Comune di Caltavuturo

Caltavuturo, PA, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Caltavuturo

Cenni storici


Caltavuturo si trova all’interno del Parco delle Madonie. E’ posto a 650 metri sul livello del mare nei pressi della Rocca di Sciara, roccia calcarea di origine dolomitica dalla cui vetta è ammirabile l’Eremo riferibile al periodo medievale. Le origini di Caltavuturo, difficili da stabilire con precisione, si basano su due tesi. Posto sul terrazzo roccioso e scosceso di Terravecchia, l’abitato offriva una magnifica difesa contro i nemici. Il nome Caltavuturo rivela l’origine islamica dell’insediamento urbano, anche se l’etimologia è ancora incerta. Secondo alcuni storici si potrebbe far risalire a Kalaat-abitur, vale a dire castello di Abi Tur con riferimento al nome del condottiero saraceno che proprio in questo territorio combatté con il suo esercito una sanguinosa battaglia durante la campagna di conquista della Sicilia. Secondo altri, il nome del paese significa Rocca dell’avvoltoio derivato dalla parola araba calaat (rocca) e da quella siciliana vuturu (avvoltoio).

Attrattiva principale


Di rilevanza fondamentale per gli abitanti di Caltavuturo e non solo, sono i festeggiamenti in onore della patrona Maria Santissima del Soccorso.
Il culto della Madonna del Soccorso a Caltavuturo ha origine sin dalla metà del 1400, quando i padri agostiniani arrivarono e si insediarono a Caltavuturo costruendo il piccolo convento di Sant’Agostino, luogo dove ancora oggi si conserva e si venera la statua della Madonna.
Riguardo alla nascita della devozione popolare verso la Madonna del Soccorso, si hanno tracce solo su vecchie carte notarili e testamenti del 1600, che esprimono la volontà dei fedeli di donare proprietà alla Madonna per beneficenza altrui.
Leggenda o verità vuole che i padri agostiniani trasportavano la statua della Madonna verso Petralia o Polizzi Generosa. Dopo un lungo viaggio si fermarono a pernottare in paese. La mattina dopo alla partenza si mise a piovere ininterrottamente, ciò avvenne per più volte ad ogni tentativo di partenza. A tal punto si intuì che la statua della Madonna volesse rimanere dove era arrivata e lì rimase diventando Patrona di Caltavuturo.

Da visitare


I Ruderi di Terra vecchia: sono l’esempio di sito Medievale che testimonia le antichissime origini di Caltavuturo, rendendolo unico esempio in Sicilia di città rifondata. Rilievo calcareo che sovrasta Caltavuturo è sede del più antico abitato, probabilmente fin da età bizantina. Fra i ruderi rimasti in tale sito quelli di maggiore importanza sono: il castello, con impianto a corte, nato in età normanna con funzione difensiva e divenuto residenza signorile tra XIV e XV secolo, la chiesa di S.Bartolomeo, che con il suo campanile e l’ampia pinnata dominava Terravecchia, i “Dammusi”, cioè grandi ambienti seminterrati adibiti probabilmente a magazzini e/o ad aree lavorative, funzionali alla sussistenza del castello e la chiesa del Casale, edificata su un dirupo a Nord-Ovest del sito intorno al 1200, del cui impianto originario rimane solo la zona absidale ed il tracciato di un muro perimetrale. Lo spopolamento di Terravecchia iniziò tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo; venuta meno l’esigenza difensiva medievale, il sito elevato ed impervio, venne abbandonato e la popolazione iniziò a spostarsi verso l’attuale Caltavuturo.

Rocca di Sciara: monte sovrastante l’abitato di Caltavuturo a 1081 metri s.l.m., il cui nome “Sciara” è un termine geografico siciliano dal significato inequivocabile di pendio ripido, franoso e incoerente; ma non è tutta la montagna ad avere queste caratteristiche, per il resto si presenta per lo più come un solido e massiccio pacco di strati inclinati di roccia grigia calcarea mesozoica. Sulla Rocca è possibile effettuare piacevoli escursioni geologiche, grazie alla presenza di un piccolo sentiero che permette di raggiungere a piedi la sua sommità, ma anche arrampicate sportive per esperti del settore, dato che il fronte roccioso quasi verticale che sovrasta il paese si presta a questo tipo di sport. Sulla sommità della Rocca si trovano i ruderi della Chiesa di San Nicola.

