Comune di Trabia

Trabia, PA, Italia
Foto di Piazza Lanza e Lavatoio di Trabia

Cenni storici


Trabia si trova a 34 chilometri da Palermo, sulla litoranea, percorrendo la strada statale 113 Palermo – Messina. L’incantevole località si è sviluppata fra i secoli X e XI attorno ad un nucleo centrale costituito dal castello dei Principi Lanza, fra le colline e il mare, fra verdi secolari uliveti e fertili piantagioni di pesche, nespole ed agrumi. Stabilire le origini della cittadina è difficile, anche se i resti di sepolcri, con antichi oggetti ornamentali , testimoniano un passato lontano.
Le sue spiagge, il castello che cade a picco sul mare, la caratteristica cappella di Santa Rosalia, le lussureggianti verdi colline, fanno di questa splendida località grazie anche al suo mare pulito e alla notoria ospitalità degli abitanti, una gradevole meta di villeggiatura.
Per rendere più confortevole la permanenza di tutti i visitatori sono sorti alberghi e villaggi vacanze nelle immediate vicinanze dell’antico castello dei principi Lanza e della vecchia tonnara.

Attrattiva principale


Natura
“Sul mare di Trabia c’è un santuario piccolo, fatto di pietre di grotta tutte in splendidi colori”.
Così Giuseppe Sunseri, poeta trabiese, scriveva della piccola cappella di Santa Rosalia, la cui costruzione iniziò nel 1904 e venne ultimata negli anni Venti per volere di un galantuomo trabiese, il Signor Salvatore Gurgiolo. La cappella fu costruita utilizzando stalattiti e stalagmiti raccolti dai giovani trabiesi all’interno delle grotte del Castello Lanza. Attorno alla Cappella è stata realizzata un’area con dipinti e mosaici incorniciati da ciottoli di mare. Sulla scogliera è stata realizzata una statua che rappresenta un pescatore, uno dei più antichi e diffusi mestieri di Trabia che richiama l’attenzione di grandi e bambini.
Nelle vicinanze della Cappella, fino agli anni Novanta, vi era la presenza di piccolo approdo utilizzato dai pescatori trabiesi.

Enogastronomica:
Il nespolo presente nel territorio di Trabia appartiene alla famiglia della Eriobotrya Japonica.
Il nome scientifico da indicazioni, sulla sua provenienza e non sulla sua origine. In Sicilia il nespolo è pervenuto dal Giappone intorno alla metà del 1800. E’ una pianta perenne con foglie lanceolate di colore verde scuro verde pallido. I fiori piccoli e numerosi sono di colore bianco e sono portati in pannocchie (chiamate scocche). Qui cresceranno i frutti che variano molto in dimensioni e in colore dal giallo pallido all’aranciato.
A Trabia si coltivano diverse specie di Nespole: le più importanti sono la Nespola Rossa di Trabia, il Nespolone di Trabia e la Sanfilippara.
La Nespola Rossa di Trabia è un frutto medio-piccolo, tondeggiante e di un colore arancio intenso, dolce a maturazione dalla buccia di medio spessore e dalla polpa consistente.
Il Nespolone di Trabia è un frutto grosso, dalla forma allungata e di colore giallo aranciato. La buccia è molto spessa e la polpa consistente.
Il Nespolone Sanfilipparo prende il suo nome da una famiglia trabiese che commerciava in tutta la Sicilia e in Italia questo frutto. Le sue caratteristiche sono similari a quelle del Nespolone di Trabia.
La campagna nespolica si apre con la Nespola Rossa che ha inizio a fine marzo-aprile e prosegue con il Nespolone di Trabia e la Sanfilippara a giugno. Dalla Nespola di Trabia è possibile ricavare numerosi prodotti gastronomici di pregiata fattura quali il liquore Nespolino, la confettura di Nespole che trova molte applicazioni soprattutto in campo dolciario e le “Nespole Sciroppate”.

