Comune di Butera

Butera, CL, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Butera - castello falconara

Cenni storici


Butera dal greco “bouthra” che significa “pastore”, sorge su un monte a 402 metri sul livello del mare. Nel passato, questo monte si presentava faticoso alla salita infatti, era considerato rifugio sicuro per gli abitanti che spesso venivano assaliti da nemici provenienti da ogni parte della Sicilia e non. Questa città ha origine assai remote, presumibilmente nell’età del bronzo secondo/terzo secolo A.C.
Ha una posizione a dir poco incantevole con un pittoresco panorama che si estende dagli antichi campi geloi alle montagne interrotte da un fiumicello chiamato NAUFRIUS, ormai non più esistente, ove si riflette il Castello e l’intera città. Il centro storico presenta una forma di bisaccia capovolta, molto simile ad un fiocco. I quartieri più importanti sono San Rocco a sud e Madrice a nord. Da notare i resti del castello arabo-normanno, il Palazzo del municipio con un portale arabo e varie Chiese e Palazzi che, nel loro interno, conservano opere di estrema bellezza.
Attorno al paese, al di là del torrenti Comunelli che bagna l’abitato a est e a sud, si innalzano colline di altezza variabile tra i 250 e i 350m sul livello del mare . A sud-ovest si estende un’ampia pianura (contrada Burgio, Tenutella, Faino, Desusino) che confina con le spiagge del Mediterraneo. I terreni in prevalenza autoctoni, sono costituiti da argille azzurre, da arenarie, da sabbie del periodo Miocenico e Plicocenico.

Attrattiva principale


IL BELVEDERE

Il Belvedere ,una piazzetta di circa 100 mq posta su uno sperone di 402m sul livello del mare, è parte integrante del cortile interno. Circondato da profondi burroni, si presenta come una spaziosa terrazza da cui si gode un immenso panorama. A est, al di là degli agrumeti lungo la vallata del fiume Comunelli, si dispongono a corona le colline di gricuzzo e Desueri, le alture di Caltagirone e Niscemi. In lontananza fa capolino la vetta innevata dell’Etna, mentre in prossimità della costa si intravedono le sagome dei monti Iblei, su cui sorge Ragusa. A sud, al di là del cimitero, si estende la vasta pianura di Gela, ricoperta da coltivazioni cerealicole. La vista spazia poi sull’ampio golfo bagnato dalle azzurre acque del mediterraneo. Il fitto manto forestale del monte Moddesimo si rispecchia nelle acque dell’invaso sul fiume Comunelli. Nelle caldi notti estive la riviera rimane illuminata da una lunga serie di lampade al neon. A ovest il territorio forma i monti di Desusino, Milingiana, Santa Maria dell’Alto e la collina di Sgricciolo. A nord appaiono il centro abitato e i resti del castello medievale,” u cannuni” di Mazzarino.

Da visitare


Castello Arabo Normanno: è ubicato a sud nella parte più alta della città, molto probabilmente esisteva già nell’854 ai tempi dell’emiro Alaba signore di Butera. Nel suo massimo splendore il Castello possedeva probabilmente quattro torri angolari delimitanti un’ampia area fortificata, coincidente con l’attuale Piazza Castello, all’interno della quale vi erano stalle, magazzini ed un’ampia cisterna posta interrata al centro della corte. Di questi torri è rimasto soltanto un robusto torrione alto 36 metri che richiama i “donjions” Normanni, e che permette l’accesso ai locali rimasti e destinati a museo archeologico. Di particolare interesse risultano essere il portone ogivale, l’arco di accesso all’atrio, le finestre bifore con colonnina centrale, la merlatura del muro di cinta rimasto e le nervature in pietra a crociera presenti all’interno dei locali.

Chiesa di San Francesco: ubicata nella parte meridionale della città è la chiesa più antica di Butera. Fu fondata dai primi Normanni cristiani, su una pre-esistente moschea, e denominata Chiesa Santa Maria del Castello; in seguito nel 1577 divenne una Chiesa di monaci Francescani, per opera di Padre Matteo di Terranova, prendendo l’attuale denominazione. Attaccata all’ex Convento dei Minori Conventuali, presenta un’unica navata, con interessanti dipinti raffiguranti San Francesco, una cupola e un campanile ottagonale. Sul prospetto principale realizzato in pietra arenaria squadrata con lesene laterali sormontate da una trabeazione con modanature lineari.

Santuario di San Rocco: fu edificato presumibilmente nel XVI secolo per volontà dell’allora principe di Butera e del Popolo nello stesso tessuto urbano in cui oggi esiste, anche se di proporzioni più piccole dell’attuale, e con il tempo è stato ampliato. La Chiesa è ad un’unica navata, è molto bella, lungo i secoli ha avuto molti restauri e agli inizi dell’Ottocento è stata pure ornata di molti stucchi ornamentali. Nel 1907 a cura del pittore Provenzani di Palma di Montechiaro la Chiesa è stata ornata in 9 grandi tele raffiguranti la vita di San Rocco. Nel 1972 la Chiesa è stata abbellita di pregiati ed artistici lampadari di stile impero e nel mese di febbraio 1977 vi è stata effettuata una nuova pavimentazione in marmo granito. Nel 1998 i portoni della Chiesa sono stati restaurati e arricchiti di pannelli intagliati e scolpiti sul legno castagno francese raffiguranti all’esterno la vita di San Rocco e simboli, e all’interno la storia della salvezza, gli Evangelisti e alcune parabole del Vangelo.