I Mannari: Sul lato nord, e ai piedi dell’altura dove insisteva l’antica città fortificata e alle spalle del più antico quartiere del centro abitato, esiste un complesso di manufatti dal profilo storico-antropologico di grande rilevo: ovili costruiti con pietre a secco che testimoniano la millenaria attività pastorale del Mediterraneo. Questi ovili, chiamati Mannari, sono singolari per due ragioni: una struttura appartenente e pertinente al mondo rurale che si presenta inserita nel contesto urbano di una città; pur non essendo figli della pastorizia transumante (poiché la pastorizia di Caltavuturo si svolgeva a breve raggio), presentano modalità costruttive uguali a quelle della pastorizia transumante (pietre a secco). Il complesso di manufatti è urbanisticamente contiguo al centro abitato: il complesso dei tradizionali recinti di ricovero delle greggi, delle strutture adibite ai processi di caseificazione e i luoghi di dimora dei pastori sono inseriti all’interno di uno spazio urbano anziché in aperta campagna com’è tipico della pastorizia transumante siciliana. Non è un caso che tutte le famiglie di pastori abbiano abitato il quartiere a ridosso dell’ovile: la caseificazione avveniva nella casa del pastore e questa, dunque, deve essere vicino ai recinti laddove veniva effettuata la mungitura; tale vicinanza consentiva inoltre la sorveglianza a breve distanza degli animali ivi rinchiusi.

Chiesa del Casale: ad un’unica navata, si trova alle pendici Nord – Ovest di Terravecchia. Dell’edificio originario sopravvive solo la zona absidale e il tracciato di un muro perimetrale. I saggi di scavo hanno evidenziato diverse fasi edilizie che hanno caratterizzato la vita dell’edificio. Secondo lo storico locale, Padre G. Guarnieri, la chiesa sarebbe stata edificata attorno al 1200; il toponimo lascia supporre che facesse parte di un piccolo borgo fortificato. Dopo la chiusura al culto, agli inizi del XX secolo, la chiesa fu utilizzata per sepolture collettive in momenti di emergenza come, ad esempio durante la Febbre Spagnola del 1918.

Gole di Gazzara: Il torrente di Caltavuturo, uno degli affluenti meridionali del fiume Imera, presenta un tratto molto affascinante presso la zona di Contrada Gazzara. Qui l’acqua nel corso dei millenni ha separato due colline di roccia calcarea, la collina di Breo e quella di Cozzo Rosso, proseguendo la sua discesa verso l’Imera. Le gole, bellezze geologiche e naturalistiche, hanno origine proprio da questi fenomeni di escavazione delle rocce prodotti dall’acqua. In prossimità delle Gole di Gazzara è possibile ammirare i resti di due antichi mulini ad acqua, affascinanti “macchine” create dall’uomo sfruttando appunto la forza di caduta dell’acqua e praticare l’arrampicata sportiva, data la presenza di circa 50 piste, sul fronte roccioso di Cozzo Rosso.
La Rocca di Sciara è assieme alle Gole di Gazzara, uno dei posti naturalistici da vivere.

Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo: è stata più volte ristrutturata ed ampliata. Essa presenta impianto a tre navate con pianta a croce latina. La chiesa di stile neoclassico conserva al suo interno opere di rilevanza mondiale, quali il tabernacolo marmoreo di scuola Gaginiana del XVI secolo, posto nella cappella del Santissimo Sacramento e raffigurante il Cristo risorto affiancato da due angeli, una tela raffigurante l’Adorazione dei Magi di scuola fiamminga databile al XVI secolo, una statua marmorea della Madonna con il Bambino chiamata anche Madonna della Neve, collocata sul lato sinistro dell’area antistante al presbiterio e riferita al noto Francesco Laurana , ed infine un organo ligneo dorato di Antonio La Valle del 1600 . Quest’ultimo, posto sopra la porta d’ingresso della navata centrale, presenta un’interessante cassa lignea finemente intagliata.

Chiesa di San Giovanni Battista o del Collegio: Non si conosce l’anno di fondazione della chiesa, ma già dal 1433 è documentata la presenza degli agostiniani a Caltavuturo. Ben presto la comunità caltavuturese si legò a questo ordine religioso ed in particolare al culto della Madonna del Soccorso introdotto proprio dagli agostiniani. Con lo scorrere dei secoli la chiesa ebbe diversi ampliamenti. Qui la presenza degli agostiniani si ebbe fino al 1759, data in cui il convento fu chiuso per alcuni decenni. Nel 1783, con la nascita della congregazione delle suore della Sacra Famiglia, chiesa e convento furono riaperti. All’interno della chiesa si trova la statua in legno policromo della Madonna del Soccorso realizzata nel 1880 ed il quadro delle anime del purgatorio, opera da cui ebbe origine la Confraternita della buona morte o Compagnia delle anime Sante del Purgatorio avente sede nell’oratorio accanto alla stessa chiesa.

