniche sono le proprietà organolettiche. Una leggenda popolare narra che il colore rosso di questo antico agrume derivi dall’influenza delle incandescenti colate laviche dell’Etna. È ovvio che le peculiarità dell’arancia rossa provengono da altro, ad esempio, dal giusto equilibrio clima – terreno, garanti delle caratteristiche tipiche di questo meraviglioso frutto. La sagra dell’arancia viene organizzata nel mese di marzo, ha come protagonista il prodotto principale del paese: l’arancia a polpa rossa. Per la festa sono previsti stands riguardante il prodotto, intrattenimenti artistici e culturali, escursioni nei siti archeologici e mostre che raffigurano attrezzi agricoli e fotografie antiche.

Appuntamenti


13 DICEMBRE

Santa Lucia

La festa di Santa Lucia, molto sentita dai cittadini, viene celebrata il 13 dicembre. Tradizioni tipiche dell’evento religioso sono: la “Cuccia”, ovvero un pranzo servito alla vigilia della festa costituito da una minestra di ceci, i quali rappresentano simbolicamente gli occhi della Santa, e frumento il tutto condito con solo olio senza l’aggiunta di sale; la “mazziata”, battitura del grano mediante una mazza di legno per separare i chicchi dalla crusca e allo stesso scopo anche la “sfrigutura ‘ndo geramitu” ovvero sfregatura sulla tegola, sebbene questo metodo venga usato con minor frequenza; “Falò degli Usi”, suggestivo focolare per le vie del paese che prende il nome dai fuscelli dell’ampelodesma (gli “usi”) impiegati per accendere il fuoco.

MARZO – APRILE

Settimana Santa

I riti della Settimana Santa si aprono con il tradizionale “lamentu” davanti la Chiesa delle figlie di Maria Ausiliatrice; a seguire fuochi d’artificio e banda musicale che esegue marce funebri. Il mercoledì la Chiesa, alle quattro del mattino, viene aperta per la venerazione di Cristo. Il giorno seguente i Confratelli in camice bianco accompagnano la processione per le vie del centro storico mentre vengono eseguiti canti dell’antica tradizione popolare siciliana dal coro “Popule Meus”. La processione con i simulacri del Cristo Morto e dell’addolorata si svolge anche la sera del Venerdì Santo fino alla Chiesa Madre.

 

Vedi Pro Loco Catania