Chiesa Madre: ubicata nella parte settentrionale della città, presenta una pianta di tipologia a croce latina, con cupola a tetto a volta. Ha una estensione di circa 150 mq e vi si possono riscontrare interessanti lavori di stucco di Giovanni Maienza e dipinti di Domenica Provenzano; marmi colorati ornano gli altari laterali e quello principale, dedicato a San Tommaso Apostolo. Di particolare pregio risulta essere la tela dell’Immacolata Concezione attribuita a Filippo Paladini, nonché l’organo e l’ambone realizzati in legno cosi come il crocifisso, eccellentemente decorati, e ubicati in prossimità del transetto che, insieme ai numerosi quadri, statue, dipinti e decori policromi danno alla chiesa l’aspetto e la magnificenza di un tempio importante. Di particolare pregio i due portali d’ingresso al tempio ed il campanile realizzati in pietra squadrata arenaria.

Scavi della Necropoli del Piano Fiera: il territorio di Butera costituisce una delle zone archeologiche più importanti per la ricostruzione della storia arcaica della Sicilia centro-meridionale. Il presente sito archeologico è ubicato a nord del centro abitato nella zona a valle denominata “Piano della Fiera”. In questa zona, a seguito di numerosi scavi archeologici, sono venute alla luce capanne di un villaggio protostorico e una necropoli con quattro diversi strati di copertura, dal IX alla prima metà del III secolo A.C. che hanno restituito numerosi corredi ceramici, oggi presenti in parte nel museo archeologico di Gela e in parte in quello cittadino, che testimoniano le varie fasi dell’evoluzione da un piccolo insediamento sicano ad un fiorente centro Ellenizzato.

Castello di Falconara: maremma meridionale dell’isola tra il torrente di San Nicolò e la foce del fiume Carruba. Falconare è ricordata da Edrisi come Marsà As Saluq, Porto di scirocco, vi sorge una grande torre quadrangolare intorno alla quale si è sviluppato l’attuale Castello. Fu concesso nel 1392 ad Ugone Santapau, in seguito ai Branciforte e poi nella metà del 1800 fu acquistato dai Chiaramonte-Bordonaro. Oggi Falconara è tutta piena di villini e la sua ricca spiaggia è frequentata anche da bagnanti dei paesi viciniori.

Chiesa del Carmine: è una chiesa ad una navata risalente al 1760, sorge sul sito in cui nel 1590 era ubicata l’antica Santa Maria di Loreto attaccata all’ex Convento delle Carmelitane, che in passato veniva usata come cappella dai Branciforti. La Chiesa è stata realizzata in stile Barocco è caratterizzata all’esterno da un particolare fregio, sempre in stile barocco, realizzato in pietra arenaria scolpita, posto sopra il portale d’ingresso. L’interno ad un’unica navata è ricco di decorazioni, in cui grande rilievo assume l’altare, adornato da quattro colonne a torciglione poste ai lati della nicchia dove si trova il simulacro della Madonna del Carmelo, realizzato da Guacci di Lecce, il tutto sormontato e arricchito da angeli e puttini in volo.

Tipicità


Un piatto particolare e tipico dell’arte culinaria del paese sono gli SPAGHETTI AL MIELE, un intreccio di sapori dolci e salati che rende unico questo piatto. Questo piatto viene riproposto ogni anno per la festa di San Giuseppe. Un’altra specialità di questo luogo sono i “Nucatoli buteresi”, un dolce che viene realizzato soprattutto nel periodo natalizio. Riveste un’importanza particolare anche il VINO di questo territorio, in quanto molto raffinato e di alta qualità.

Appuntamenti


MARZO – APRILE

Pasqua

“U martiriu”, rappresentazione della passione e morte di Gesù Cristo presso la Chiesa di San Francesco.

AGOSTO

Festa del Santo Patrono “San Rocco”

I festeggiamenti hanno inizio il 15 agosto con “lujocu di lusurpintazzu”. Si può condividere l’affermazione dello storico Arturo Lancillotto, il quale ritiene che questa figura di rettile allude al serpente schiacciato da Maria Assunta in Cielo, la cui solennità e appunto festeggiata il 15 agosto. Vuole la tradizione popolare che questo serpente sia stato trovato accanto a San Rocco, mentre altri ricordano un mostruoso serpente incontrato da un contadino tanti anni fa e da questi ucciso mercè l’intercessione del Patrono, cui aveva fatto fervido appello. Fatto sta che alla vigilia della festa, nel pomeriggio, un uomo atletico, preceduto dal rullio di tamburo, esce per andare a prendere il serpente. Poco dopo lusurpintazzu appare sulle vie cercando con il suo becco ora di togliere un berretto a un devoto, ora di portare via dai negozi cibarie e dolci. In piazza, tenta poi di afferrare un’oca, precedentemente uccisa è legata a un laccio, e, dopo molti tentativi, finalmente vi riesce. Con lo stesso becco, infine, va a rompere i cosiddetti pignatuni, pieni all’interno di cartocci di dolciumi e di oggetti vari di scarso valore. La sera del 15 agosto, con grande solennità, si svolge la processione della Reliquia di San Rocco, alla quale prendono parte le autorità cittadine è il clero. Il corteo snoda da piazza San Rocco verso la Chiesa Madre ove, racchiusa in un’artistica teca d’oro, viene prelevata la reliquia del Santo Patrono, per essere trasportata alla chiesa a lui dedicata, per il solenne canto dei vespri.

DICEMBRE

Natale

Sfilata di “ciaramedde” per le vie cittadine. Babbo natale in piazza. Presepe vivente.

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