Comune di Villafranca

Villafranca Sicula, AG, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Villafranca Sicula - Casina Barone Musso

Cenni storici


Piccolo fiorente centro della provincia di Agrigento, Villafranca Sicula è posto alle falde della collina di San Calogero, in prossimità di una vallata irrigata dal fiume Sosio-Verdura, di fronte alla cresta dentata della montagna di Caltabellotta. Il territorio “Troccoli”, dove sorge il paese, è stato teatro di grandi battaglie tra civiltà che affondano le origini fin nell’età del Bronzo. Veniva chiamato “Kratas” ed era abitato dagli antichi Sicani, popolo laborioso e pacifico, che dovette subire varie colonizzazioni dei greci e poi dei romani, dai quali venne sconfitto durante la seconda guerra servile nel II secolo a. C. in una battaglia, avvenuta non molto distante dalla città di Triocola.

Nel 1098 questo territorio fu donato dal conte Ruggero all’archimandrita di Messina. E’ passato ad Antonio Peralta (1448) e poi alla famiglia Alliata. E’ proprio a questa nobile famiglia Alliata si deve la fondazione dell’attuale paese, avvenuta tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo. Il 27 settembre 1449, Antonio Alliata, dei principi di Villafranca, ottenne dal vicerè Giovanni La Nuz, la facoltà di “congregar gente e costruire una fortezza nel feudo di Triocola, a condizione che il paese prendesse il nome di Villafranca”.

Tale nome, pertanto, ha una doppia spiegazione. Fu chiamato così o perché al nuovo paese venivano concesse delle franchigie, o perché il nome del tecnico, parente dei principi, era appunto Calcerano Villafranca, il quale aveva indicato questo territorio adatto ad essere abitato per l’acqua abbondante, per l’aria fine e per la fertilità del terreno. Attualmente la popolazione si attesta sui 1410 abitanti.

Attrattiva principale


La festa della Madonna del Mirto è l’evento clou nel calendario villafranchese. La Madonna delle Mortelle è la compatrona di Villafranca Sicula insieme a Sant’Eucarpio. La festa si celebrava un tempo nella seconda domenica di maggio ed è stata poi trasferita alla prima domenica di agosto per farvi partecipare anche gli emigrati che ritornano a Villafranca per le vacanze estive. Due fazioni, una che parteggia per San Giovanni Battista (vestiti di rosso), l’altra per San Michele Arcangelo (vestiti di blu), governano la dinamica della festa.

I partiti possono essere perfino causa di liti in famiglia quando marito e moglie militano sotto due santi diversi. Per l’occasione tutte le strade vengono addobbate con bandierine e spettacolari luminarie. Il sabato ha luogo la così detta “entrata dell’alloro”, durante la quale entrambe le fazioni si esibiscono in rappresentazioni teatrali e grandiosi spettacoli d‘arte pirotecnica, mentre i fedeli al seguito portano dei ramoscelli di alloro. Ogni fazione rende ancora più spettacolare e suggestiva la propria “entrata dell’alloro” con l’ausilio di cortei storici, gruppi folkloristici, majorettes, cavalli addobbati e quant’altro la fantasia di ogni fazione si propone di realizzare.

La domenica i simulacri di San Michele e San Giovanni vengono fatti sfilare su caratteristiche vare, addobbate di fiori che rappresentano figure stilizzate con tematiche attinenti alla festa. Nel pomeriggio conclusasi la Santa Messa, ha luogo la solenne processione con il quadro della Madonna del Mirto preceduta dai simulacri di San Michele e San Giovanni. Finita la processione hanno luogo le cosiddette rigattiate. Secondo l’antica pratica le due fazioni, nella vigilia, devono recarsi dalle rispettive chiese alla chiesa maggiore portando in spalla i simulacri dei due Santi in una danza vorticosa, per rendere omaggio alla Madonna.

E’ proprio questa ”l’entrata dell’alloro“. È tradizione ormai già da tantissimi anni arricchire e valorizzare “l’entrata dell’alloro”. Al termine delle rigattiate ha luogo la gara pirotecnica, di ormai chiara fama nazionale e annoverata nell’apposita guida pirotecnica che la pone tra le manifestazioni pirotecniche più importanti d’Italia. Nelle precedenti edizioni vi hanno preso parte pirotecnici del calibro di Bruscella, Schiattarella, Calamita, Pagano, Scudo, La Rosa, Ronca, Di Matteo, Liccardo, Lieto ed altri.

Da visitare


Chiesa Madre: costruita nella prima metà del XVI secolo ad opera della famiglia Alliata, è dedicata alla Beata Vergine della Catena.

Chiesa San Giovanni: fu costruita intorno al 1580 ad opera del principe Francesco Alliata. Attiguo alla chiesa (dove oggi c’è il municipio) esisteva una volta un convento di frati del terzo ordine francescano.

Chiesa San Giuseppe: l’origine di questa chiesa va collocata verso la metà del XVII secolo. In essa, nel 1760, è stata fondata la confraternita dell’Addolorata, mentre nel 1879 è sorta la congregazione del “maestri”.

L’Orologio: la torretta dell’orologio si trova al centro della piazza, attaccata alla parte posteriore della chiesa madre. Notizie di archivio hanno rivelato che la torre dell’orologio è stata costruita nel 1611 da maestranze di Alcamo.

La villa del barone Musso: è ubicata alle porte del paese. La casina è stata la villa campestre del barone Giuseppe Antonio Musso, figura di spicco che si distinse per il suo amore verso la terra d’origine. La casina, che strutturalmente si presenta in discrete condizioni, potrebbe diventare centro culturale e ricreativo per giovani ed anziani e soprattutto museo etno-antropologico per la civiltà contadina.

