Comune di Novara di Sicilia

Novara di Sicilia, ME, Italia
Comune della Sicilia - Novara di Sicilia - 'u jiditu d'aposturu il dito d'apostolo

Cenni storici


Secondo testimonianze archeologiche, Novara di Sicilia affonda le sue origini nella preistoria. La città fu fiorente in età greco-romana, ma probabilmente scomparve in seguito al terremoto che, tra il 24 e il 79 d. C., distrusse anche Tindari. La presenza romana è testimoniata da Cicerone e da Plinio. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Noa fu invasa dai Goti, occupata dai Bizantini e, verso l’830 d.C. vi fu l’arrivo dei Saraceni. Per la sua agevole posizione, permetteva il collegamento da Messina a Tindari percorrendo la Via Consolare Valeria (che prese il nome dal Console Valerio Massimo). Come si può ben immaginare, il nome Novara non è altro che il risultato di una evoluzione etimologica a cui contribuirono i popoli che abitarono questo territorio. Secondo testimonianze storiche, con l’arrivo degli Arabi, Noa passò ad essere Nouah, “giardino, orto fiorito”, per indicare la bellezza e la fertilità del luogo. Con la venuta dei Musulmani sembrerebbe dunque che il territorio in età bizantina fosse così tripartito: la parte bizantina civile degli agricoltori abitava la Cittadella; la parte bizantina religiosa, costituita da soli monaci, sul torrente Allume; la Nouah degli Arabi era al Castello. Il Castello, come il paese, si sviluppò dagli Arabi ai Lombardi: era solo una torre di presidio al centro del borgo fortificato di cui oggi resta solo un moncone di mura. Dopo la conquista normanna, Novara fu abitata da coloni Lombardi e grazie allo sviluppo economico e civile che investì il paese in quel periodo nacque e si sviluppò la Novara moderna.

Attrattiva principale


La Rocca Salvatesta e la Rocca Leone

Prorompente e impossibile da non notare è la Rocca Salvatesta (1350m dal l.d.m.), affiancata dalla meravigliosa opera d’arte di madre natura, la Rocca Leone (oltre 1000 m dal l.d.m.). La Rocca Salvatesta è la cima più imponente della catena montuosa peloritana-nebroidea, tanto da essere soprannominata “Il Cervino di Sicilia”; le due Rocche insieme costituiscono un unico massiccio di composizione dolomitico. La Rocca Salvatesta, sulle cui pendici vi sono i resti di un insediamento bizantino e tracce del passaggio arabo, rappresentava il punto di riferimento dei viandanti che valicavano la dorsale peloritana verso le due coste. La zona è caratterizzata dall’alternanza di terreni argillosi grigio – verdi e terreni carbonatici e scistosi rossastri. Le due alture novaresi sono sempre state teatro di leggende popolari da cui nasce la credenza del celeberrimo tesoro della Rocca Salvatesta, ovvero giare ricolme d’oro, nascoste nelle montagne. La Rocca Salvatesta e la Rocca Leone, oltre ad essere uno degli emblemi del Borgo, sono da sempre meta di escursioni e passeggiate a stretto contatto con la natura, nelle quali il visitatore può realmente calarsi nel “seno atavico” di un suggestivo territorio cullato tra leggenda e tradizione.

Da visitare


Il Riparo di Sperlinga

Un altro luogo di interesse naturalistico è il riparo di Sperlinga, nella frazione di San Basilio, dove dopo una piccola campagna di scavi eseguita nel 1951 vennero alla luce testimonianze di vita dal neolitico alla prima età dei metalli. Il riparo è stato spesso inserito tra i pochi giacimenti nei quali sembra probabile osservare una continuità culturale tra popolazioni tardo mesolitiche locali e l’avvento del Neolitico. Inoltre, sulla parete nord del riparo, vennero in luce delle incisioni costituite da tratti verticali o lievemente obliqui, di diversa profondità, dovuti alle genti che frequentavano il riparo nel Paleolitico Superiore e nel Mesolitico.

