Comune di Enna

Enna, EN, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Enna - Castello Lombardia

Cenni storici


Enna risale a tempi preistorici. I grechi la definirono l’omphalos della Sicilia, dominazione che portò il culto di Demetra a cui dedicarono la rocca di Cerere. In epoca romana la città fu “granaio” dell’ Impero dei Cesari e si affermò il commercio del grano. Nell’ 859 la città fu assediata dagli arabi. Il nome Henna, di origine greche, fu trasformato dai romani in “Castrum Hannae”, dagli arabi in Kasrlànna e infine Castrogiovanni. Il periodo più florido fu quello dominato da Federico II di Svevia che costruì il Castello di Lombardia e la Torre di Federico II. Nel 1927 riassunse l’antico nome Enna.

Attrattiva principale


Castello di Lombardia

E’ una fortezza che deve il nome alla guarnigione di Lombardi che occupavano la città durante la dominazione normanna. La superficie poteva ospitare oltre 7 mila soldati. Ha forma pentagonale irregolare, ed è suddiviso in tre corti separate da muraglioni e rinforzate da torri. È ancora presente la Torre Pisana, una delle 4 torri rimanenti, delle oltre 20 edificate dai Normanni , chiamata dagli Arabi “Torre delle Aquile”, perché dai merli gli avvoltoi controllavano il loro territorio. Con il tempo, l’importanza strategica del castello venne meno e il fabbricato venne utilizzato come prigione.

Da visitare


Rocca di Cerere: tempio dedicato alla dea delle messi e a sua figlia. Nonostante la sua nudità non è difficile immaginare la presenza di altari di vergini e dei utilizzati dai devoti per effettuare riti e sacrifici nonché per deporre opere preziose. La base della rupe presenta la parete di un’ampia grotta che si suppone sia il resto del tempio in cui si notano ancora le tracce di una scala, per tradizione chiamata “ara di Cerere”, poiché qui avvenivano i sacrifici in nome della dea. La mitologia latina narra che gli ennesi edificarono un tempio in onore di Cerere per ringraziarla di aver donato loro il pane, ricavato dalle spighe di grano. Il mito, inoltre, narra che Plutone, dio degli Inferi, rapì Proserpina, unica figlia della dea, suscitando l’ira di Cerere che si vendicò sugli uomini incendiando tutti i raccolti. Fu per questo che gli uomini, sulla rocca dedicata alla dea, iniziarono a praticare sacrifici di animali pregando che il raccolto non fosse rovinato.

Torre di Federico: essa sorge sul versante opposto del monte rispetto al castello di Lombardia e fu utilizzata come residenza del re. Fu restaurata nel XII secolo da Federico II di Svevia. L’antichissima torre ottagonale, di 24 metri in pietra, sarebbe di natura astronomico- geodetica per cui da questo punto venne tracciata la rete viaria della “Trinacria”. La struttura interna presenta il pianterreno con monofore ogivali mentre il primo piano è caratterizzato da ampie finestre decorate; attraverso una scala a chiocciola si giunge al terzo piano, privo di copertura, dal quale si può ammirare un panorama dalla singolare bellezza.

Chiesa Madre di Maria Santissima della Visitazione: costruita nel 1307 per volere della regina Eleonora d’Angiò moglie di Federico III d’Aragona, in occasione della nascita del figlio Pietro. L’edificio fu danneggiato da un incendio del 1446 e ricostruito dopo il 1451. L’ingresso principale del Duomo è un maestoso portico che svetta verso la torre campanaria, a lesene d’ordine dorico e con tre fornici che immettono nel vestibolo. Sul lato destro si trova un portale cinquecentesco del Gagini, con colonne corinzie e recante nel timpano un bassorilievo in marmo proveniente dalla Chiesa di San Martino, una volta esistente all’interno del Castello di Lombardia, nonché la Porta del Giubileo in stile gotico. L’interno, a croce latina, è a 3 navate divise da colonne di alabastro nero. L’attenzione viene catturata da un maestoso soffitto a cassettoni in legno oltre che da numerosi pregevoli dipinti, come la grandiosa pala con “L’Epifania” del pittore Vincenzo Ruggeri, “La Madonna del Pilar” di Guglielmo Borremans e cinque pale collocate nell’abside eseguite da Filippo Paladini.

Museo Interdisciplinare Alessi: prende il nome da uno dei collezionisti più famosi della città, il canonico Giuseppe Alessi. Il Museo Alessi è di notevole importanza per la collezione di monete greche e romane dell’ennese e per la presenza di oggetti preziosi e capolavori d’arte di grande qualità, quali una collezione di statuette di bronzo e di creta, vasi antichi arabi ed egiziani, una collezione di stampe a rame, una raccolta di ghiande missili e numerosi dipinti. La collezione originaria, nel 1860, venne acquistata dalla fabbriceria della Chiesa Madre e, in seguito, si arricchì di donazioni private e beni provenienti dalle soppressioni di ordini religiosi.

San Tommaso: la chiesa è dedicata, più che al Santo di cui porta il nome, al culto di Santa Lucia protettrice della salute e degli occhi. La facciata, sopraelevata su breve scala, appare semplice e modesta così come l’interno della Chiesa, a navata unica. Elementi decorativi di rilievo sono una preziosa icona in marmo dello scultore carrarese Giuliano Mancino, risalente al XVI secolo e, nelle pareti, i dipinti dei quattro profeti di Saverio Marchese. La quattrocentesca torre dalla possente massa quadrangolare faceva parte del sistema difensivo della città. Di stile gotico-catalano la torre nel pianoterra prende luce da una feritoia, al secondo piano è illuminata da una finestra con il timpano ogivale decorato da motivi floreali e al terzo piano da quattro finestre ad arco a tutto sesto di stile gotico.