Tipicità


L’ambiente naturale nella sua ricca multiformità custodisce angoli di rara bellezza. Un’ampia varietà di specie floreali e numerose piante spontanee colonizzano il territorio. Incantevoli in primavera le fioriture di orchidee, anemoni, peonie, rose selvatiche, papaveri e margherite. La vegetazione spontanea più diffusa è comunque la tipica macchia mediterranea: rosmarino, origano, timo, malva, alloro, camomilla, liquirizia, issopo, marrobbio, nepitella, mentastro, agave tra le specie prevalenti. Una menzione a parte merita il mirto (murtidda), col quale ancora oggi si decora la vara per i festeggiamenti dell’omonima Madonna, e che fin dal 1600 ha trovato impiego nella concia delle pelli. L’economia è prettamente agricola e in particolare si producono agrumi, pesche, mandorle, uva ed olive.

La varietà più rinomata di arance è la Washington Navel, ricca di vitamine e dalle peculiari caratteristiche organolettiche. Un altro prelibato frutto della terra è la pesca montagnola, una varietà tardiva che matura sul finire dell’estate. L’ulivo è comunque l’albero che caratterizza in modo prevalente il paesaggio agrario. La cura e l’amore per la terra, permettono di ottenere un ottimo olio extravergine d’oliva. Il 24 giugno si festeggia San Giovanni Battista con un dolce tipico dedicato al santo e denominato appunto sangiuvannuzzu; il dolce riproduce la sagoma del santo ed è di pasta ricoperta di una velata di zucchero tinto di rosso col succo di gelso.

La picuredda, di pasta di mandorle, e il pupu cu l’ovu, dolce a forma di uccello con al centro un uovo ricoperto di pasta, sono i dolci della Pasqua. I prodotti dell’artigianato sono legati in parte alla cultura contadina. Sopravvivono ancora oggi i fasciddari, che confezionano fiscelle di giungo per i pastori, e i cestai, che intrecciano canestri, ceste e panieri. Un ruolo non secondario svolge l’artigianato femminile. Villafranca Sicula vanta una lunga tradizione nell’arte del ricamo e dell’uncinetto. Su iniziativa di giovani artisti locali, da qualche anno, a Villafranca si realizzano i murales a tema prevalentemente religioso, che arricchiscono il paesaggio urbano di vivaci colori.

Appuntamenti


GIUGNO

San Giovanni Battista

Il 24 giugno ricorrono i festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista.

AGOSTO

Festa di Maria SS. Del Mirto

La prima domenica di agosto a Villafranca Sicula, si festeggia la Madonna del Mirto. Due colori: il rosso ed il blu. Due Santi: San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo degnamente venerati dalle rispettive associazioni .Caratteristica della festa è la divisione del paese in due fazioni sangiuvannara e sammichilara e la rivalità tra le due fazioni consiste nell’addobbare al meglio il tratto di corso principale loro assegnato, nell’addobbo floreale dei simulacri dei santi che poi dovranno cimentarsi nelle rigattiate, che si svolgono in due giornate; il sabato e la domenica, quest’ultima giornata clou della festa della Madonna del Mirto.

Nel corso della notte tra sabato e domenica , il corso Vittorio Emanuele, luogo tradizionale della festa, viene addobbato con coreografie da tantissimi giovani , il lavoro si protrae fino alle ore mattutine con un immenso impegno da parte dei ragazzi. Nel frattempo altri giovani avranno lavorato per allestire l’addobbo ai santi e alle vare . Nel tardo pomeriggio del sabato c’è l’entrata dell’alloro; ogni Santo portato a spalla, fa il proprio ingresso nel luogo della gara accompagnato dalle note della banda musicale e dalle rispettive fazioni che tengono in mano ramoscelli d’alloro. La domenica, giorno clou della festa, i Santi vengono portati davanti la chiesa Madre dove all’interno avrà luogo la celebrazione della solenne Messa in onore della Madonna del Mirto.

Al termine della S. Messa ha inizio la processione, in un clima di particolare entusiasmo popolare compare all’improvviso il quadro della Madonna. Allora quasi d’incanto scende sul paese un silenzio profondo. San Giovanni viene posto sulla destra e l’Arcangelo sulla sinistra mentre alcuni fedeli designati sorreggono un baldacchino sulla Madonna che sfila tra la gente. Infine le Statue dei Santi dopo aver riaccompagnato la Vergine Maria alla sua chiesa , prendono parte alle rigattiate; come nella giornata di sabato , i Santi vengono portati sulla vara a spalla e fatti correre, saltare in aria, girare vorticosamente per la via, incessantemente per un’ora o più.

Al termine di ogni rigattiata, accompagnate dalle note della banda musicale, i Santi vengono accompagnati all’interno delle chiese, San Giovanni (Chiesa di San Giovanni Battista), San Michele (Chiesa del Carmelo). Al termine delle rigattiate, hanno luogo i giochi pirotecnici spettacolari per magnificenza che si protraggono fino quasi all’alba. Si ritiene vincitore chi avrà creduto di fare meglio e solitamente chi avrà fatto peggio dell’altra fazione.

SETTEMBRE

San Michele Arcangelo

Il 29 settembre ricorrono i festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo.

DICEMBRE

Santa Lucia

Il 13 dicembre, in onore di Santa Lucia, si prepara la tradizionale cuccia (zuppa di ceci).

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