I Mulini Idraulici

Sul territorio di Novara di Sicilia, dove il grano è stato uno dei prodotti forti del luogo, è possibile ancora ammirare piccoli mulini idraulici, di proprietà privata, ancora oggi funzionanti e messi a disposizione del visitatore che desidera fare un salto nel tempo e sentire l’odore del grano appena macinato. L’attività dei mulini, connessa ad una notevole produzione di frumentarie, era un tempo molto diffusa (ben 14 mulini lungo il corso del torrente S. Giorgio). A partire dai primi del ‘900, l’incremento delle dimensioni dei mulini, rispetto alla domanda di macinazione, gli alti oneri fiscali rispetto alle entrate, portarono al graduale abbandono dell’attività molinaria.

La Chiesa di San Francesco d’Assisi

L’attuale edificio, costruito intorno al 1237, è tutto ciò che rimane di un piccolo convento francescano del XIII secolo. Nell’unica navata la prima cosa che attrae l’occhio del visitatore è il tetto in legno con le sue molteplici cariatidi rappresentanti facce umane; al suo interno ospita sei altari e tre cappelle dedicate rispettivamente a San Gregorio, Santa Lucia e San Francesco; non appena si accede all’edificio, sulla sinistra si può ammirare l’altare della Madonna della Consolazione dove si onora la statua lignea settecentesca della Vergine; opera di grande valore artistico è la tela del 1400 raffigurante San Pasquale e San Felice nell’atto di venerare la Sacra Famiglia. La Chiesa è stata realizzata in perfetto stile arabo, basti notare i gli archi arabi in pietra tra l’aula ed il presbiterio.

La Chiesa dell’Annunziata

La Chiesa dell’Annunziata è stata costruita nel XVII secolo. Si tratta di una Chiesa molto grande a tre navate, con sette altari e colonne in pietra arenaria. Sulla porta maggiore vi è impressa la data del 1697, ma probabilmente la Chiesa è più antica, giacché alcuni atti testimoniano che nel ‘500 vi funzionava una Congrega. L’adiacente torre campanaria presenta uno stile arabo con una scala a chiocciola di 48 gradini tutti in pietra. Purtroppo, a seguito dei danni riportati dal tetto e dalla volta, attualmente la Chiesa è chiusa al culto, per tanto parte del patrimonio artistico originariamente ospitato nel suo interno è conservato al Duomo, fra cui il gruppo dell’Annunciazione, composto da tre statue in marmo dipinto realizzate dall’artista Giovambattista Mazzola nel 1531 ed un antico organo a canne risalente al ‘700.

Il Museo Territoriale

Il Museo Territoriale, presso Palazzo Salvo Risicato espone diversi oggetti-collezione che rappresentano l’evoluzione del territorio novarese e di quello circostante. Vi sono reperti scientifici raccolti e catalogati da docenti dell’Università di Messina e ricordi donati dalla gente del posto. Il Museo segue un percorso suddiviso in dodici sezioni tematiche all’interno delle quali viene messo in risalto il legame che esiste tra il soggetto ed un pezzo di storia novarese.

Il Duomo

Il Duomo, una delle attrattive principali del paese. La Chiesa, dedicata a Maria SS. Assunta, risale al XV secolo ed è un ampliamento di una preesistente chiesetta. La facciata monumentale, in stile tardo rinascimentale, è stata costruita in pietra arenaria locale e il prospetto a tre navate è caratterizzato dalla presenza di dodici colonne, archi, capitelli corinzi e dodici altari marmorei impreziositi da marmo cipollino rosso di estrazione locale. La parte decorativa è stata completata gradatamente fino al XIX secolo e poi modificata nel 1948 in seguito ai danni del bombardamento. Nello stesso anno, il campanile, costruito originariamente tozzo a torre merlata, venne modificato a guglia. L’interno del Duomo ospita un ricco patrimonio artistico: un coro ligneo a intagli del XVIII secolo, vari quadri del ‘600, ‘700 e ‘800 e la grande tela dell’Assunta Regina risalente al 1805.

La Cripta

Come tutte le Chiese di certe epoche, anche il Duomo di Novara servì da cimitero. Infatti, sottostante all’abside si trova una cripta che fino ai primi del ‘800 servì come luogo per la sepoltura comune. A metà ‘800, dopo l’editto di Saint Cloud, che vietava la sepoltura nelle chiese, a Novara pensarono di usare la cripta per mummificare e deporci i sacerdoti più in vista. All’interno della Cripta del Duomo oggi è possibile vedere solo alcune delle originarie mummie ritrovate; in parte sono andate perdute a causa di un atto vandalico degli anni ‘50.

