San Biagio Platani è un comune dell’ entroterra agrigentino di 2.831 abitanti, a 38 chilometri dal capoluogo, situato sul medio versante di una collina che culmina in contrada Garipi e degrada verso il fiume Platani. Le origini risalgono al 1635, anno in cui Giovanni Battista Gerardi ottenne la “licentia populandi” portando a pensare che l’abitato abbia iniziato a svilupparsi alcuni anni prima, con poche case attorno ad una piccola chiesa, per poi espandersi in seguito allo sviluppo dell’’agricoltura estensiva. La fondazione di agglomerati urbani aveva anche altre finalità legate al prestigio dei feudatari. Il feudo di San Biagio inizialmente era composto dalle terre di San Biagio, Gialdonieri e Mandralia. Nel 1660 è stato poi aggiunto il feudo di Ragattano. Il centro abitato si sviluppò fin dall’inizio intorno alla Chiesa Madre e al Palazzo Ducale. Venne stabilito un tracciato ad impianto ortogonale, il cui asse principale è il corso Umberto I, che allora era denominato strada Piazza. Il popolamento avvenne con un andamento costante e già nel 1653 il paese contava circa 300 abitanti. Ma nel XVIII secolo, la crisi produttiva e il sistema politico istituzionale troppo vecchio, determinarono una flessione nell’andamento demografico. Grave problema era rappresentato dalla produzione monocolturale, la cui mancata produzione di un anno creava carestie. Nel 1864 si aggiunse il nome Platani per distinguere questo comune dagli altri centri italiani con lo stesso toponimo.
La tradizione degli “Archi di Pasqua” nasce intorno alla metà del ‘700 per celebrare il trionfo di Cristo sulla morte. Inizialmente gli Archi erano formati dalla sola struttura centrale. Gli archi centrali vengono chiamati anche “archi di trionfo”, proprio per richiamare il trionfo di Cristo sulla morte. Tutte le costruzioni si estendono nel corso principale del paese, che si trova in posizione parallela alla facciata della chiesa madre. Ogni arco è costituito da due pali alti sei metri e collegati tra di loro da una trave orizzontale che viene chiamata “ancidda”. Le decorazioni del viale sono soprattutto le ninphe, che sono particolari lampadari a forma di pera. Infine, vi è la chiesa Madre di San Biagio Platani, intitolata a San Biagio Vescovo e Martire, patrono del paese, è una delle prime costruzioni del piccolo centro e risale alla fine del 1600 inizio ‘700.