Da visitare


Tonnara
L’esistenza e l’attività della Tonnara di Trabia risale al XIV secolo circa. Il suo litorale, attivo sino alla fine degli anni Sessanta, veniva utilizzato nel mese di aprile per preparare le reti e le imbarcazioni della pesca del tonno. Esse, una volta portate al largo e lasciate lì per circa quarantacinque giorni, creavano un corridoio per la cattura dei tonni che culminava nella famosa “camera della morte”.
Tradizionalmente il tonno più grosso veniva venduto sul corso principale ed il ricavato veniva donato per la festa del Santissimo Crocifisso. La Tonnara, che, a partire dal XV secolo, giunse in possesso dei Principi Lanza di Trabia, impegnava parecchi pescatori locali nell’arco di tutto l’anno per la riparazione delle reti, delle corde e delle barche utilizzate per la pesca del tonno. Ad oggi gli antichi magazzini utilizzati per custodire le imbarcazioni e le relative attrezzature sono stati trasformati in un grande albergo.
Adiacente ai magazzini si trovava una piccola Chiesetta utilizzata durante la processione del Santissimo Crocifisso; quest’ultima ancora oggi è presente all’interno della struttura alberghiera.

Arco fuori porta
Procedendo a piedi lungo la statale 113, in direzione Messina ed imboccando il bivio per il centro abitato di Trabia, dopo aver superato il sottovia della strada ferrata, ci si ritrova dinnanzi le antiche mura della città. A causa della loro parziale demolizione avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, sono state restaurate nel 2008. Le mura furono costruite dal principe Ottavio Lanza II, detto l’Edificatore, nella prima metà del XVII secolo , in difesa del piccolo borgo e delle terre circostanti il castello. Nelle pareti laterali della porta sono presenti quattro lapidi, due delle quali risalgono allo stesso periodo di costruzione delle mura: nella prima il principe rivendica i diritti su queste terre, nella seconda invita i passanti, con grande senso di ospitalità, ad entrare gradevolmente nel territorio con le seguenti parole: “Senza paura entra in questo territorio ospite amico, ti invita qui una sede ed un’ospitalità sicura, lontana da qui fuggono le insidie, le frodi e gli inganni, vi risiedono la sacra fede, la pietà e la religione, questo territorio è di presidio, un leone dal vigile sguardo ti protegge e il casato proveniente dalla Bavaria sotto la guida dei Lanza. Lo stesso è crudele con i colpevoli e mite con gli innocenti, a questi è favorevole, mentre mette in fuga quelli azzannandoli.”. Le altre due lapidi riportano invece l’elenco dei caduti trabiesi che hanno sacrificato la loro vita per la difesa della Patria durante la prima guerra mondiale.

Chiesa di S. Oliva
Varcando la porta di Trabia si erge la splendida Chiesa di Sant’Oliva, la più antica del borgo, costruita nel 1643 per volere di Don Ottavio Lanza. La Chiesa fu adibita fino al 1800 a cimitero locale. Essa è caratterizzata da una struttura semplice ad una sola navata, è dotata di un prezioso altare proveniente dalla chiesa del Castello Lanza ed in essa vi sono conservate due splendide opere. La prima è il martirio di Santo Stefano, che sembrerebbe stilisticamente legata alla scuola di Pietro Novelli. La seconda è una Madonna con Bambino realizzata secondo stilemi fiamminghi o derivanti dalla cultura Antonellesca.

