Santo Stefano sorge nel cuore dei Monti Sicani, nella fertile vallata del fiume Magazzolo; nato attorno alla sorgente di Capo Favara durante il regno di Federico II D’Aragona fu dedicato a S. Stefano poiché coronato da monti (il greco Stefanos vuol dire “corona”). Quisquina, invece, è il nome della secolare zona boschiva che domina l’abitato (il nome deriva dal termine arabo “Koschin” che vuol dire “oscurità, luogo buio”).
Le prime notizie del paese si hanno in un documento del 1279 dove viene citato con il nome di Santo Stefano di Melia, denominazione che mutò nel 1863 quando il borgo assunse l’attuale denominazione. Ma è nel XVI secolo che, sotto la Baronia dei Ventimiglia, si ebbe un imponente sviluppo demografico ed edilizio: furono costruiti numerosi edifici religiosi (come il suggestivo Eremo di S. Rosalia) e restaurate opere quali la Chiesa Madre, il castello baronale e l’attigua fontana a quattro vasche. Nel 1812, con l’emanazione della nuova Costituzione del Regno di Sicilia, il comune entrò a far parte del nuovo Distretto di Bivona.
La ricchezza di acqua (in paese oggi vi sono circa 25 fontanelle) oltre alla bontà dell’aria e dei terreni, unite a sapienti mani e arricchite da antiche tradizioni, hanno fatto si che ancora oggi il paese abbia nell’agricoltura e nella zootecnia le attività economiche più importanti.
A sancire la qualità e la tradizione dei prodotti (formaggi e carni innanzitutto ma anche grani antichi, miele di montagna, olio EVO… ) ogni anno, in un fine settimana di Maggio, si celebra la “Sagra del Formaggio – Quisquina Cheese Festival”: degustazioni, spettacoli, dimostrazioni, mercatini e tanto altro ancora.
Santo Stefano è un paese particolarmente devoto e legato ai suoi Santi: in una grotta della Quisquina nel XII sec. trovò rifugio la palermitana S. Rosalia là dove cinque secoli dopo fu edificato un Eremo oggi visitabile con percorso museale ed un Santuario meta di continui pellegrinaggi. L’antica devozione per la Santuzza viene comprovata il martedì seguente la prima domenica di giugno quando tutta la cittadina si mette in marcia all’alba per accompagnare sino alla Quisquina in Pellegrinaggio, a piedi o a cavallo, il Busto-reliquiario donato nel 1625 dal senato Palermitano alla comunità stefanese.
Il borgo montano ha anche dato i natali nel XVI sec. a San Giacinto Giordano, frate domenicano che predicò il Vangelo sino in Giappone dove fu martirizzato il 17 novembre 1634.
Tra le tradizioni più moderne vi è anche il rito del Solstizio d’estate che si celebra il 21 giugno al Teatro di Andromeda dello scultore contadino Lorenzo Reina: musiche e suggestioni varie per un antico rito ancestrale.