Tipicità


Buccellati

Tipico dolce natalizio il cui nome deriva da ”buccellatum”, pane da dividere in buccelli, bocconi. Si realizza impastando farina, strutto, zucchero, uova, farina di riso, latte e lievito per dolci. Il ripieno è formato da un misto di frutta secca, uvetta e fichi secchi, vino cotto, aromi e miele.

Mastazzola

È un dolce il cui ingrediente principale è il vino cotto. Si fa scaldare in una pentola insieme a dell’acqua e si aggiungono gli altri ingredienti; poi si passa al forno tagliato a pezzetti. Usciti dal forno vengono sbollentati con acqua e zucchero e spolverati con mandorle, noci e cannella.

“Piacentinu Ennese” DOP

Formaggio stagionato ottenuto dalla lavorazione del latte ovino, arricchito con zafferano e pepe nero in grani. Il latte è ricavato dalla prima mungitura, portato ad una temperatura di 38° entro 24h, posto dentro contenitori in legno e insaporito con zafferano e caglio per favorirne la coagulazione.

Appuntamenti


MARZO – APRILE

Settimana Santa

Da oltre quattro secoli la città di Enna rivive, nel periodo che precede la Pasqua, le antiche tradizioni legate ai riti della Settimana Santa cariche di fascino, seguite e sentite da tutti. Sono le Confraternite religiose ad essere protagoniste assolute di tali riti, contrariamente a quanto accade in altre parti della Sicilia dove questo ruolo è svolto principalmente dai Ceti o dalle Maestranze. Gli usi e costumi della Settimana Santa furono importati dagli spagnoli nel corso del XVI secolo, durante la loro dominazione.

MAGGIO

La settimana Federiciana

La manifestazione si propone di far rivivere la storia del grande imperatore svevo, Federico II, e proiettarla concretamente sulla nostra Sicilia. L’Associazione Culturale Federiciana, fondata da Edoardo Fontanazza, è l’ideatrice della manifestazione e vanta comparse e costumi d’epoca che si ricompongono in un corteo storico che sfila per le strade della città. Il corteo assume valore artistico, commemorativo e storico che rievoca, per Enna, la sua gloriosa stagione medievale. Durante tutta la settimana, che va dal 4 all’ 11 maggio, vengono organizzati seminari e rappresentazioni teatrali sulla figura di Federico II e il suo contributo per la città di Enna. Vengono inoltre assegnati dei premi: il Premio Europa “E. Fontanazza” rivolto agli allievi del primo e secondo ciclo di istruzione, con l’obiettivo di sviluppare nei giovani il senso di appartenenza alla civitas locale, nazionale, europea ed il Palio dei Quartieri al quale partecipano squadre che prendono i nomi dei quartieri ennesi. Momento centrale della settimana è il Gran Corteo Storico che vede sfilare, nelle vie principali della città, i figuranti nei ruoli di Federico II e la sua corte, accompagnati da sbandieratori e animazione giullaresca.

LUGLIO

Maria SS. della Visitazione

E’ usanza dei cittadini affacciati ai loro balconi far piovere sul fercolo una pioggia di volantini recanti frasi di adorazione verso Maria SS. della Visitazione. Il fercolo della statua, detto “Nave d’oro” fu intagliato dallo scultore Scipione di Guido nel 1590 ed è totalmente lumeggiante d’oro; è retto da lunghe staffe dette “baiarde” a loro volta rette dai “nudi”. Il pomeriggio del 2 Luglio la statua della patrona viene trasportata dal “Duomo” alla chiesa di Montesalvo per “far visita” a Santa Elisabetta, infatti il culto di Maria SS. della Visitazione è imperniato attorno alla visitazione di Maria alla cugina Elisabetta. La Madonna si ferma quindici giorni a Montesalvo e poi, nella domenica detta della “Madonna a muntata”, ritorna indietro compiendo il percorso inverso.

AGOSTO

Madonna di Valverde

Sin dall’inizio del mese di Agosto fervono i preparativi e, in ossequio ad un’antica tradizione si compie “la questua”, la ricerca delle offerte votive necessarie per rendere i festeggiamenti più solenni. Il simulacro della Vergine Maria viene svelato ed esposto sull’altare maggiore della chiesa la domenica che precede il giorno di festa. La mattina del sabato precedente la festa, alle ore 9:30 ha luogo la santa messa delle “Verginelle” invitate da alcune famiglie che hanno ricevuto grazie particolari dalla Madonna, rievocando l’episodio del sacrificio scampato. Una fragorosa esplosione di mascuna apre, di buon mattino, i festeggiamenti della Madonna di Valverde. Nel pomeriggio dal Santuario ha inizio la processione diretta al Duomo per la celebrazione della Messa; a conclusione della quale la processione parte per raggiungere piazza S. Tommaso tra le grida di giubilo dei confrati, che a piedi scalzi, portano il fercolo della Madonna. La festa si conclude con giochi pirotecnici e musiche. Sette giorni dopo avviene l’ultimo atto dei festeggiamenti quando al termine della celebrazione eucaristica i confrati ripongono, dopo la celebrazione, il simulacro della Madonna all’interno della Cappella votiva segnando così la fine delle solennità.

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