Piazza Lanza e Lavatoio
Procedendo verso il centro urbano si giunge nella Piazza dedicata a Giuseppe Lanza, centro nevralgico di incontro per i giovani locali e dei paesi limitrofi. Essa sul lato destro è caratterizzata da una parete rocciosa di natura calcarea che nei millenni trascorsi è stata interessata da una faglia verticale. A ridosso di detta faglia si può ammirare una vasca ottocentesca, ornata nella parte sovrastante con lo stemma marmoreo della Famiglia Lanza. Essa è alimentata da 10 rubinetti chiamati “cannoli”, che vi riversavano fino agli anni Sessanta, oltre 200 litri d’acqua al secondo. Alla destra della vasca si può notare la struttura di un antico acquedotto costruito in epoca fascista. A ridosso dell’acquedotto esiste ancora oggi un’altra piccola vasca con due “cannoli” dalla quale sgorga acqua potabile. Nella via sottostante la Piazza si notano i resti di un antico lavatoio che fino agli anni Cinquanta veniva utilizzato dalle massaie del Paese per lavare il bucato.
All’interno della Piazza si può notare, inoltre, un monumento al Milite Ignoto, dedicato ai caduti in guerra.

SS. Sacramento
Procedendo verso il centro lungo il Corso principale, dedicato a Giuseppe La Masa, generale garibaldino ed eroe nazionale, sul lato destro, è possibile contemplare la Chiesa del SS. Sacramento. Essa fu edificata nel 1715 per volere di Don Ignazio Lanza, Deputato del Regno e Capitano di Giustizia nonché Pretore di Palermo, a seguito di un incremento demografico della popolazione locale. La Chiesa, inizialmente intitolata al Patrono “SS. Crocifisso”, venne benedetta dall’Arciprete Don Giacomo Buccheri l’11 gennaio 1716. La Chiesa, secondo lo schema delle altre chiese trabiesi, si presenta con una facciata semplice allineando il portone, l’edicola, e il rosone, una semplicità che si riflette anche all’interno facendo eccezione dello sfarzoso tabernacolo.

Cappella del Calvario
Procedendo verso il centro si giunge in via Calvario, strada che conduce al quartiere più antico di Trabia. In essa si trova una piccola Cappella (Cappella del Calvario) edificata nell’aprile del 1830 per volere dell’istituto religioso ancor oggi presente nel Paese. La pittoresca Cappella venne edificata in cima ad una roccia arenacea quarzosa, visibile ancora oggi: essa, ridotta in sabbia, veniva utilizzata dalle donne del vicinato per pulire minuziosamente il pentolame annerito dalle fiamme. Alle spalle della roccia vi è posta una grande croce di ferro con tre luci alle estremità che simboleggiano la Trinità. Essa viene utilizzata dai fedeli durante tutto il mese di maggio per la recita del Santo Rosario, durante la settimana del Sacramento e per la settimana santa in occasione della processione del simulacro di Gesù Cristo e della Vergine Addolorata.
Nelle vicinanze della Cappella si trovano la Casa Natale del “Servo di Dio” Fra’ Andrea Tonda e due piccole piazzette, una caratterizzata da un grande albero di fico posto al centro di essa, l’altra antistante la Cappella, da cui è possibile notare la roccia arenacea.

Chiesa Madre Santa Petronilla
La Chiesa Madre di Trabia, dedicata a Santa Petronilla, fu voluta da Giuseppe Lanza. I lavori cominciarono nel 1790 e terminarono nel 1802. La Chiesa venne edificata inizialmente ad una sola navata, la centrale. Risalgono, invece al 1870 le due navate laterali costruite in seguito all’abbattimento delle mura. L’Arciprete trabiese Monsignor Antonino Di Matteo fece costruire nel 1885 l’altare maggiore in pregiato marmo bianco, nel 1887 le cinque cappelle laterali ed il pavimento di marmo di tutte le tre navate e, infine, nel 1892 la facciata.
All’interno della Chiesa Madre viene custodita la Croce in bronzo rinvenuta nel 1830 da un giovane di nome Carlo Bondì durante la raccolta di ciotoli di mare destinati all’ornamento della Cappella del Calvario ancora in costruzione. Al suo ritrovamento si crede sia dovuto il definitivo debellamento della peste che in quel periodo attanagliava i territori locali. Gli abitanti, non a caso condussero con una solenne processione la Croce all’interno della Chiesa all’interno della quale si trova tutt’oggi. Gli estremi della croce latina si allargano in piccoli capi croce trilobati che racchiudono delle immagini sacre: sulla faccia principale sta Gesù Crocifisso circondato dai quattro evangelisti mentre sulla faccia secondaria si trova la Madonna col Bambino. Il Professor Ettore Gabrici, all’epoca del ritrovamento Direttore del Museo di Palermo, descrisse la croce come “un pregevole prodotto dell’industria siciliana con caratteri spiccati di arte quattrocentesca”.
All’interno della Chiesa viene custodito un quadro che rappresenta Santa Petronilla alla quale è intitolata la Chiesa e a partire dall’anno 1973, le spoglie del Servo di Dio Fra’ Andrea Tonda.

