Cenni storici
Il Comune della Sicilia Canicattì, situato tra la provincia di Agrigento e quella di Caltanissetta, fu edificato intorno al V secolo a.c. Tra i primi insediamenti vi furono gli arabi, popolo di allevatori, commercianti e agricoltori. Probabilmente il nome Canicattì deriva da nomi arabi quali Hadagattin, Hadag- gattin, e Handaq- attin, letteralmente “fossato di fango”. Altre nomenclature rinvenute in antichi documenti sono Handicattini (secolo XV) e Candicattini (secolo XVI). La città è costituita da due differenti nuclei , uno a valle ed uno a monte ( Borgalino). I resti archeologici ritrovati nelle zone adiacenti a Canicattì testimoniano l’esistenza di una popolazione già in epoca pre-romana.
Attrattiva Principale
Santuario della Beata Maria Vergine della Rocca
Il Santuario della B.M.V. della Rocca con l’annesso Convento dei Cappuccini è meta di pellegrinaggi e di itinerari turistici dati dalla presenza del Venerabile Padre Gioacchino La Lomia. In origine era una piccola chiesetta di campagna, successivamente fu riedificata nel 1796 e a seguire, attorno al 1882, venne data ai frati Cappuccini e per essa a P. Gioacchino La Lomia che la trasformò in convento. Tra il 1973 e il 1976 nello stesso spazio in cui sorgeva la piccola chiesetta venne costruita l’attuale Chiesa. Oltre alla perfetta statua bronzea sistemata all’esterno, al sacello, sito all’ingresso della Chiesa, sono visitabili la piccola cella, doni votivi e cimeli storici appartenuti a Padre G. La Lomia.
Da visitare
Chiesa Madre
Dedicata a San Pancrazio, patrono di Canicattì. Essa fu progettata intorno al 1900 dall’architetto Ernesto Basile, ma fonda le sue origini intorno al 700. I lavori si susseguirono per circa mezzo secolo, fino a quando per iniziativa della famiglia dei baroni Adamo, intorno al 1760, furono ultimati. Solo dopo il 1874 la Chiesa venne finalmente consacrata ed elevata in “Santuario del Sacro Cuore di Gesù”. A tal proposito è noto il grande mosaico posto nella parete dell’altare centrale raffigurante il “Sacro Cuore di Gesù” in mezzo alla Madonna e agli apostoli; si possono inoltre ammirare un grande coro realizzato intono al 1796 dal palermitano Lorenzo Patti, la statua lignea della B.M.V delle vittorie del 1882, la tela settecentesca attribuita a Francesco Narbone raffigurante San Giuseppe e la cappella del SS. Sacramento con un articolata custodia lignea intagliata e dorata n stile barocco.
Palazzo Chiaramonte Bordonaro
Sito in Piazza Roma è realizzato in stile barocco. Al suo esterno si trova un ricco giardino appartenuto all’ultimo feudatario della città, il barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro.
Teatro sociale
Realizzato nel 1874 su progetto del Basile, in stile Liberty, fu ultimato all’incirca nel 1890. Il teatro è famoso per aver ospitato, nel 1927, Luigi Pirandello con la rappresentazione di “Sei personaggi in cerca d’autore”, l’opera teatrale più famosa dello scrittore. Trasformato in cinema negli anni 50,dopo un breve periodo, venne abbandonato. Dopo 40 anni di abbandono assoluto pochi anni addietro venne restaurato e oggi risulta visitabile.
Tipicità
La gastronomia canicattinese ha origine principalmente araba; nota fu anche l’influenza della gastronomia spagnola, da dove derivano due preparazioni tradizionali, il “Pan di Spagna” e il “Falsomagro”, principale pietanza di carne della cucina siciliana, che consiste in un rollò di vitello farcito con mortadella o prosciutto, uova sode e formaggio. La cucina canicattinese, nonostante Canicattì non sia proprio sul mare, dà molta importanza anche a preparazioni a base di pesce; molto gradita è infatti la pasta con le sarde chiamata “pasta alla milanisa”, spaghetti conditi con sugo di pomodoro, sarde, finocchietto selvatico, uvetta e pinoli. Tipicità del campo agricolo è poi “l’uva Italia I.G.P. di Canicattì”, l’unica uva da tavola in tutta Europa ad avere riconosciuta la Indicazione Geografica Protetta. Oltre l’uva, sono prodotti tipici il mandorlo e la pesca tardiva, i quali ricoprono vasti ettari di terreno. A base di mandorle sono i più conosciuti dolci tipici, quali i croccanti di mandorle, paste ricce e paste nuove.
