Comune di San Cataldo

San Cataldo, CL, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Calvario

Cenni storici


Il comune di San Cataldo era originariamente chiamato “Casale Caliruni”, dai Cauloni di Calabria i quali vi si sarebbero trasferiti. Dopo un avvicendarsi di dominazioni, intorno al 1300 il feudo fu posseduto da re Federico III e venne poi concesso a Bernardo de Siniscalco il quale lo divise in due baronie: Nixima e Fiume Salato. In seguito ad una serie di accordi matrimoniali, a metà del ‘500 la Baronia di Fiume Salato passò nelle mani della famiglia Galletti: nel 1549 Nicolò Lancellotto Galletti prese in moglie Violante Jean Salomone e ottenne in dote il feudo. Il 18 luglio 1607, il nipote di Lancellotto, Nicolò Galletti ottenne dal re di Sicilia Filippo II il Jus Populandi et Aedificandi che permise la nascita di San Cataldo. Tale permesso venne poi rinnovato da Filippo III nel 1621, il quale volle che il feudo venisse chiamato San Cataldo.

Attrattiva principale


La principale attrattiva sancataldese è il sito archeologico di Vassallaggi, disposto su cinque colline lungo la SS 122 verso Serradifalco. Due campagne di scavi sono state condotte da Dino Adamesteanu tra il 1956 e il 1961, grazie alla segnalazione nel 1905 da parte di Paolo Orsi. Gli scavi hanno riportato alla luce reperti già a partire dall’età del Bronzo fino ad arrivare ai primi secoli dopo Cristo e testimoniano l’influsso agrigentino. Le monete, i busti fittili e i piatti con orlo decorato a stampo fanno di Vassallaggi un avamposto agrigentino già a partire dalla prima meta del IV sec. a.C. Sembra che il centro abitato possa essere identificato con la polys di Motyon di cui ci parla Diodoro Siculo e dove, probabilmente, Ducezio aveva affrontato nel 451 a.C. siracusani ed agrigentini. Distrutto dai cartaginesi, venne poi ricostruito da Timoleonte fino a quando, intorno al 310 a.C., Agatocle non lo cancellò dalla toponomastica greca. Fu verso il V e VI sec che Vassallaggi si erge a polis con tre aree sacre in cui si praticava il culto di Demetra e di Kore. In questo periodo i quartieri di abitazione, articolati su gruppi di edifici divisi da strade, si espandono oltre i limiti delle colline occupando i terreni sottostanti. Del santuario arcaico restano solo pochi muri e numerose terracotte raffiguranti divinità femminili e animali.

Da visitare


Piazza degli Eroi: situata a nord della città, piazza degli Eroi ospita uno dei monumenti dedicati ai caduti di tutte le guerre, tra i più belli della Provincia nissena. Posto al centro della piazza e avvolto da palme esotiche, il monumento presenta un alto obelisco a più spessori sormontato da una maestosa aquila bronzea. In basso un’altra scultura rappresenta una figura umana che offre al cielo il sacrificio degli eroi caduti in battaglia. Nel corso della Settimana Santa, in questo luogo viene allestita una scenografia che ricostituisce il Pretorio romano di Gerusalemme, dove personaggi in costumi d’epoca danno vita al Processo a Gesù.

Chiesa Santo Stefano: intitolata al Santo Diacono primo Martire cristiano Stefano, è stata aperta al culto nel 1725. Nel 1793 iniziarono i lavori di ricostruzione ad opera dei filippini, dediti all’educazione ed alla redenzione umana e sociale del popolo. Nel 1795 la nuova chiesa era già ultimata, anche se disadorna e quasi rustica. Ben presto però, a seguito dell’ulteriore sviluppo della confraternita dopo il suo riconoscimento ufficiale, fu ancora una volta ricostruita e ingrandita nonché dedicata a Santo Stefano e a San Filippo Neri. Nel 1845 padre Rosario Pirrelli acquistò una casa attigua all’Oratorio e vi fece costruire una cappella, dove collocò un crocifisso che teneva e venerava in casa e che perciò fu detto: ”U Crucifissu di patri Pirriddu”, la cui festa è celebrata la quarta domenica dopo Pasqua. All’interno della cappella vengono custodite le spoglie del parroco Rosario Pirrelli(1774-1861). L’interno della chiesa è caratterizzato dalla presenza di numerose statue: Santo Stefano, San Filippo Neri, San Pio da Pietrelcina, Santa Teresa del bambin Gesù, Maria Ausiliatrice. All’interno della Chiesa si conservano alcuni dipinti di autori locali: un Cuore di Gesù, opera di Carmelo Riggi, un San Filippo Neri, opera di Michele Butera e una Madonna che intercede presso la Trinità per le anime del purgatorio, opera di Raimondo Butera. Nella parte superiore dell’altare giganteggiano un Crocifisso posto al centro e ai lati due tele raffiguranti l’ordinazione diaconale e la lapidazione di Santo Stefano.