Madonna delle Grazie
La Chiesa della Madonna delle Grazie è stata costruita tra il 1635 e il 1945 come pietra di confine tra la “Città delle terme” (Termini Imerese) e il feudo di Trabia.
All’interno della chiesa si possono ammirare un grande crocifisso in cartapesta e un’opera del celebre pittore Pietro Novelli, che raffigura i due celesti protettori della città di Termini Imerese, San Calogero e il Beato Agostino. Inoltre vi sono diversi quadri attribuiti alla Scuola pittorica di Pietro Novelli, tra questi vi è un quadro molto antico, di autore ignoto, che rappresenta l’immagine della Vergine Maria assunta in cielo accompagnata da alcuni angeli. Esso venne ritrovato in una cappella antichissima, antistante la chiesa. All’interno della Chiesa vi sono alcuni stucchi di scuola serpottiana risalenti al XVII secolo.
Una leggenda popolare narra che il Crocifisso venne trafugato in una notte per essere portato nella vicina Termini Imerese ma puntualmente, il giorno successivo venne ritrovato nuovamente nella navata centrale della Chiesa della Madonna delle Grazie. Ad aumentare il velo di mistero vi è la traccia di argilla sui piedi del Crocifisso che pare volesse ritornare sul suolo trabiese al quale apparteneva.

Chiesa San Nicola L’Arena
La Chiesa Madre della piccola frazione marinara di San Nicola l’arena fu edificata nel 1887 dal trabiese Salvatore Affatigato su incarico dell’Istituzione “San Francesco di Sales”. Essa fu finanziata da un laico possidente palermitano Salvatore Celeste che la finanziò, incoraggiato e assistito dal Sacerdote Don Nunzio Russo: fu quest’ultima a dedicarla a San Nicola di Bari. Solo più tardi, nel 1935 la Chiesa venne eretta a Parrocchia. Importante è l’altare Maggiore in cui risiede una scultura di notevole manifattura in legno dell’Immacolata di autore e datazione ignoti.
Sul Sacrato della Chiesa vi è un imponente Statua di San Giovanni Paolo II. All’interno della Chiesa si trovano inoltre alcune importanti statue rappresentanti San Nicola di Bari e la Vergine Addolorata. Luigi Natoli, sotto lo pseudonimo di William Galt, ispirandosi al Castello vi ambientò il notissimo romanzo popolare “Calvello il Bastardo” che leggenda vuole fosse uno dei Beati Paoli, la misteriosa setta che viveva nella sotterranea Palermo del Settecento.

Castello e Torre di San Nicola
Nella piccola borgata marinara di San Nicola l’Arena si erge il Castello oggi appartenente alla nobile famiglia del Principe Vanni San Vincenzo: si nota a tal proposito il vecchio blasone posto sulla facciata dell’antica torre . La costruzione della fortezza viene solitamente fatta risalire allo stesso periodo in cui la tonnara adiacente iniziò ad essere sfruttata, ovvero durante il XII secolo. Solo in seguito, nel 1367, entrambe pervennero alla famiglia Crispo. La torre dalla forma cilindrica si trova al centro della corte, arricchita da una terrazza finale e contenente, all’interno, tre sale circolari, comunicanti grazie ad una scala. Si notano inoltre tre torri più piccole, collegate da una terrazza usata per il giro delle sentinelle ed attrezzata con l’artiglieria composta da sette cannoni. Si può annoverare di certo la Fortezza di San Nicola tra le torri costruite all’epoca a guardia delle tonnare di Solanto e di San Niccolò. Attualmente il Castello è utilizzato per trattenimenti nuziali e spettacoli vari.