Il Museo dei Tesori del Duomo

E’ possibile visitarlo presso il Duomo ed espone alcuni dei tesori che testimoniano un passato novarese di un certo valore: argenti, ori, talari pregiati e vari oggetti sacri del Duomo.

La Chiesa di San Nicolò

La Chiesa è caratterizzata da un particolare ingresso con colonne, decori ed una monumentale gradinata in pietra; al suo interno una scala a chiocciola di 33 gradini dà accesso alla torre del campanile. La Chiesa è ad unica navata e fra le opere di valore presenti al suo interno, risalenti per la maggior parte al XVII secolo, è possibile ammirare anche un organo a canne del 1700. Nel piano sottostante l’Oratorio dei Confrati è ricavata una cripta le cui pareti sono caratterizzate dalla presenza di sepolcri in pietra “gaîtte”, dove dovevano trovare posto le salme mummificate e dove si scorgono ancora i resti di un gocciolatoio.

La Chiesa di San Giorgio

La Chiesa di San Giorgio, edificata nel XVII secolo, presenta tre navate e dodici colonne monolitiche in stile corinzio. Il soffitto è in legno; nei muri dell’abside vi sono quattro nicchie con statue in stucco rappresentanti S. Gelasio, S. Guglielmo, S. Giovanni da S. Fecondo e S. Tommaso da Villanova, tutti dell’ordine Agostiniano. Nella parte retrostante, infatti, vi era un convento degli Agostiniani Scalzi fiorito nel 1670. La facciata presenta tre portali in pietra con colonne scolpite, portanti l’architrave sormontato da timpano e finestra. Oggi la chiesa è stata sconsacrata ed adibita ad auditorium.

Il Teatro “Riccardo Casalina”

Piccolo fiore all’occhiello del Comune, la sua costruzione risale al 1700. Nel ’58 la vecchia opera venne demolita e ricostruita in cemento armato; venne ingrandito e perfezionato ma dell’originale struttura in legno rimase solo il palcoscenico. Il teatro ha ospitato e ospita tutt’ora compagnie teatrali di ogni dove e continua l’antichissima tradizione del veglione di carnevale.

La Chiesa di Sant’Antonio Abate

I lavori della Chiesa vennero iniziati intorno al 1538 e ultimati intorno al 1766. La decorata torre campanaria ha una forma quadrangolare ed è sormontata da una guglia rivestita di mattoni colorati; all’interno vi è una grande scala in pietra che conduce alle campane. Il portale, probabilmente portato in un secondo momento, richiama lo stile normanno dell’arco a sesto acuto e presenta delle figure scolpite sui due capitelli che lo reggono raffiguranti due angeli, S. Antonio e S. Paolo. L’interno è suddiviso in tre navate segnate da dieci colonne monolitiche in pietra sormontate da altrettanti capitelli uguali tra loro a due a due.

L’Abbazia di Santa Maria La Noara

L’Abbazia fu costruita nel XII secolo ed originariamente fu dedicata all’Annunziata. Faceva parte del Monastero Cistercense, iniziato nel 1137 su ordine di Ruggero II ed eretto canonicamente da Sant’Ugo Abate, giunto appositamente dalla Francia, nel 1171. La Chiesa si presenta da una parte con il suo stile originario, ovvero uno stile sobrio dell’ordine di Citeaux: finestre strette ad arco, porte con archi gotici; dall’altro con strutture quadrangolari tipiche di più recenti lavori di ristrutturazione.

Tipicità


La pietra (estrazione e lavorazione)

Passeggiando per le vie di Novara di Sicilia, il visitatore non potrà non notare le meravigliose decorazioni in pietra che hanno permesso al piccolo Borgo di acquisire l’appellativo di “Paese di Pietra”. Si tratta principalmente di pietra arenaria e pietra rossa marmorea “cipollino”, tipica del territorio. L’opera degli artisti della pietra è testimoniata principalmente dai bellissimi portali delle chiese di San Nicolò, S. Antonio, S. Giorgio, del Duomo, dalle colonne monolitiche e dai capitelli all’interno delle chiese, nonché dalle cornici dei balconi e dei portoni delle case signorili e dei palazzi privati e dalle mensole e dai supporti dei balconi, i cosiddetti cagnò. La lavorazione della pietra a Novara di Sicilia non è un’arte che appartiene solo al passato, giacché ancora oggi è possibile trovare scalpellini la cui arte e bravura, apprezzata in tutta la Sicilia, in Italia e anche all’estero,