Chiesa Madre: una delle chiese più maestose della Città, dedicata alla Natività di Maria e voluta dal Principe Galletti di Fiumesalato e Marchese di San Cataldo. Gli inizi dei lavori sono datati 1632, come riporta la bolla vescovile agrigentina. Il 9 Maggio 1739 mons. Pietro Galletti, vescovo di Catania, consacrò la Chiesa, e per l’occasione fu re-intitolata all’Immacolata Concezione. Dopo la consacrazione della Chiesa Madre, la famiglia Galletti continuò ad occuparsi dell’edificio sacro ornandolo con dipinti, la statuaria, suppellettili e paramenti per le liturgie, e molti fedeli donarono i loro beni alla chiesa. La Chiesa si presenta a Croce Latina con una cupola al centro, ed è divisa da due colonnati in tre navate. Lateralmente al cappellone sorgono due cappelle, chiuse con balaustre marmoree e portine di bronzo a bassorilievo. Quella di sinistra è dedicata al S.S. Sacramento e quella di destra al patrono della città: San Cataldo. All’estremità del transetto vi sono: la cappella dell’Immacolata con la statua rivestita in oro e la cappella del Crocifisso ricca di reliquie.

Chiesa di Santa Maria Del Rosario: una delle Chiese più antiche di San Cataldo, dedicata alla Madonna del Rosario, la cui statua, opera del Cardella di Agrigento, domina sull’altare maggiore. Fondata nel ‘600, ricostruita nel 1702 da Don Angelo Amico e consacrata nel 1767 col decreto del vescovo di Girgenti, (oggi Agrigento), fu ricostruita nel secolo XIX e rimase a singola navata. Nell’Ottocento fu affrescata la volta da Calogero Seste di Serradifalco mentre al pittore Emanuele Catanese di Terranova (oggi Gela) gli venne affidato il compito di dipingere i 13 riquadri della volta. A fianco ad essa si erge maestosa la torre civica dal caratteristico campanile fatta costruire nel 1890 dal Comune. Oltre alla statua della Madonna del Rosario, si possono ammirare la statua di legno di San Francesco Di Paola, opera del Bagnasco, nel primo altare di sinistra; la statua di San Sebastiano sull’altare di fronte; il quadro di Santa Maria Maddalena penitente, opera del sancataldese Carmelo Riggi. La Chiesa del Rosario ricca di stucchi e artisticamente decorata, è situata lungo l’arteria principale della Città, il Corso Vittorio Emanuele, ed è tuttora molto frequentata dai fedeli.

Chiesa di San Francesco D’Assisi (ex cappuccini): la chiesa dei cappuccini venne edificata nel 1724 per volere del principe Giuseppe Galletti. Fu consacrata il 09/07/1738, come attesta la lapide posta sul muro di destra della chiesa. Dall’anno della consacrazione, il 15 agosto vi si celebra la festa di Maria SS. Assunta. Il convento conservava una biblioteca, ricchissima di volumi e di pregevoli opere teologiche, filosofiche, storiche, scientifiche, nonché di molti manoscritti. Nella chiesa dei Cappuccini si possono ammirare: l’altare maggiore e i quattro altari laterali. La base dell’altare è abbellita da quattro statue raffiguranti i quattro evangelisti, sormontati dalle tre virtù teologali: fede, speranza, carità; e di seguito, San Paolo e Mosè. Si vedono quindi i tre arcangeli: Gabriele, Michele e Raffaele; più in alto spiccano le statuette di San Pietro, San Paolo, San Giuseppe e San Giovanni Battista; al centro il Padre Eterno. A destra, entrando nella chiesa si trovano, oltre alle lapide in marmo con iscrizione in latino l’altare di Maria SS. Assunta con la statua della Madonna e l’altare del SS. Crocifisso, con un crocifisso in legno a grandezza naturale. A sinistra si trovano due altari; tra l’uno e l’altro c’era un pulpito in legno, al quale si accedeva dal corridoio d’ingresso del convento. Lo sfondo dell’altare maggiore, anch’esso in legno pregiato, conserva sotto cristalli molte reliquie di santi nascoste da un quadro a sali-scendi, raffigurante la Madonna e Gesù bambino con ai lati San Michele, San Giuseppe, San Francesco, Santa Chiara e San Cataldo. Sulle reliquie, al centro dell’altare, spicca un medaglione in legno intarsiato con la scritta: ”Ite ad Joseph-Gennaio 1538’’e ai due lati due statuette raffiguranti una coppia regale: probabilmente il re Ludovico e la regina Elisabetta di Ungheria, terziari francescani.