Porto Turistico
Negli ultimi anni si è cercato di potenziare con alcuni servizi la naturale vocazione turistica del borgo marinaro che con il suo attrezzato porticciolo turistico è meta di molti diportisti a vela e a motore che navigano nel Mediterraneo. Un porto che non ha nulla da invidiare, per strutture e servizi, ad altri situati nel resto d’Italia. Il porticciolo di S. Nicola L’Arena è protetto da due lunghi moli orientati mediamente per nord-est: nella parte interna del molo di sopraflutto si dipartono due moletti in direzione sud-est. Su entrambi i moli foranei sono disposti numerosi pontili galleggianti che possono contenere circa 800 posti barca. Oggi San Nicola L’Arena è dotata di una marina protetta ed attrezzata per ogni esigenza della nautica, dove è possibile noleggiare gommoni e barche, oppure ormeggiare la propria imbarcazione. All’interno del porto turistico vi è una passeggiata in legno ed un antico “Verricello” donato dalla comunità dei pescatori. Su uno dei bracci del molo vi è posta un’immagine della Vergine Immacolata a protezione del Porto e dell’intera comunità.

Vetrana
Il litorale sabbioso che si estende da San Nicola l’Arena alla Vetrana per poco più di 2 chilometri è meta di numerosissimi bagnanti che affollano le spiagge locali durante il periodo estivo. Sulla S.S.113 che costeggia il litorale sono presenti numerosi servizi dedicati ai turisti e non solo: ricettività alberghiere, ristoranti, pub, pizzerie, parcheggi, campi di calcio.
La zona costiera della Vetrana, fino al primo dopoguerra era un isolotto su cui sorgeva la tomba-mausoleo dei Marchesi Artale caratterizzata dalla sua forma piramidale.

Castello Lanza Branciforte
Tra gli illustri personaggi che godettero della bellezza e della solarità del piccolo borgo vi fu l’illustre Casata dei Principi Lanza. Il castello Lanza di Trabia nasce da una roccaforte araba, esso viene ristrutturato nel suo assetto generale durante il periodo di dominazione normanna in Sicilia. Risale proprio a questi anni la struttura che vede nel muro perimetrale di forma quadrata e nel Mastio centrale i principali elementi che caratterizzavano le fortezze normanne. Quest’ultimo venne adibito a prigione nel XVII secolo. A partire dal XV secolo, grazie al matrimonio tra Aloisia Di Bartolomeo, erede delle terre di “Tarbia”, con Blasco Lanza, la fortezza trova la sua destinazione a dimora della famiglia nobiliare. Il Castello di Trabia visse il suo massimo splendore con Ottavio Lanza II a partire dal 1633, anno di fondazione del feudo di Trabia. Antiche testimonianze raccontano che il Castello fosse, a quell’epoca, una vera e propria oasi, tra le sue imponenti rocce sgorgava una fonte d’acqua limpida. Nella struttura del Castello si possono notare tre Torri appartenenti ad epoche differenti: l’antico Mastio, la torre circolare a ridosso sul mare che ricopriva una probabile funzione di difesa, la torre campanaria e una quarta torre angolare distrutta in seguito alla costruzione della rete ferroviaria nel territorio locale.
All’interno di esso ancora oggi si possono ammirare due splendidi portali in stile gotico-catalano oggi deteriorati a causa della salsedine alla quale sono perennemente esposti; un terzo portale in marmo di probabile scuola gaginiana risale al XVI secolo e rappresentava l’ingresso della Cappella di Santa Petronilla edificata all’interno del Castello nel 1571. Molti manufatti all’interno del Castello provengono da altri manieri siciliani (Petraperzia e Mussomeli) appartenenti a nobili famiglie imparentati ai Lanza di Trabia.
In epoca recente sono stati rinvenuti i resti di un antica macina a pietra utilizzata per la molitura del grano.
Oggi del Castello non più appartenente alla famiglia Lanza, rimangono le splendide terrazze da cui è visibile il Golfo di Termini Imerese e le mura di recinzione con le corone di torri che avevano una funzione di ornamento e di difesa. Nei pressi dell’ingresso principale è possibile notare i resti dell’antico ponte levatoio.