Appuntamenti
GENNAIO
Li tri Re
La cosiddetta “festa di li Tri Re” viene rappresentata il 6 Gennaio (Epifania) di ogni anno verso le 17,00. Essa assume in dialetto canicattinese questo nome in riferimento all’adorazione dei Tre Re Magi che compirono un lungo viaggio dall’Oriente per visitare Gesù a Betlemme, seguendo la scia della Stella Cometa. La tradizione della rappresentazione vuole che i Re Magi in sella ai loro cavalli, accompagnati da scudieri e soldati, partano dalle chiese di San Francesco, Santa Lucia e San Domenico, per sostare alla fittizia reggia di Erode costruita su un palco in Piazza IV Novembre; da lì i “Re Magi” proseguono in Piazza Roma dove svetta la Stella Cometa che segnala la presenza del Presepe, allocato nella “Chiesa del Santo Spirito”. Emozionante e’ il momento in cui “Li Tri Re” si prostrano innanzi alla figura di Gesù Bambino, mostrandogli il contenuto dei loro scrigni: oro, incenso e mirra. Finito ciò compare anche la figura dell’Angelo alato dalla spada sguainata che li mette in guardia da Erode. La rappresentazione si conclude con la rievocazione della Fuga in Egitto, con Giuseppe, Maria e il Bambinello sull’asino, accompagnati dalle zampogne.
FEBBRAIO – MARZO
Carnevale
Manifestazione caratterizzata dalla realizzazione di maestosi carri allegorici in movimento e ben modellati, accompagnati da gruppi di ballo coreografici con inni musicali a tema. E’ composta da più di dieci carri e conta migliaia di visitatori provenienti da tutta l’isola. Occupa il terzo posto del Carnevale di Sicilia.
MARZO – APRILE
Venerdì Santo
Ancora oggi, nonostante siano passati anni dall’origine di tale manifestazione, la gente continua a partecipare in modo attivo. Essa prende inizio dalla chiesa di S. Diego quando il simulacro del Cristo viene portato a spalla dai componenti del Comitato del Cristo, tutti vestiti in abito nero con guanti bianchi. Ciò avviene verso le ore 14,00. Suggestivo e’ il suono della banda che accompagna il corteo e “l’Incontro”, che avviene quando la processione con la statua del Cristo carico della Croce partito da S. Diego percorrendo Corso Umberto arriva in piazza IV Novembre. Lì avviene un avvicinamento tra la statua dell’Addolorata, della Maddalena e di San Giovanni verso quella di Gesù carico della Croce. Successivamente continua la processione verso il Calvario dove il simulacro del Cristo morente viene inchiodato da due giovani del Comitato del Cristo. Dopo questo momento, la folla si scioglie per partecipare alle funzioni liturgiche nelle proprie Parrocchie, per poi riempire nuovamente il piazzale del Calvario ed assistere alla tradizionale “Scinnenza” (deposizione dalla croce) che non avviene prima che arrivi anche l’Urna vuota partita dalla chiesa di S. Diego. Dopo avere deposto il corpo di Cristo, questo viene depositato dentro l’Urna, così che la gente possa riprendere il cammino per le vie della città e arrivare successivamente presso la Chiesa della Sacra Famiglia. Qui l’Urna entra per fare una breve sosta mentre viene proclamata l’omelia. Finito il rito religioso il corteo si ricompone e comincia così la processione che si arresta davanti allo spiazzale di S. Diego. Lì avviene la parte finale della rappresentazione : “la Spartenza”, che di solito avviene intorno alla mezzanotte. Qui il Cristo si trova dentro l’Urna, e per l’ultima volta la statua dell’Addolorata, di S. Giovanni e della Maddalena avanzano verso la porta della Chiesa per poi retrocedere per diverse volte come se nessuno volesse separarsi, fino a quando il Cristo viene riportato in Chiesa seguito solo dall’Addolorata. La giornata si conclude con il rientro delle varie statue nelle proprie Chiese: l’Addolorata ritornerà nella Chiesa di San Biagio, San Giovanni nella Chiesa del Santo Spirito e la Maddalena nella Chiesa del SS. Redentore.