Chiesa Della Mercede: non sarebbe sorta dov’è attualmente, bensì nei pressi di via San Nicola, sulle rovine del vecchio oratorio di S. Adriano, su iniziativa di Nicolò Galletti, e fu affidata per un biennio ai padri agostiniani. Andata in rovina, fu ricostruita dove ora si trova e annessa al già esistente convento. Questa chiesa, comunemente nota come il “Convento”, è dedicata alla Madonna della Mercede, così chiamata, perché San Pietro Nolasco, fondò un ordine religioso per la redenzione, e propose di offrire i suoi frati come “mercede”, cioè riscatto in cambio della loro redenzione e scelse come protettrice dell’ordine la Madonna, che fu detta appunto della “Mercede”: è così spiegato anche il significato del vocabolo “Mercedari” a cui si fa riferimento per identificare i padri. Di questa Madonna esiste nella chiesa una bellissima statua di legno, opera del Bagnasco. Vi si conservano anche sei quadri antichi (fine ‘600-primi ‘800), dipinti da un autore ignoto; pure di autore ignoto sono: il Bambinello e la statua di San Raimondo “Nonnato”, che qualcuno vorrebbe attribuire allo stesso Bagnasco. Di San Raimondo non si hanno notizie certe: Si sa che era Spagnolo, che nacque nel XII secolo e che morì a Cordova nel 1240; il suo soprannome “NONNATO”, pare gli sia stato dato, perché fu’ estratto dal grembo della madre, quando questa era già morta.

Il Calvario: edificato nel 1854, di recente è stato sottoposto a un restauro conservativo ed è stato restituito allo splendore ed a tutta la popolazione. Oggi il Calvario, si presenta con una chiesetta centrale e 14 cappelle disposte a semicerchio nelle quali vengono conservate delle opere in ceramica a basso rilievo, che raffigurano i tradizionali momenti della Via Crucis e della Via Lucis. Il Calvario grazie alla sua imponente e scenografica scalinata, è il luogo in cui il Venerdì Santo si celebra la “Scinnenza”, rappresentazione con personaggi dal vivo risalente a oltre 100 anni fa, ove si rievoca la Crocifissione e la Morte di Cristo.

Tipicità


Riguardo l’ambito enogastronomico, San Cataldo offre sapori nuovi da scoprire, si tratta di piatti semplici e particolari nello stesso tempo. Caratteristica è la pasta con le fave e mazzareddi, oppure la cuccia, grano e ceci bolliti proprio per la festa di Santa Lucia il 13 dicembre. Da assaporare sono anche i vucciddati, pasta di pane ripiena di impasto di fichi e aromatizzata con mandorle, pinoli e scorze d’arancia, preparati soprattutto durante il periodo natalizio. Da non dimenticare sono anche i muffulitti, panini rotondi con semi di finocchio e imbottiti con miele e ricotta tipici per il giorno di San Martino e accompagnati da un buon vino novello. Concludiamo questo viaggio enogastronomico con altri due prodotti della tradizione sancataldese: i bersaglieri e la ‘nciambella.

Appuntamenti


GENNAIO

Gesù Bambino

Una manifestazione di tipo religiosa che si svolge il primo gennaio. La statua del bambin Gesù esce dalla Chiesa Madre dopo la celebrazione della messa. Ha luogo una processione, a cui partecipano il clero e le confraternite, e il Bambinello si ferma in tre punti della città di San Cataldo e, girando su se stesso, benedice l’inizio dell’anno.