Chiesa di Santa Maria di Gesù o del Convento: Costruita nei primi anni del XVII secolo è nota come chiesa del Convento poiché annessa al convento dei frati minori Riformatori di San Francesco che, lì vissero fino al 1860. Accanto alla chiesa, attorno ad un chiostro con portico quadrilatero, si articolano gli ambienti dell’ ex abitazione conventuale, oggi utilizzati come sede del museo civico “Don Giuseppe Guarnieri”. All’interno troviamo un grande quadro della metà del XVII secolo raffigurante la visita della S.S. Vergine alla cugina Elisabetta attribuito al pittore messinese Giovan Battista Quagliata ed un pregevolissimo crocifisso ligneo scolpito da frate Umile Pintorno da Petralia tra il 1625 ed il 1626.

Chiesa di Santa Maria la Nova o la Badìa: Nata nei primi anni del 1500 a Terravecchia come oratorio del Monastero di Santa Maria La Nova, la chiesa fu poi ricostruita, insieme al Monastero, nel 1697 nell’attuale collocazione. Dotata di ricche decorazioni in stucco di epoca settecentesca, il cui tema principale è la celebrazione della donna, rappresenta un singolare esempio di architettura barocca a Caltavuturo. La chiesa a navata unica accoglie sull’altare di impronta benedettina la scultura marmorea di scuola Gaginiana raffigurante la Madonna delle Grazie con il Bambino in posizione di allattamento, oltre alle sculture di San Benedetto e Santa Scolastica.

Tipicità


Importante è la produzione di mele biologiche gala, fuji e golden apprezzate per le loro caratteristiche e per il loro gusto delicato, sono commercializzate sia in ambito nazionale che internazionale. Caratterizzanti il territorio sono le carni rosse, gli ottimi salumi , i formaggi di elevata qualità proprio grazie ai pascoli di cui si nutrono gli animali. Formaggio e miele risulta essere un’accoppiata vincente in occasione di aperitivi e antipasti, grazie alle svariate tipologie di miele prodotto dalle aziende locali. Attraverso il lavoro delle “amiche api” possiamo gustare miele di castagno, di sulla, eucalipto, millefiori, agrumi e zagara.
Protagonista indiscusso della cucina Caltavuturese è il fungo di Ferla, così chiamato in Sicilia e noto altrove come cardoncello o carderello. Il fungo di ferla è una varietà di pleurotus molto diffusa nelle zone collinari e centrali dell’isola. Abbastanza facile da coltivare, fruttifica per gran parte dell’anno prima del periodo di riposo invernale.

Appuntamenti


LUGLIO

Sagra del pane

Nel pomeriggio del primo sabato del mese, nella piazza accanto alla Chiesa dell’Immacolata, viene celebrata una Santa Messa e benedetto il pane, alla presenza di numerosi devoti, molti dei quali giungono dai paesi vicini, per effettuare il viaggio con le offerte a San Calogero. Prima della cerimonia che si svolge all’aperto, i fedeli giungono con delle ceste contenente il pane realizzato interamente a mano che vengono disposte dinanzi all’altare. Il sacerdote, poi, dà inizio alla celebrazione della Messa e alla benedizione del pane. Al termine ciascuno riprende la propria cesta con il pane, mentre quello acquistato dalla Confraternita, viene distribuito a tutti i presenti.

AGOSTO

Notte Bianca della Danza

La “notte bianca della danza” nasce come ampliamento della tradizionale Notte Bianca. L’evento che si celebra la seconda settimana del mese, propone tanti spettacoli in una notte riguardanti soltanto danza e balletti. Un mix intrigante e interattivo che va dalla Capoeira, alle danze folk, al Tango Argentino, alle danzi gitane e alla Pizzica.

Festival del Folklore

Manifestazione estiva di rilevanza internazionale, il Festival del Folklore, organizzato dal locale gruppo “Gazzara” nel mese di Agosto, è una kermesse che vede coinvolti gruppi folk provenienti da cinque continenti che si esibiscono e si confrontano nella splendida cornice del teatro comunale Paolo Borsellino. L’ evento, inserito nel circuito CIOFF, ha lo scopo di valorizzare il paese e di mettere a confronto le diverse culture del mondo che, nella settimana della manifestazione, hanno Caltavuturo come punto di riferimento.

NOVEMBRE

Fungo Ferla Fest

La Sagra del Fungo di Ferla organizzata il secondo fine settimana di Novembre si inserisce nell’ottica di promozione di un prodotto presente nel territorio caltavuturese. Mostre, degustazioni e vendita di prodotti tipici vengono arricchite da spettacoli musicali e conferenze al fine di ben allietare il soggiorno di quanti amano degustare prodotti tipici e genuini. Protagonista indiscusso è il fungo di Ferla, così chiamato in Sicilia e noto altrove come cardoncello o carderello, è una varietà di pleurotus molto diffusa nelle zone collinari e centrali dell’isola. Abbastanza facile da coltivare, fruttifica per gran parte dell’anno prima del periodo di riposo invernale; una sua particolarità consiste nella tendenza a proliferare sulle radici morte del cardo.

Vedi le Pro Loco di Palermo