Sentieri Naturalisitici
La Riserva Naturale Orientata Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto è un’area protetta di oltre 4.500 metri. Essa è compresa nei territori di Baucina, Ventimiglia di Sicilia, Altavilla Milicia,Casteldaccia e Trabia. Questo massiccio montuoso presenta non soltanto rocce calcaree ma anche delle pareti silicee. La riserva si presenta soggetta all’erosione dovuta agli agenti atmosferici che hanno portato allo sviluppo di corsi d’acqua stagionali e alla formazione di cavità come le tre grotte più significative:
– La Grotta Brigli molto importante dal punto di vista speleologico grazie ai suoi cunicoli e alle ampie sale.
– La Grotta del Leone ha importanza dal punto di vista ecologico perché al suo interno vive una comunità di Iberidella minore, pianta che cresce nelle grotte abitate dal bestiame.
– La grotta Mazzamuto nella quale si trovano molti resti di interesse archeologico.
– La Riserva vanta paesaggi naturalistici pittoreschi e variegati in cui zone umide e verdeggianti lasciano il passo ad altre più rupestri. Il complesso montuoso, in parte di origini vulcaniche, ha le sue vette maggiori sul Monte San Calogero (1300 metri) e Pizzo Trigna (1250 metri) da dove si potrà ammirare un paesaggio unico sui golfi di Palermo e Termini Imerese.
All’interno della riserva si trova L’Eremo di San Felice composto da una Chiesa Rupestre di origine medievale. Esso fu costruito, tra il 1290 e il 1310, dall’eremita laico Frà Guglielmo Gnoffi nato a Polizzi Generosa nel 1256. Frate Guglielmo dedicò L’Eremo alla Madonna e fece dipingere un affresco raffigurante la Santa Madre, alla destra dell’altare, ancora oggi è visibile una traccia pittorica dell’ immagine sacra. Dall’Eremo si sviluppano svariati sentieri:Acqua Ammuciata, Crafocchi, Ervi Bianchi, Monte cane, Muccicase, Portella Pizzo Nudo, Ricottelli, Sant’Onofrio,Vausu Russu.
Altra costruzione altresi interessante al’interno della riserva si deve alla famiglia dei marchesi Artale che, attorno al XVI secolo, si stabilirono nel territorio di Trabia. Il ricordo di questa famiglia è rimasto nel nome dell’antica “Torre “ai piedi del monte S.Onofrio e nell’antica“Casina”circondata con un muro a secco alto poco più di due metri, in gran parte ancora esistente, essa venne costruita alla sommità del monte.