FEBBRAIO – MARZO

Carnevale dei bambini

Un evento che si svolge prima dell’avvento della Quaresima. Esso è organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’Oratorio Salesiano. Lungo le vie sancataldesi i bambini partecipano, in maschera, ad una sfilata alla fine della quale si conferisce il premio alla maschera più bella.

San Giuseppe

Si svolge il 19 marzo, giorno in cui la statua di San Giuseppe esce in processione dall’omonima chiesa. La statua settecentesca era stata donata dal principe Giuseppe Galletti durante un pranzo per i poveri.

MARZO – APRILE

Settimana Santa

Questa manifestazione pasquale ha inizio con la Domenica delle Palme che ricorda l’ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme. Dopo questa commemorazione, dal lunedì al mercoledì santo, presso il Monumento ai Caduti vengono rappresentate le più importanti scene del Vangelo: il Sinedrio, i Trenta denari e il Processo a Gesù. Quest’ultimo è preceduto da una sfilata, lungo il corso principale, dei personaggi fino a Piazza degli Eroi. Il Giovedì Santo in tutte le chiese viene celebrata la messa e avviene, per tutta la notte, l’adorazione del Santissimo Sacramento. Dalla chiesa San Giuseppe intorno alle ore 21.00, le statue dell’Addolorata e di San Giuseppe vengono portate sui fercoli dai fedeli in cerca di Gesù. Essi, arrivando davanti l’entrata di ogni chiesa del paese si ritrovano la porta sbattuta bruscamente in faccia fino alla chiesetta del SS.mo Sacramento, accanto la Chiesa Madre, dove è deposto il Cristo morto. Anche qui l’Addolorata e San Giovanni non riescono ad entrare e la banda musicale intona il bellissimo ma drammatico “Pianto di Maria”. Le due statue fanno ritorno alla Chiesa San Giuseppe. Alle ore 7.00 del Venerdì Santo finalmente il Cristo, portato a spalla dai fedeli, e l’Addolorata insieme a San Giovanni s’incontrano e, dopo un emozionante momento di preghiera presieduto dal Vescovo della diocesi di Caltanissetta, raggiungono insieme il Calvario (Golgota). A mezzogiorno Gesù nazareno che porta la croce incontra l’Addolorata e San Giovanni nei pressi della Chiesa del Rosario e insieme giungono al Calvario dove Gesù viene crocifisso. In questo stesso luogo alle 21.00 avviene la rappresentazione della “Sacra Scinnenza” che narra della crocifissione di Gesù cui segue la deposizione di Cristo nella sacra Urna, accompagnata in Chiesa Madre. La settimana santa si conclude con la domenica di Pasqua e con i “Sanpauluna”, apostoli in cartapesta e a mezzo busto, che annunciano la resurrezione di Gesù.

MAGGIO

San Cataldo

La manifestazione di tipo religioso si celebra il 10 maggio e prevede, in Chiesa Madre, una messa solenne cui segue la processione per le vie della città.

Crocifisso di Padre Pirelli

Si svolge dopo la quarta domenica di pasqua e prevede che, al suono della banda, fedeli accompagnati da muli bardati raccolgano offerte girando passando di casa in casa. La processione arriva, poi, dinanzi la Parrocchia di Santo Stefano, che custodisce sia il Crocifisso che la salma di Padre Pirrelli.

GIUGNO

Corpus Domini

La manifestazione religiosa si svolge a giugno e di domenica. Tutti i sacerdoti della città concelebrano durante la messa solenne, dopo la quale il Santissimo Sacramento viene portato in processione da tutte le confraternite e anche dalle autorità.

AGOSTO

Madonna Assunta

Dopo la “quindicina di preghiera” in onore dell’Assunta il 15 agosto e dopo la messa solenne in piazza Madrice segue la processione della statua per la via della città.

OTTOBRE

Fiera

Ha origini antiche, un tempo chiamata “fera ranni” si svolge la seconda domenica di ottobre. Essa serviva per reperire beni che prima non si trovavano facilmente. Oggi prevede anche la presenze di giostre, attrattiva per bambini ed adulti.

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