U Jiditu D’Aposturu (Il Dito Di Apostolo)

U Jiditu D’Aposturu è un dolce simile al cannolo siciliano, ripieno di ricotta e ricoperto di glassa, per metà nera e per metà bianca. La tradizione pasquale vuole che i devoti di San Tommaso, per ricordare il gesto del Santo, mettano il dito nella piaga del costato di Cristo perché incredulo della Resurrezione di Gesù, preparando un dolce a forma cilindrica chiamato dito di Apostolo. La forma infatti ricorda proprio quella di un dito: la glassa bianca rappresenterebbe la parte del dito rimasta fuori dalla piaga, mentre quella nera la parte che entrò nella ferita del costato di Gesù risorto.

Appuntamenti


DICEMBRE – GENNAIO

Presepe vivente e mercatini di Natale

I piccoli vicoletti nascosti che si ramificano dalla Via Duomo si trasformano in scenari che raccontano la Natività. Le case abbandonate spalancano le loro porte e accolgono pastorelli, grandi e piccini, impegnati in scene di vita di un tempo che fu: angoli di vita domestica, botteghe e scene di antiche tradizioni e mestieri. Lungo il percorso, il visitatore potrà toccare con mano i prodotti realizzati dai pastori e degustare i prodotti tipici fino a giungere alla capanna di Gesù Bambino, in piazza Duomo, cullato dalle note di giovani pastori e zampognari che cantano i tradizionali canti del Natale.

Festa di Sant’Antonio Abate

La festa di Sant’Antonio Abate, un tempo celebrata il giorno del Santo, il 17 gennaio (oggi la domenica successiva), viene preceduta dalla “Settena”: ovvero per sette giorni, di mattina presto, vengono recitate delle preghiere e cantati i classici inni, accompagnati dal suono di un vecchio organo a canne del 1848 azionato a mano. La sera della vigilia della festa viene celebrata una funzione molto particolare, chiamata ‘u du uri (il “due ore”, poiché anticamente veniva celebrata due ore prima del crepuscolo) e viene acceso ‘u fogu (il fuoco) al piano terra della torre campanaria della chiesetta seicentesca che porta il nome del Santo: questo gesto, secondo la tradizione e i racconti dei nonni, viene compiuto per devozione e per chiedere la guarigione da una brutta malattia, comunemente conosciuta come “fuoco di Sant’Antonio”. Il fuoco viene acceso con la legna donata dai fedeli durante ‘u viaggiu’ al Santo. Nel corso dei secoli questa tradizione del fuoco ha annerito i gradini della rudimentale scala in pietra che porta in cima al campanile. Ma, nonostante ciò, i novaresi non riescono ad abbandonare la loro secolare tradizione del fuoco. La mattina successiva ha luogo la benedizione degli animali che vengono portati al cospetto del Santo patrono dai loro padroni per ricevere la benedizione del Santo. Ad essi si uniscono i cavalieri di Novara di Sicilia che, insieme ai cavalieri dei paesi limitrofi, si presentano nella piazza per inchinarsi al cospetto del Santo e ricevere anch’essi la benedizione.

FEBBRAIO – MARZO

Il veglione di Carnevale

Il settecentesco Teatro Comunale diventa uno dei simboli del Carnevale novarese. Ogni anno vengono ospiatate cinque serate danzanti: una folla euforica si spande nella platea adibita a pista da ballo, fra coloratissime maschere. A mezzanotte l’orchestra si ferma per il tradizionale “schiticchiu di mezzanotte”: ogni famiglia offre ai propri ospiti ottimi dolci e delizie di ogni sorta.

La Sagra del Maiorchino

Durante la sagra si fa rotolare una forma di formaggio Maiorchino,un formaggio pecorino fatto con un 35% di latte caprino e un 65% di latte ovino, lungo un percorso di 1 km. Viene avvolto un laccio sulla circonferenza del maiorchino per far sì che aderisca bene e sia più veloce per il lancio. La forma di formaggio, una volta lanciata, rotola lungo tutto il percorso, e va a finire in profonde cavità chiamate catafurchi, dove è difficile per il secondo giocatore, a volte, poterla riprendere.