Tipicità


Pasta
Il geografo arabo Screrif Al Idrisi, durante un viaggio intorno alla Sicilia, descriveva Trabia come “una pianura in cui si produce tanta pasta da esportare in tutte le parti.” A seguito di questo documento del 1154 rinvenuto all’interno del Libro di Re Ruggero, si può affermare che la pasta secca lunga chiamata Itryah “Spaghetti” venisse prodotta nel territorio di Trabia nel quale vi era la presenza di numerosi mulini alimentati dalle sorgenti d’acqua. La presenza di uno di essi è testimoniata ancora oggi all’interno della struttura sita in Via Lavatoio: in particolare, esso veniva alimentato dalla sorgente d’acqua proveniente da Piazza Lanza. A Trabia è tuttora presente una zona denominata Piazza Mulini dove si conserva la testimonianza del luogo in cui sorgevano gli antichi opifici. Altri mulini erano stati un tempo costruiti sulla scogliera ad Oriente del Castello.
La produzione di pasta è stata favorita dalla nascita di alcuni pastifici, quello più famoso apparteneva alla famiglia Messineo. Un importante strumento per la lavorazione degli Spaghetti era il cosidetto “Arbitriu”: ottenuto l’impasto questo veniva prelevato in piccole quantità, introdotto nel torchio e pressato con la “trafila”, un disco generalmente di bronzo bucherellato in vario modo a seconda del formato desiderato attraverso cui usciva l’impasto finale. Questi vecchi torchi iniziarono ad essere sostituiti durante la Rivoluzione Industriale con le Presse Idrauliche. Occorrerà aspettare il 1930 per l’introduzione della “Pressa continua” che permetterà di impastare, gramolare e pressare la pasta contro la Trafila senza interrompere il ciclo produttivo. Fu però con l’avvento dell’essicazione artificiale che la produzione della pasta poté trasformarsi da prodotto artigianale a prodotto industriale.

Olivo
A Trabia è possibile trovare varie tipologie di alberi di ulivo. Un atra queste è la specie Biancolilla, mentre la cultivar predominante è la Ogliarola Messinese detta Nostrana, Calamignara, Passulunara. È proprio da questa tipologia di ulivo che si possono ricavare ottimi prodotti quali olio, olive verdi, olive nere e i cosidetti passuluna. L’olio prodotto da questa tipologia di ulivo presenta spiccate e pregiate qualità. Per tale motivo l’olio prodotto nel Comune di Trabia è contrassegnato da una elevata conservabilità e un intenso gusto fruttato, amaro e piccante.
Grazie alle sue spiccate caratteristiche l’olio prodotto nel Comune di Trabia ha un migliore livello di digeribilità e assorbimento intestinale. Per tale motivo rappresenta l’elemento principe della dieta mediterranea. A contribuire all’ottima qualità di questi prodotti è la posizione favorevole del Paese situato tra la montagna ed il mare e un clima mite che lo contraddistingue.

Nespola
Il nespolo presente nel territorio di Trabia appartiene alla famiglia della Eriobotrya Japonica.
Il nome scientifico da indicazioni, sulla sua provenienza e non sulla sua origine. In Sicilia il nespolo è pervenuto dal Giappone intorno alla metà del 1800. E’ una pianta perenne con foglie lanceolate di colore verde scuro verde pallido. I fiori piccoli e numerosi sono di colore bianco e sono portati in pannocchie (chiamate scocche). Qui cresceranno i frutti che variano molto in dimensioni e in colore dal giallo pallido all’aranciato. A Trabia si coltivano diverse specie di Nespole: le più importanti sono la Nespola Rossa di Trabia, il Nespolone di Trabia e la Sanfilippara. La Nespola Rossa di Trabia è un frutto medio-piccolo, tondeggiante e di un colore arancio intenso, dolce a maturazione dalla buccia di medio spessore e dalla polpa consistente. Il Nespolone di Trabia è un frutto grosso, dalla forma allungata e di colore giallo aranciato. La buccia è molto spessa e la polpa consistente. Il Nespolone Sanfilipparo prende il suo nome da una famiglia trabiese che commerciava in tutta la Sicilia e in Italia questo frutto. Le sue caratteristiche sono similari a quelle del Nespolone di Trabia. La campagna nespolica si apre con la Nespola Rossa che ha inizio a fine marzo-aprile e prosegue con il Nespolone di Trabia e la Sanfilippara a giugno. Dalla Nespola di Trabia è possibile ricavare numerosi prodotti gastronomici di pregiata fattura quali il liquore Nespolino, la confettura di Nespole che trova molte applicazioni soprattutto in campo dolciario e le “Nespole Sciroppate”.