Pasqua

A partire dalla sera della Domenica delle Palme si svolgono dei pellegrinaggi al Duomo fatti dalle varie confraternite. Le confraternite, arrivate al Duomo, dopo un sermone sull’Eucarestia, ricevono la benedizione per poi ritornare in corteo verso la Chiesa di provenienza, dove la manifestazione si conclude con l’adorazione del Crocifisso.

MAGGIO

Festa del pane

Le donne del piccolo borgo si impegnano ad impastare il pane casereccio e a cuocerlo rigorosamente nel forno a legna, come veniva fatto dalle massaie di casa un tempo.

Infiorata

Durante il Corpus Domini, gli abitanti si cimentano a realizzare meravigliosi tappeti e immagini di fiori che rendono variopinte le strade e le piazze del borgo, che accolgono il passaggio dell’Ostensorio.

Festa della tosatura

I visitatori sono invitati ad assistere al processo di tosatura tradizionale degli ovini, di preparazione della ricotta, della tuma e del maiorchino; in seguito, essi potranno assaporare le pietanze, preparate di solito per l’occasione, come la ” pasta alla curatta“.

Festa di San Basilio

La parrocchia organizza una settimana di giochi e manifestazioni a cui partecipano tutti gli abitanti della piccola frazione di S. Basilio e non solo. Si tratta di piccoli momenti di gran divertimento in attesa della domenica, quando la statua di San Basilio viene portata in processione per le vie della frazione.

AGOSTO

Festa della pasta ‘ncasciada

Si tratta di una rassegna gastronomica di un’antica tradizione culinaria di Novara di Sicilia. La pasta ‘ncasciada, ovvero, “messa in cassa” (poiché viene cotta da sotto e da sopra come se fosse “incassata”). è un ricco piatto che viene preparato in piazza sotto gli occhi del visitatore che potrà poi gustarlo ed apprezzarne la squisitezza. La serata viene, inoltre, allietata da balli in piazza.

Light star – Spettacolo Lumino Piromusicale

Il ponte San Sebastiano viene decorato da una galleria di stupende luminarie che, la sera del 13 agosto vengono spettacolarmente accese insieme a tutte le altre luminarie del Borgo. Una folla di gente con i nasi all’insù, disposta nelle due estremità del ponte e nei balconi delle case vicine, attende la voce che da inizio allo spettacolo.

Il festino dell’Assunta o il festino del Mezzagosto

L’interno del Duomo viene addobbato con drappi pregiati, damaschi e arazzi. Inoltre dal 10 al 15 agosto, sulla torre campanaria della Chiesa Madre, in segno di festa, veniva esposto il palio di Mezzagosto, un grande stendardo pregiato. Venne abolita negli anni ’40 per ragioni canoniche e ripetuta nel 1951 per speciale concessione vescovile a chiusura dell’Anno Santo 1950. Dopo il 1950 il Festino vide l’uscita in processione della statua dell’Assunta senza l’Apoteosi dei Santi fino al 2000.

SETTEMBRE

Sagra della capra al forno

Nella stradina che porta alla Chiesa, vengono installati dei banconi dietro i quali vengono posizionati dei forni in mattoni, ricoperti di gesso, dentro i quali i quarti di carne cuoceranno la carne, dopo essere stata salata e aromatizzata, su delle tegole di terracotta per circa 6-7 ore per conferire un particolare profumo ed una morbidezza senza eguali. Il tutto viene accompagnato da patate al forno e pane casereccio cotti in forno a legna e preparati con cura dalle donne del luogo e, ovviamente, un buon vino rosso.

OTTOBRE

Festa della nocciola

La manifestazione si svolge nei pressi dell’antico Monastero Cistercense del XII secolo e della piccola chiesa di Santa Maria Annunziata. Il visitatore potrà gustare ottimi prodotti a base di nocciola, dai dolci ai piatti salati ma anche e soprattutto la rinomata salsiccia di nocciole dall’impareggiabile profumo accompagnata da qualche fetta di buon pane casereccio del luogo.

Festa della Castagna

Una serata ottobrina dedicata ad uno dei principali frutti che l’autunno regala al territorio di questo piccolo Borgo: la castagna. Il visitatore potrà degustare castagne al testo, castagne bollite, dolci a base di farina di castagne, pasta con il sugo di castagna. Il tutto in un’atmosfera intima ed accogliente tipica del Borgo di Novara di Sicilia.

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