Limone Cedrato (Pirittuni di Trabia)
L’origine del limone cedrato di Trabia, è sconosciuta. Alcuni autori ritengono che il limone cedrato, sia un ibrido originatosi da incroci spontanei fra il limone (Citrus limon) introdotto in Sicilia dagli Arabi durante il XII secolo e il cedro (Citrus Medica) presente in zona fin dal primo secolo a.C.
Il limone cedrato è tipico di Trabia poiché una varietà diversa dai comuni cedri. Tuttavia il pirittuni di trabia, presenta caratteristiche intermedie alle due specie da cui trae origine, infatti le analogie con i limoni sono: dimensione della pianta; sapore dei frutti (leggermente acidulo).
Le sue analogie con i cedri invece sono: pezzatura dei frutti (leggermente inferiore rispetto ai cedri);buccia bitorsoluta; spessore e sapore dolce dell’albedo (parte bianca interna al frutto).

Appuntamenti


FEBBRAIO – MARZO
Carnevale Trabiese
Il Carnevale Trabiese è stato definito il Carnevale più giovane di Sicilia: esso può contare la presenza di quattro maschere che rappresentano il modo d’essere degli abitanti del luogo. I loro nomi richiamano inoltre le tradizioni marinare di Trabia: Ciccu Panza, Cuncetta Prisenza, Ninu Fetu u Piscaturi, Donna Mena Sparaceddu, la ‘Ncuchiaviddichi.

GIUGNO
Corteo storico
Da circa 15 anni grazie ad alcuni docenti volenterosi dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII ha preso avvio una manifestazione divenuta una tradizione per il Comune di Trabia. Il Corteo storico prevede una sfilata di abiti d’epoca indossati da giovani trabiesi che sfilano lungo il Corso principale per giungere in Piazza Lanza, tali abiti di pregiata fattura, velluto, sete e ricami, rappresentano la storia di Trabia e della nobile famiglia dei Principi Lanza dalle origini arabo-normanne sino ai giorni Nostri. Tale manifestazione, come da consuetudine, viene svolta il 2 Giugno, festa della Repubblica Italiana.

SETTEMBRE
Festa del SS. Crocifisso
La Festa del SS. Crocifisso è la tradizionale festa del patrono del Paese di Trabia, e viene celebrata l’ultimo fine settimana del mese di Settembre. L’origine della festa risale all’anno 1830, in seguito al ritrovamento della Croce Bronzea all’interno delle Grotte del Castello di Trabia. La stessa viene oggi custodita nella Chiesa Madre. Il ritrovamento della Croce fu interpretato dagli abitanti come evidente segno divino in un momento particolarmente triste della storia della comunità trabiese. La festa negli anni Cinquanta-Settanta prevedeva la famosa corsa dei cavalli lungo il Corso principale di Trabia, in seguito caduta in disuso per motivi legati alla sicurezza; nei giorni di festa venivano organizzati giochi come la corsa dei sacchi, la corsa delle biciclette e il famoso albero della cuccagna. La Domenica veniva portata in processione la Croce per le vie del Paese ed il Lunedi, a conclusione della festa, venivano sparati i fuochi d’artificio sopra la montagna situata nella nostra Piazza principale. Oggi la festa si svolge in quattro giornate: il Venerdi avviene l’apertura dei festeggiamenti con un corteo denominato “a truvata ra cruci” che partendo dal Comune giunge sino alla Chiesa Madre. L’antica Croce di bronzo viene così consegnata dal Sindaco al Parroco del Paese ed i festeggiamenti hanno inizio. Durante i giorni di festa le luminarie fanno splendere il corso principale arricchito di bancarelle. La Domenica avviene la processione solenne per le vie del Paese, la festa si conclude il Lunedì sera con un concerto serale in cui si esibisce un cantante famoso e i giochi pirotecnici.

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